Quando e come la plastica si ricicla te lo dice RecyClass

Per andare oltre agli slogan di riciclabilità che poi non si traducono in effettivo riciclo esiste uno strumento a disposizione dei decisori del packaging che non lascia spazio al greenwashing.

Negli ultimi due anni o poco più, per la plastica, è come se si fosse aperto il vaso di Pandora.
La plastica, che ha alimentato al meglio un modello di consumo basato sull’usa e getta per alcune delle sue caratteristiche – tra cui la convenienza e la versatilità – sta diventando la vittima sacrificale dello stesso sistema che non vuole cambiare.

I vari soggetti industriali che hanno avuto un ruolo determinante nel sostituire, 50-60 anni fa, i “perfetti” sistemi circolari basati sul principio della Responsabilità Estesa del Produttore – come i sistemi di cauzionamento – stanno ora trovando delle “scappatoie” per non cambiare il modello di consumo.
Nonostante le recenti Direttive Europee sui rifiuti come la SUP Single Use Plastics (Considerando 2) richiedano ai paesi membri di non limitarsi a sostituire gli articoli in plastica con altre opzioni monouso, le ultime tendenze del packaging stanno proprio andando verso una sostituzione dei materiali. I grandi marchi approfittando di buchi interpretativi presenti nel testo della Direttiva stanno cercando di trarne vantaggio in modo da non dover ripensare i prodotti oggetto della Direttiva e/o gli attuali modelli di commercializzazione dei prodotti. Come hanno allertato lo scorso febbraio Zero Waste Europe e la Piattaforma Reloop in un documento congiunto .

Siccome però non possiamo al momento fare a meno della plastica, a meno che non cambiamo drasticamente l’attuale modello di consumo dobbiamo puntare anche sull’opzione del riciclo che permette di ridurre il consumo di risorse, l’inquinamento ambientale da plastica e il volume dei rifiuti.

Per farlo al meglio dobbiamo partire dalla progettazione degli imballaggi e per le plastiche abbiamo a disposizione uno strumento di straordinaria efficacia che non lascia spazio al greenwashing e rende più circolare l’utilizzo delle plastiche.
Si tratta di RecyClass un sistema di valutazione della riciclabilità degli imballaggi in plastica che, sulla falsariga delle classi energetiche per gli elettrodomestici, attribuisce ad un imballaggio una classe che va dalla A alla F a seconda del grado di riciclabilità.

Il responsabile di RecyClass, Paolo Glerean, ha seguito il progetto della federazione europea dei riciclatori Plastics Recyclers Europe fin dagli esordi e crede molto nella possibilità che questo strumento contribuisca ad armonizzare le linee guida finalizzate al riciclo, anche in considerazione del fatto che il “problema plastica” – ma sarebbe meglio dire “problema monouso” – è emerso nella sua dimensione attuale soltanto da pochi anni.

Un mio articolo che riassume i punti salienti di questo progetto che è l’oggetto di questa lunga intervista lo trovate su Economiacircolare.com

Per cominciare puoi descriverci in cosa consiste a grandi linee RecyClass: da chi è stato ideato, lanciato e con quale scopo.

L’idea di RecyClass è nata nel 2010 da un dialogo-confronto tra me e Roberto Alibardi, fondatore di Aliplast spa. Ci chiedevamo, allora, come poter classificare gli imballaggi in plastica in base a quanto riciclabili fossero. Da quel dialogo è scaturito un embrione di progetto che ho presentato ad un incontro di Plastics Recyclers Europe, associazione della quale Aliplast era appena entrata a far parte. Con mia sorpresa, il neo-presidente Ton Emans ha subito colto l’importanza dell’idea e mi ha affiancato seduta stante alcuni riciclatori molto esperti, mettendomi a capo di una task-force per realizzare questo progetto. Nel 2014 è stato lanciato da Plastics Recyclers Europe il tool online www.recyclass.eu che consente – gratuitamente – di valutare la classe di riciclabilità di un imballaggio in plastica, dalla A (classe migliore) alla F (classe peggiore). L’utente riceve anche l’informazione di quali parti/componenti dell’imballaggio ne hanno causato un’eventuale declassamento, dando modo all’utente di capire su quali parti concentrarsi per migliorare.
Lo scopo iniziale era – ed in parte è ancora – quello di supportare con uno strumento semplice le aziende medio-piccole, che rappresentano la spina dorsale dell’economia europea, nel processo di miglioramento della riciclabilità dei loro imballaggi. Solitamente queste aziende non hanno delle risorse interne specializzate in imballaggi e sono lasciate a loro stesse in queste scelte. Con una discreta sorpresa, fin da subito dopo il lancio abbiamo capito che il maggiore interesse verso lo strumento veniva manifestato da grossi brand i quali, usandolo, capivano quanto le loro nozioni sul riciclo delle materie plastiche non fossero propriamente connesse alla realtà.
Dopo qualche anno in cui il dialogo tra il team di RecyClass ed i grossi brand/converters si era fatto particolarmente intenso, abbiamo deciso di professionalizzare questo servizio, creando una piattaforma (RecyClass Platform), assumendo delle risorse altamente specializzate e preparate ed impiegandole a tempo pieno su due aspetti-obiettivi fondamentali: uniformare le linee-guida sugli imballaggi in plastica in Europa e dare a queste una solida base scientifica, eliminando quindi via via i pareri soggettivi sul tema per sostituirli con dai basati su test scientifici che replicano in scala laboratorio quanto avviene in un processo di riciclo e di ri-trasformazione del riciclato in un nuovo prodotto. Questa evoluzione ha visto e vede compartecipare molti importanti brands, provenienti da diverse aree del mercato, ma anche produttori di tecnologia e di materie prime, oltre a grandi trasformatori. Lo strumento online conta più di tremila utenti attivi.

 

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