Olanda: in arrivo un deposito anche per le lattine

CRONOSTORIA DEGLI EVENTI
Gli avvenimenti che hanno caratterizzato almeno venti anni di braccio di ferro tra le associazioni ambientaliste e l’industria del settore delle bevande che si è opposta senza risparmiare colpi ad un ampliamento del sistema di cauzionamento sono poco note al di fuori dell’Olanda e delle Fiandre. Robbert van Duin colonna storica dell’organizzazione Recycling Netwerk ha vissuto in prima persona tutte le varie fasi sino ad arrivare a quella decisiva nel 2017 in cui il 99% degli enti locali, diverse ONG ambientaliste e associazioni di categoria hanno unito le forze nell’alleanza “Statiegeld Alliantie” prima citata ha catalizzato l’attenzione delll’opinione pubblica e della politica.
È stata una guerra di trincea, raccontava Van Duin ai media olandesi nel 2020 quando è arrivato il primo via libera per le bottigliette in plastica dall’allora ministro all’Ambiente e segretario di Stato del Ministero per le infrastrutture e la gestione delle risorse idriche Stientje van Veldhoven “Negli anni, le organizzazioni di categoria del settore hanno raccontato storie improbabili e pubblicato studi pilotati contro i DRS proponendo in alternativa al governo accordi mai mantenuti . Dall’impegno a ridurre zione del packaging eccessivo , all’eliminazione del PVC negli imballaggi, passando per aumento della riciclabilità e capacità di intercettazione e riciclo, anche allo scopo di ridurre il fenomeno dei rifiuti dispersi nell’ambiente. Promesse fatte con con l’unico scopo di prevenire l’espansione del deposito prendendo tempo “.

Secondo Van Duin, il tutto è iniziato intorno alla fine del secolo scorso dopo che l’allora ministro dell’ambiente Jan Pronk (PvdA) aveva annunciato che qualora i rifiuti da contenitori di bevande presenti nel littering non fossero stati ridotti nella misura dell’80% sarebbe arrivato un sistema di deposito. Il successore di Pronk il segretario di Stato Pieter van Geel (CDA) decide di non seguire la linea del suo predecessore non volendo inchiodare l’industria delle bevande alle proprie responsabilità. Va detto che Van Geel sarebbe poi diventato un lobbista per l’industria delle bevande analcoliche.

Un ruolo altrettanto cruciale nel bloccare l’ampliamento del deposito l’ha poi giocato Joop Atsma, collega di partito di Van Geel che è stato Sottosegretario di Stato all’Ambiente nel primo gabinetto Rutte (2010-2012). Il 7 marzo 2012, durante un dibattito alla Camera sulla base di un studio dell’Università di Wageningen Atsma afferma che il sistema di cauzionamento è estremamente costoso e ne paventa una possibile abolizione. Anni dopo il media Trouw rivela che questo studio era stato sostanzialmente commissionato dall’industria del settore allo scopo di liberarsi del sistema di deposito.

Il successore di Atsma Wilma Mansveld del PvdA come Pronk, Segretario di Stato per l’ambiente nel secondo gabinetto Rutte decide invece di non smantellare il cauzionamento sulle bottiglie in PET. Una nuova indagine aveva infatti rivelato che, per l’ennesima volta, l’industria non era riuscita a mantenere gli accordi e che la quota di imballaggi nel littering era rimasta invariata.

Mansveld, attualmente direttore della Groningen Safety Region, ricorda bene quel periodo, e come l’industria del settore fosse sorpresa nel constatare che i politici dell’Aia per la prima volta avessero attribuito delle conseguenze al mancato rispetto degli accordi. “Sì, c’era una forte pressione da parte del settore industriale e anche un politico (della VVD) della coalizione voleva sbarazzarsi del deposito “. La Mansveld ha raccontato di avere ricevuto in privato messaggi di congratulazioni per non avere ceduto alle pressioni che non ha voluto rivelare anche da politici di spicco.

Negli anni seguenti può così iniziare l’azione di rimonta per espandere il sistema. Gli equilibri politici che mutano nella coalizione di governo risultano determinanti nell’arrivare alla decisione di assoggettare al deposito anche le bottiglie più piccole. Quando i partiti D66 e ChristenUnie si uniscono alla coalizione nel 2017 e diventa nuovo portavoce della CDA Maurits von Martels più favorevole ad un sistema di deposito dei suoi predecessori e colleghi di partito, il vento comincia a cambiare. Pian piano VVD rimane l’unico partito al governo ad avere ancora delle remore sul sistema. Tuttavia Stientje van Veldhoven esponente D66 decide di dare ancora un’ultima possibilità all’industria dimostrando, alla fine, che non ne valeva la pena.
Oltre all’industria delle bevande con Coca Cola in testa, c’è stato, come racconta Van Duin, un altro storico oppositore dei sistemi di deposito in Olanda che per tredici anni è stato direttore della FNLI, la Federazione dell’industria alimentare olandese : Philip den Ouden. Sino al momento in cui non andò in pensione nel 2017 fu una delle teste di ponte dell’industria del packaging, anche se, come lui stesso raccontò aveva già capito negli ultimi tempi quale sarebbe stato l’epilogo finale.

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Parte dello SPECIALE SUI SISTEMI DI DEPOSITO SU CAUZIONE alla cui realizzazione abbiamo contribuito.

 

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