La sfida green di Lav a 5 sindaci per meno carne nelle mense comunali

“Meno carne nelle mense, meno smog in città”: questo il messaggio comparso oggi a Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli su grandi manifesti con il volto dei cinque sindaci italiani neoeletti nell’autunno 2021, che hanno attraversato i centri storici delle città montati su biciclette e vele elettriche.

Di Fanpage

Ad accompagnare i manifesti itineranti, gli attivisti dell’associazione, che hanno illustrato l’iniziativa ai cittadini, sorpresi e incuriositi dall’insolita “campagna elettorale”. La sfida green lanciata ai sindaci è quella di ridurre le emissioni inquinanti, che derivano dalle attività umane, tra le quali la Zootecnia, inserendo un giorno a settimana un menù completamente vegetale per tutti nelle mense comunali. I cittadini possono partecipare sostenendo la sfida con l’hashtag #SfidaGreen e firmando sul sito della LAV.

Milano è la città più attenta e attiva
Le cinque città prese in analisi consumano quasi un milione e 500mila chili di carne all’anno nelle loro mense pubbliche, con un’impronta sanitaria e ambientale di oltre 13 milioni di euro. Nel dettaglio Milano è tra quelle esaminate la più attenta e attiva e presenta valori intermedi rispetto alle altre. Consuma 47.800 chili di bovino, 29.375 di suino, 29.375 di suino lavorato, 353.400 di pollo e tacchino, per un totale di 459.950 chili.

Come emerge dalla ricerca condotta da Demetra per Lav il capoluogo lombardo ha il menù ‘meno insostenibile’, perché a fronte di una quantità media di carne per pasto più alta rispetto ad altre città impiega più carne avicola. Tuttavia se ad un maggiore consumo di pollo e tacchino corrispondono meno danni ambientali e sanitari, viene però ucciso un numero maggiore di animali che finiscono sulle tavole dei milanesi.

Torino ha la maggiore esternalità di carne
Il capoluogo piemontese è la città nella quale la ristorazione collettiva registra le maggiori esternalità di carne. A Torino la quantità media per pasto di carne è di 34,4 grammi, oltre il 50% in più rispetto a Roma. È anche la città che impiega in percentuale la maggiore quantità di suino lavorato, ossia la tipologia di carne con maggiore impatto sanitario, e di bovino, quella che invece ha un maggiore impatto ambientale.

Roma, Bologna e Napoli
I valori di Bologna, Roma e Napoli sul rispetto al consumo della carne sono sostanzialmente uguali. La città partenopea è seconda dopo Torino per quanto riguarda l’impiego in percentuale di carne di suino lavorato, mentre Roma segue la città piemontese per la percentuale di bovino.

Un menù vegetale nelle mense comunali per ridurre le emissioni
La richiesta che arriva da Lav ai sindaci è quella d’impegnarsi nei prossimi quattro anni a ridurre del 20% il consumo di carne nelle mense pubbliche con un menù 100% vegetale negli gli esercizi di ristorazione di competenza della sua amministrazione. “Ciò vedrebbe un risparmio totale di quasi 2 milioni e 800 mila euro – spiega Lav – salvando allo stesso tempo oltre 85 mila animali”. Una strategia quella di puntare sulla riduzione del consumo di carne per limitare il cambiamento climatico, che si dimostra una politica sempre più diffusa. Il Consiglio Comunale di Berkeley negli Stati Uniti ad esempio, dirotterà la metà delle spese dai cibi di origine animale ad alimenti 100% vegetali entro il 2024, il nuovo sindaco di New York, Eric Adams, ha implementato i Meatless Mondays, ossia i ‘lunedì senza carne’ per tutte le 1.700 scuole pubbliche di New York.