Altro cemento
C’è ancora chi a Trivolzio ritiene possibile la costruzione della bretella che dovrebbe congiungere il Polo Logistico al raccordo autostradale, passando per il nostro territorio.
Se il Comune di Torre d’Isola (PV) avesse voluto accogliere una Logistica nel proprio territorio l’avrebbe realizzata direttamente sui propri terreni. Nel 2017 abbiamo invece eliminato le previsioni di nuovi insediamenti e parallelamente abbiamo eliminato la previsione della bretella a servizio di Trivolzio per cercare di bloccare uno sviluppo secondo noi scellerato.
In questi anni a Torre d’Isola nessuno ha cambiato idea: la nostra Amministrazione continua a pensare che questa NON sia la soluzione ai problemi economici dei nostri Comuni né sia la soluzione ai problemi del lavoro. Pensiamo invece che questo sia un modo per distruggere più velocemente un territorio già molto fragile incrementando degrado, inquinamento e malattie senza peraltro offrire occasioni di lavoro durature e tutelate, né tantomeno destinate ai locali.
A nessuno sono sfuggite le numerose agitazioni che, negli ultimi mesi, hanno scosso il settore della Logistica. A nessuno è sfuggita la precarietà di un comparto che concentra ricchezze in pochissime mani, che non sono le nostre, che deve minimizzare i costi, che sostituisce la manodopera con sistemi robotizzati. Società con capitale basato su strumenti finanziari non possono essere un interlocutore con cui pattuire contratti: qualcuno ricorda il caso della Guala, azienda florida che, una volta acquisita da un gruppo di fondi d’investimento, ha lasciato a casa, in men che non si dica, i lavoratori di Torre d’Isola e di Trivolzio?
Torre d’Isola fa altre scelte, seguendo le richieste dei cittadini. Abbiamo puntato sul recupero di aree dismesse o sottoutilizzate e per finanziare il Comune abbiamo inseguito bandi di finanziamento a fondo perduto: abbiamo investito, negli ultimi anni, oltre 1 Mln e mezzo di euro in opere pubbliche (alcune ancora da realizzare), finanziate per più della metà con bandi regionali e statali.
Trovare altre vie per dare lavoro e per creare i servizi necessari è possibile, senza devastare ampie fette di terreno coltivato. Noi lo stiamo facendo e non vogliamo subire scelte non sostenibili che comporteranno migliaia di nuovi mezzi al giorno sulle strade dei nostri Comuni.