Energia etica

 

Promuoviamo azioni locali per produrre energia pulita e contrastare il cambiamento climatico.

La Cooperativa Retenergie presenta in diverse località italiane il suo progetto per la produzione di energia elettrica rinnovabile, etica e sostenibile. http://retenergie.it/comunicazione/eventi

Attiva dal 2008, Retenergie conta oltre 900 soci in diverse regioni italiane. Produce 703 MWh/anno di energia rinnovabile, pari a circa 777 kWh per ogni socio.

Gli incontri in programma sono finalizzati a far conoscere una “Buona Pratica” del mondo della produzione, del consumo e del risparmio di elettricità. Un modello cooperativo che prevede la partecipazione attiva dei cittadini, con forme di autofinanziamento e condivisione dei vantaggi. I partecipanti potranno valutare l’opportunità di associarsi e sostenere il progetto di Retenergie con una o più azioni http://www.retenergie.it/soci/diventa-socio

Gli impianti realizzati e programmati sul territorio italiano da Retenergie rientrano infatti tra le buone pratiche e i casi di successo inseriti nell’ultimo report del progetto BEAST, parte del programma IEE (Intelligent Energy Europe) dell’Unione Europea http://www.retenergie.it/comunicazione/news/91-dicono-di-noi-cooperative-energetiche

Tra questi, l’ultimo investimento della Cooperativa riguarda due impianti fotovoltaici di circa 190 kWp collocati sui tetti di altrettante scuole in Sicilia. http://www.retenergie.it/comunicazione/news/97-due-nuovi-impianti-a-capizzi

“L’acquisizione dei due impianti siciliani consentirà alla comunità locale di riappropriarsi simbolicamente della propria energia che – spiega Marco Mariano, presidente della cooperativa – è prodotta grazie al sole. Attraverso la cooperativa anche l’energia torna a essere un bene collettivo. Questi due nuovi impianti sono particolarmente importanti – aggiunge Mariano – perché ci permettono di entrare in relazione con il sud Italia dove vogliamo sviluppare nuovi Nodi Territoriali e acquisire nuovi soci per la Cooperativa”.

La produzione e l’utilizzo dell’energia rappresentano uno dei temi più scottanti dell’attualità. La maggior parte delle problematiche ambientali, sociali e politiche sono legate infatti alla gestione delle varie fasi della filiera energetica. Da diversi anni gli attivisti che in Italia si battono contro la combustione del carbone hanno aderito alla proposta di Retenergie, cambiando il proprio fornitore di energia. Consumo critico e azionariato critico, con la partecipazione alle assemblee dei soci di Enel, insieme alla Fondazione Culturale di Responsabilità Etica e Re:Common.

Ora anche Enel ha deciso di cambiare la propria politica energetica e annunciato la chiusura entro il 2019 di 23 centrali italiane alimentate con combustibili fossili. Ma non basta. L’energia deve tornare a essere un bene comune, prodotto con il minor sfruttamento possibile delle risorse e in forma diffusa: dai cittadini e per i cittadini.

“Noi possiamo lavorare insieme per un progetto alternativo – dice Daniela Patrucco, da pochi mesi vicepresidente di Retenergie e portavoce del Comitato SpeziaViaDalCarbone – un progetto di efficienza energetica e sostituzione delle grandi centrali a carbone con impianti di energia rinnovabile distribuiti sul territorio e di proprietà dei cittadini”.

Luca Zucconi, socio storico di Retenergie: “La produzione di energia dal basso attraverso la proprietà condivisa è la prima scelta rivoluzionaria che siamo chiamati a compiere, l’alternativa percorribile che ci compete. Con i gruppi di acquisto solidale abbiamo sperimentato che attraverso la modifica e il miglioramento dei modelli di consumo di più famiglie unite, si è andati a incidere sul sistema distributivo globale delle merci in generale e della carne in particolare (la zootecnia intensiva è responsabile del 25 % delle emissioni di gas serra). Con le cooperative di produzione e di consumo come Retenergie, l’alternativa è a portata di mano anche per l’energia. Sta a noi unire le competenze per una progettualità territoriale in cui ogni spazio locale che può diventare uno tra i mille tasselli di una via d’uscita dalla strada verso il collasso globale”.

Retenergie aderisce alla campagna #DIVESTItaly per chiedere agli investitori istituzionali e agli enti pubblici di disinvestire da titoli azionari e obbligazionari di imprese che estraggono e commercializzano carbone, petrolio e gas, ritenuti tra i maggiori responsabili dei cambiamenti climatici in corso. A livello internazionale la campagna è partita negli Stati Uniti nel 2012. A oggi, più di 400 investitori istituzionali – tra cui università, ordini religiosi, fondi pensione, ecc. – e 2.000 individui in tutto il mondo si sono impegnati ad azzerare o ridurre i propri investimenti nei combustibili fossili per un totale di oltre 2.600 miliardi di dollari.

A Dicembre a Parigi si terrà la 21° Conferenza delle Parti (COP21) sui cambiamenti climatici. Il mantenimento dell’innalzamento della temperatura entro i 2°C è l’obiettivo minimo da raggiungere e per questo occorre ridurre drasticamente le emissioni di gas serra già dal 2020. Due terzi delle emissioni di CO2 sono legati alla produzione e all’uso di energia: si deve, dunque, cominciare di lì. Lo dice il rapporto su “Energia e cambiamento climatico” pubblicato dall’Agenzia Internazionale per L’Energia.

Molti soggetti finanziari stanno spostando i loro capitali dal settore delle fossili a quello delle rinnovabili e questo succede dopo che qualche migliaio di risparmiatori ha iniziato a trasferire i propri risparmi verso soggetti con produzioni energetiche ecocompatibili. Basta una piccola percentuale del mercato per creare una tendenza. Noi possiamo essere tra quelli che creano questa tendenza.

“In alcuni luoghi, si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l’autosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso. Questo semplice esempio indica che, mentre l’ordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilità, l’istanza locale può fare la differenza”. L’ha scritto il Papa nell’Enciclica Laudatosì.