Dall’altra parte
Mentre si susseguono dichiarazioni di guerra, accuse e contro accuse, all’interno del centro sinistra – e negli altri due poli – provo a capire cosa pensano i ventenni, che vedo quotidianamente dall’altra parte della cattedra.
Sinceramente, non credo che siano interessati a parole come “sinistra”, “socialismo”, “liberismo”, “socialdemocrazia”, etc, semplicemente perché non mi pare che Marx, Max Weber, Adam Smith o von Hayek siano tra le loro letture preferite.
Quindi, è difficile pensare che siano interessati a capire cosa si intende con “più sinistra” o “socialdemocrazia”. D’altra parte, loro vivono una condizione (quasi) sconosciuta alle generazioni precedenti: non sono certi di trovare un’occupazione e, anzi, una gran parte di loro ha già scoperto che non è possibile trovare un’occupazione stabile e gratificante.
Viceversa, è chiarissimo che questo alternare guerre e armistizi nasconde una lotta di potere, di posizioni, che non interessa loro perché non sono invitati al tavolo che si spartisce le fette della torta. Non si riesce quindi a far capire quanto è importante stabilire il modello politico e sociale che vogliamo realizzare nella nostra comunità.
Infine, ai ventenni, ma anche agli studenti delle medie e delle superiori, è chiaro che avere un debito pubblico ingombrante significa che qualcuno è vissuto al di sopra delle proprie possibilità (la mia generazione e quelle precedenti) e che a loro e ai loro figli (che non sono ancora nati) toccherà pagare i danni. Gli interessi finanziari sono un problema di qualità di vita; il debito ambientale è un danno quasi irreparabile, se non si agisce per ridurre il “peso” delle attività umane su aria, acqua e risorse naturali.
Ecco, credo che le classi dirigenti che si propongono per governare il paese debbano pensare anche e soprattutto a quelli dall’altra parte, per aiutare loro e tutti noi a rispondere a questi problemi.
Alberto Bellini, Professore Associato Università di Bologna – Direttivo Associazione Comuni Virtuosi