Riuso: i supermercati olandesi si portano avanti con il lavoro mentre l’Italia tira il freno
Cinque catene di supermercati olandesi aderenti al Plastic Pact fanno squadra e decidono nel corso di quest’anno di eliminare i sacchetti monouso di qualsiasi materiale nel settore ortofrutta .
I sacchetti monouso gratuiti per frutta e verdura scompariranno quest’anno dai punti vendita di cinque catene olandesi che partecipano all’iniziativa promossa dalla Ellen McArthur Foundation dei Plastic Pact : Lidl, Jumbo, Plus, Aldi e Albert Hein che più avanti nella fase di dismissione del monouso.
I clienti verranno invitati ad utilizzare sacchetti riutilizzabili e lavabili che già da tempo si vedono in diversi punti vendita di due dei 5 supermercati firmatari : Lidl con il suo Green Bag ad Albert Hein che è stato il primo dei cinque ad avviare l’iniziativa già nel 2021 ma che, evidentemente, non è andata a totale compimento. Lo scorso anno Albert Heijn ha promosso i sacchetti riutilizzabili regalandoli ai clienti che acquistavano prodotti sfusi come, ad esempio, mele o fagiolini. Successivamente i sacchetti ortofrutta sono passati a 30 centesimi di euro al pezzo.
Con questa iniziativa congiunta le cinque catene contano di risparmiare complessivamente circa 126 milioni di sacchetti di plastica e 10 milioni di sacchetti di carta ogni anno.
Albert Heijn, ALDI, JUMBO, Lidl e PLUS partecipano al Plastic Pact NL. Questa alleanza tra il governo olandese e più di 100 aziende leader nella filiera della plastica mira a ridurre l’uso della plastica e a migliorarne il riciclo. Lavorando insieme, possono ottenere più risultati delle singole aziende.
Il Segretario di Stato all’Ambiente Vivianne Heijnen si è detta entusiasta dell’iniziativa: “Meno rifiuti produciamo meno meno ne dovremo trattare. Accolgo quindi con favore l’iniziativa dei supermercati olandesi di porre fine ai sacchetti monouso per l’ortofrutta. Sarebbe bello se tutti i supermercati aderissero all’iniziativa in modo che i sacchetti riutilizzabili diventino presto la nuova normalità.”
Carlijn Röell, direttore operativo di Plastic Pact NL, ha sottolineato che la cooperazione tra i supermercati è una tappa importante. “I consumatori devono abituarsi al fatto che il riutilizzo degli imballaggi diventi la norma il prima possibile. Per questo è importante che partecipi il maggior numero possibile di catene di supermercati. Il Plastic Pact continuerà a sostenere queste iniziative comuni”.
La dichiarazione d’intenti congiunta che le catene hanno firmato hanno firmato il 23 febbraio scorso prevede che anche i sacchetti di carta per frutta e verdura dovranno essere eliminati.
Nel punti vendita di Lidl i sacchetti monouso che sono ancora ben visibili nel reparto ortofrutta, scompariranno gradualmente, e i sacchetti riutilizzabili ora acquistabili in coppia verranno venduti separatamente. Jumbo conta di esaurire le scorte attuali di sacchetti monouso e di poter eliminare i sacchetti monouso entro quest’estate. Il portavoce di Aldi ha dichiarato che la transizione verso il riutilizzabile avverrà quando si esauriranno le scorte attuali di sacchetti di plastica.
Secondo Roland ten Klooster, professore di packaging design e management all’Università di Twente, la scelta di abbandonare i sacchetti leggeri è giustificabile in quanto si tratta oltretutto di un flusso tecnicamente difficile da raccogliere, selezionare e riciclare, anche se altri tipi di sacchetti e buste monouso non sono esenti da impatti ambientali. L’aspetto importante dell’iniziativa spiega Ten Klooster è quello di rendere consapevole il consumatore sulle sue scelte che incidono a vari livelli sull’ambiente.
E l’Italia a che punto è sul riuso ?
Il nostro paese per quanto riguarda la possibilità di adottare “ufficialmente” sacchetti ortofrutta riutilizzabili risulta “non pervenuto”. Dopo il clamore suscitato dal divieto di commercializzazione dei sacchetti in plastica leggeri nel settore ortofrutta (e non solo) a favore dei sacchetti in bioplastica battuti a scontrino, tutto tace. I sacchetti biodegradabili con i manici vengono regalati nelle farmacie e altri esercizi commerciali con buona pace dell’obiettivo annunciato dai proponenti del provvedimento di ridurne il consumo attraverso la disincentivazione economica. Molti supermercati sono passati ai sacchetti gratuiti in carta con finestra trasparente nel reparto ortofrutta, e non sempre dove si utilizzano solamente sacchetti in bioplastica compostabile viene praticato l’addebito simbolico di 1 o 2 centesimi. Neanche durante il governo Conte – con un Ministro come Sergio Costa appassionato alle tematiche ambientali – c’è stato un pronunciamento da parte dei due ministeri coinvolti nel rimpallo delle decisioni a chiarire se esiste un via libera ai sacchetti riutilizzabili nei supermercati, o meno. Non risultano essere stati comunicati ai media o attraverso altri canali dati sulla percentuale di clienti che utilizza i sacchetti riutilizzabili nella grande e piccola distribuzione. Nello specifico da Coop Lombardia che ha messo a disposizione dei propri clienti dall’agosto del 2021 sacchetti ortofrutta nei suoi punti vendita lombardi.
A sentire Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì che ha messo per primo nel 2018 i sacchetti ortofrutta riutilizzabili a disposizioni dei clienti dei negozi di NaturaSì l’iniziativa oggi coinvolge pochissimi clienti. Lo ha detto a margine di un intervento al webinar “Circuiti di riutilizzo: un’opportunità per nuovi modelli di consumo e di business?” (ora 1.56 ‘) organizzato dalla Piattaforma Italiana degli Stakeholder per l’Economia Circolare (ICESP) e Giacimenti Urbani, con la collaborazione di Planet Life Economy Foundation (PLEF).
La conclusione più logica da trarre è che non è possibile affidarsi – come sostiene Brescacin nel suo intervento – alla sola potenziale comprensione della gravità della sfida climatica e delle risorse da parte dei singoli cittadini o delle aziende, perché sarebbe una battaglia persa, e per la quale siamo anche fuori tempo massimo. Servono legislazioni cogenti che inneschino quella che viene definita innovazione upstream nei modelli di produzione, commercializzazione e consumo.
Solamente un’offerta mainstream di prodotti e servizi progettati avendo in mente prevenzione, riduzione, riuso (e ottimizzazione dei processi di take back e riciclo) può incidere in chiave ecologica sulle scelte quotidiani dei cittadini.
In questa direzione sta muovendo i primi passi la proposta di regolamento per gli imballaggi e i rifiuti da imballaggio che l’Italia sta, purtroppo, contestando proprio sul punto degli obiettivi di riduzione e riutilizzo per gli imballaggi.