Il dovere di ricordare
Oggi parliamo d’altro, e lo facciamo con le parole del Premio Strega Paolo Cognetti, che su Patria Indipendente si rivolge ai giovani parlando del Giorno della Memoria.
Cari ragazzi,
stanno morendo gli ultimi partigiani. Sono passati 75 anni da quando, in Italia, ragazzi e ragazze della vostra età decisero di rivoltarsi contro il fascismo sotto cui erano nati e cresciuti. Erano simili a voi nei volti, nei corpi, negli amori, nelle passioni, ma avevano sperimentato sulla propria pelle che cosa significa vivere in una dittatura, subire leggi ingiuste, essere derubati di libertà e giovinezza e mandati a morire in guerre di aggressione verso altri popoli. Quando nel 1943 presero la via della montagna furono chiamati partigiani, che significa battersi per propria scelta e non per forza, non per invadere ma per difendersi da un’invasione, e la loro fu chiamata Resistenza: il movimento che portò alla Liberazione dal fascismo e dal nazismo e che festeggiamo ancora oggi, ogni 25 aprile. Altri partigiani non combatterono in montagna ma nelle fabbriche, nelle carceri, nei campi di prigionia in giro per l’Europa, senza fucili e bombe a mano ma resistendo con le loro azioni e con le loro idee.
Ora quei ragazzi sono tutti scomparsi o quasi. Non ci sono più loro a raccontarci cos’è stato il fascismo e cos’è stata la guerra. Scompare con gli ultimi testimoni la memoria diretta di ciò che l’Italia ha vissuto: è un passaggio difficile, molto pericoloso, perché di solito è proprio questo il momento in cui l’umanità dimentica i suoi errori, e li ripete. Allora generazioni come la nostra, cresciute nella pace che altri hanno conquistato, cominciano a coltivare il germe di nuove violenze e tirannie.
Perciò a noi, che apparteniamo alla generazione che dimentica, tocca il dovere di ricordare. Leggiamo i libri di quei padri, di Calvino, Pavese, Fenoglio, di Natalia Ginzburg, Primo Levi, Rigoni Stern. Festeggiamo il 25 aprile come il giorno più bello, leggiamo i nomi dei partigiani sulle targhe dei nostri quartieri, facciamoci raccontare la loro storia, fermiamoci a dedicare a ognuno un pensiero e un fiore. Teniamo altissima la guardia verso il fascismo che ricompare in forma di razzismo, disuguaglianza sociale, violenza sulle donne, oblio di ciò che è stato. Mostriamo che siamo in grado di raccogliere il testimone con parole, idee, azioni, e facciamo di noi stessi i nuovi partigiani.
Un abbraccio, Resistenza sempre.