Il Dossier
Il Dossier, redatto nel 2013, seppur passibile di aggiornamento per alcuni dati, è ancora di estrema attualità per i suoi contenuti. In questa sezione vengono presentati alcuni argomenti chiave contenuti nel Dossier che verranno sviluppati e integrati con le novità che arriveranno dal fronte dell’accordo quadro Anci Conai 2014-2019 in corso e da altri settori di attinenza con gli argomenti trattati. La versione originale può essere scaricata a fondo pagina.
L’entità dei contributi che i Comuni ricevono dal Conai come riconoscimento dei maggiori oneri sostenuti per la RD è altamente insufficiente
Le principali entrate dei Consorzi Conai sono determinate dai Contributi Ambientali ( CAC) incassati dalle aziende che utilizzano imballaggi, dalle quote di adesione che versano le circa 1.000.000 di imprese consorziate e dalla vendita dei materiali differenziati raccolti dai comuni e consegnati alle piattaforme Conai. Nel 2011 il Conai a fronte di un ricavo totale del sistema pari a 813 milioni di euro ha riconosciuto ai comuni circa 297 milioni di euro e cioè circa il 37% degli introiti totali. Il resto è stato trattenuto dai Consorzi di filiera e dal Conai per pagare le proprie attività istituzionali ed operative. Il finanziamento della raccolta differenziata si traduce in corrispettivi riconosciuti alle autorità locali dai consorzi di riciclaggio per tonnellata di rifiuti da imballaggio conferiti. In tutti i casi il pagamento di tali tariffe è condizionato al rispetto di specifici standard tecnici di qualità, da parte degli imballaggi raccolti, talvolta particolarmente stringenti. L’Osservatorio Rifiuti della Provincia di Torino (che nel 2012 ha raggiunto il 51 % di RD) ha effettuato un accurato monitoraggio dei costi di raccolta fin dal 2007. Nel 2011 la quota di costi di raccolta dei soli imballaggi coperta grazie ai corrispettivi riconosciuti dal Conai risulta pari al 28,7 %. I corrispettivi erogati ai Comuni dal Conai, come hanno dimostrato alcuni studi effettuati sull’anno 2012, arrivavano a coprire una quota pari a circa un terzo dei costi sostenuti dai Comuni. Da una proiezione invece effettuata a livello nazionale sulla base di dati rilevati presso 5 Consorzi piemontesi (che praticano una gestione unitaria del servizio di raccolta che garantisce maggiori economie di scala) si è ottenuto quanto potrebbe costare la RD degli imballaggi a livello nazionale. Tale costo ammonterebbe a circa 1 miliardo e 600 milioni se si considera anche la raccolta del legno per cui si può stimare un costo di almeno 100 milioni di euro. Il che significa 6 volte di più di quanto riconosciuto dal Conai ai Comuni nel 2011. La proiezione è stata compiuta sulla base del costo medio di raccolta a livello procapite per i principali materiali da imballaggio nei comuni dei cinque consorzi. Altri studi compiuti per conto del Conai e Anci e dall’ISPRA, per stimare i costi delle raccolte differenziate in Italia, si trovano a pag. 15-16 del Dossier.
L’ANCI Lombardia (regione dove nel 2012 la % di RD era pari al 51,5 %) ha scritto durante la fase di preparazione alla trattativa che «Il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. all’art. 224, punto 3h pone a carico dei produttori e utilizzatori di imballaggi i cd. “maggiori oneri per la raccolta differenziata”; ma tali costi sono invece prevalentemente sostenuti dai Comuni. Lo studio congiunto ANCI-CONAI sui costi della raccolta (punto 7.2 a, dell’AQ 09), presentato a Prato nel febbraio u.s., è stato inspiegabilmente accantonato, occorre invece un confronto serio sui suoi risultati. La definizione dei maggiori oneri deve quindi assumere un ruolo centrale nella piattaforma del nuovo accordo … la restituzione attuale da parte del CONAI è pari a 5,58 €/ab.anno, ovvero circa il 32 % dei costi sostenuti dai Comuni» Nella seguente tabella sono riportati i corrispettivi ricevuti dai comuni negli anni 2009-2013. La percentuale di copertura dei costi della RD degli imballaggi indicata nella dettagliata indagine conoscitiva sui rifiuti urbani presentata nel febbraio 2016 dall’Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del mercato – AGCM-) (identificata con la sigla IC49) è ancora più bassa : 20%.