La legge sui piccoli comuni
Alla fine, dopo 3 legislature in cui il provvedimento era arrivato sempre a un passo dall’ approvazione senza riuscire a toccare il traguardo, il Parlamento approva il disegno di legge che sostiene e valorizza i piccoli comuni italiani. Al testo, che porta la firma del presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, il Senato dà il via libera definitivo praticamente all’unanimità: 205 sì e 2 astenuti.
E’ una bella giornata per chi vuole bene all’Italia, commenta Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera e primo firmatario della legge sui Piccoli Comuni. “Un testo bipartisan approvato all’unanimità alla Camera lo scorso settembre, nato a partire da una mia proposta di legge cui durante l’esame a Montecitorio si è collegata quella analoga della collega Terzoni, che aiuterà l’Italia ad essere più forte e coesa, ad affrontare il futuro. Per ben tre volte, nelle passate legislature, questa legge è stata varata dalla Camera. Adesso è legge dello Stato. Un risultato raggiunto grazie ad un lavoro ampio e comune del Parlamento e al sostegno dell’Anci e di molte organizzazioni, a partire da Legambiente e Coldiretti“. “Questo testo, di cui a Montecitorio sono stati relatori i colleghi Borghi, Iannuzzi e Misiani e di cui a Palazzo Madama è stato relatore Vaccari, è un’opportunità per tutto il Paese per un’idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove tecnologie e la green economy. L’importanza dei Piccoli Comuni, del resto, si è vista anche nel terremoto con il ruolo fondamentale per la tenuta delle comunità svolto da tanti Sindaci. I nostri 5.567 Piccoli Comuni – prosegue Realacci – amministrano più della metà del territorio nazionale e in essi vivono oltre 10 milioni di italiani. Non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Un’idea ambiziosa di Italia passa anche dalla giusta valorizzazione di territori, comunità e talenti. E’ il presupposto da cui parte questa legge a lungo attesa, che propone misure per favorire la diffusione della banda larga, una dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, itinerari di mobilità e turismo dolce, la promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta. Previsti anche semplificazioni per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento da riconvertire in alberghi diffusi, opere di manutenzione del territorio con priorità alla tutela dell’ambiente, la messa in sicurezza di strade e scuole, l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive insediate nei centri minori. Per le aree oggi in condizioni di maggior difficoltà è previsto uno specifico stanziamento di 100 milioni per il periodo che va dal 2017 al 2023“.
“Dopo l’approvazione della legge sugli ecoreati e di quella sulle agenzie ambientali, per la terza volta in questa legislatura – ha detto il senatore del Pd Massimo Caleo, vicepresidente della Commissione Ambiente – votiamo una legge di iniziativa parlamentare che avrà ricadute importanti su ambiente, economia, cultura. Si tratta di un nuovo tassello contro il dissesto idrogeologico, l’incuria, l’abbandono del territorio, il consumo di suolo. Fare manutenzione del territorio e prevenzione significa anche evitare che i piccoli comuni si spopolino. Questa legge – spiega – si inserisce dunque nell’alveo di provvedimenti come l’ecobonus per l’efficienza energetica e per l’adeguamento anti-sismico, come Casa Italia, come il collegato ambiente a sostegno della green economy. Sostenere i piccoli comuni serve all’Italia intera per la funzione che svolgono e perché questi borghi sono l’identità dell’Italia, racchiudono una parte importante del nostro patrimonio storico, artistico e paesaggistico e custodiscono molte eccellenze del sistema produttivo italiano”. Caleo sottolinea come: “i 100 milioni di euro stanziati devono essere considerati l’inizio di un percorso, l’inserimento nel bilancio dello Stato di un capitolo di spesa che dovrà essere rifinanziato“.
“Vorrei ricordare – prosegue Caleo – che il 93% per cento delle DOP e delle IGP ha a che vedere con i piccoli comuni e il 79% per cento dei vini di maggiore qualità proviene dai territori dei piccoli comuni. Noi dobbiamo sostenere queste potenzialità, superando gli squilibri: questa è la missione della legge. Come? Favorendo il ripopolamento grazie ai servizi, puntando sull’unione dei comuni, sui centri multiservizi, sul miglioramento dei trasporti, sulla riqualificazione dei centri storici, sulla banda ultra-larga, grazie ai 2,2 miliardi di euro del fondo CIPE per le aree a fallimento di mercato“.
Fonte: Ansa.it