Legami urbani

Spesa a domicilio, sconti destinati ad anziani e studenti, ricevimento pacchi, custodia delle chiavi, promozione di attività di solidarietà tra cittadini come il caffè sospeso e lo scambio di libri, la creazione di uno spazio amico di appoggio per le persone anziane, il supporto a realtà dedicate alla sicurezza come i gruppi di controllo di vicinato, la prenotazione delle visite e la consegna a domicilio dei farmaci solo per le farmacie.

Sono solo alcune delle azioni individuate dal Comune di Bergamo nel bando dedicato ai negozi di vicinato che verrà lanciato nei prossimi giorni con l’obiettivo di far diventare i commercianti protagonisti delle relazioni tra gli abitanti dei quartieri.

Il provvedimento, che fa parte del bando «Legami urbani» vinto da Bergamo nel 2016, si rivolge ai negozi di vicinato sotto i 250 metri quadrati, alle botteghe e ai laboratori, inizialmente solo in sette quartieri: Celadina, Boccaleone, Malpensata, Campagnola, Grumello al Piano, Carnovali e Colognola.

Il Comune mette sul piatto un contributo massimo di seimila euro a negozio (32 mila euro di budget totale iniziale) in caso di adesione all’iniziativa. I fondi verranno concessi solo in base alla qualità dei progetti proposti dai commercianti e gli operatori che aderiranno saranno chiamati anche a partecipare al «network dei negozi e delle botteghe di prossimità».

«Da tempo stiamo lavorando al tema degli esercizi di vicinato con l’obiettivo di dare loro un sostegno nella competizione che si trovano ad affrontare con centri commerciali ed e-commerce – spiega il sindaco Giorgio Gori, che ha anche la delega al commercio –. Questo bando è stato scritto per promuovere il ruolo del negozi all’interno delle comunità. Abbiamo individuato una decina di “azioni di prossimità”, ma siamo aperti alle idee che arriveranno dai commercianti. Scommettiamo moltissimo sulla dimensione di quartiere: dove ci sono fragilità e persone sole ci serve un passo in più per attivare forme di relazione e per poter integrare il welfare comunale».

Fonte: Eco di Bergamo