Cresce la febbre per il car-sharing

E’ una delle piaghe delle nostre città invase dal traffico, la mobilità. Il car sharing è un’opzione, certamente non esaustiva, per alleviare il problema in attesa che una politica lungimirante metta al centro scelte e azioni per una mobilità urbana realmente sostenibile. Dove il trasporto pubblico locale la faccia da padrone. Ecco un articolo tratto da Corriere.it che racconta i numeri in crescita in Europa per utilizzo di car-sharing.

Un vero e proprio boom quello del car sharing, che in tutto il mondo ha registrato secondo gli ultimi dati uno sviluppo che ha superato le più rosee previsioni con oltre 5 milioni di utenti. In Italia rispetto al 2013 la crescita ha superato il 70% con 220mila iscritti 3.000 auto concentrandosi in città dalla mobilità difficile come Milano, che si conferma «regina» di questo particolare mercato, con quasi l’80%. È quanto emerso dall’analisi condotta a livello mondiale dalla società globale di consulenza aziendale AlixPartners e presentata a Milano nel corso di #FORUMAutoMotive, serbatoio di idee e centrale di dibattiti sui temi della mobilità a motore alla quale hanno partecipato tutti i protagonisti del settore .

Il 2014 è stato l’anno della consacrazione del car sharing con un aumento a livello mondiale di un +39% rispetto al 2006 con circa 100.000 veicoli condivisi. «E siamo solo all’inizio- spiega Giacomo Mori, Managing Director di AlixPartners-: le stime attuali prevedono che nel 2020 tra Europa e Nord America saranno circa 12 milioni i cittadini che si rivolgeranno al car sharing per le proprie esigenze di mobilità con evidente impatto positivo sul traffico: ogni auto di car sharing sostituisce 15-30 vetture in circolazione o parcheggiata, riducendo in questo modo l’inquinamento e diminuendo i costi di gestione e l’esigenza di parcheggi». In Francia, il successo della formula con veicoli elettrici ha portato alla riduzione del parco auto di 22.500 veicoli equivalenti a 164 milioni di km percorsi in un anno. In Italia l’auto condivisa ha raggiunto livelli record nel 2013 (+330% ) 130.000 iscritti e 1.800 vetture- e il trend è stato confermato anche nel 2014 con il servizio presente in 11 città italiane. «Il boom della mobilità condivisa- ammette Pierluigi Bonora promotore di ForumAutomotive- è un’arma comunque sempre a doppio taglio per le case costruttrici per quanto riguarda il business delle auto da città che potrebbero risentire della concorrenza in aumento del car sharing». «E non va nemmeno sottovalutato l’aspetto più romantico legato alla passione- continua Bonora- perché la diffusione del car sharing va ad appiattire l’ offerta a danno dell’emozione di guidare l’auto dei propri sogni».

Cresce anche la richiesta e di conseguenza il mercato delle «connected cars», per le quali lo studio di AlixPartners prevede nei prossimi anni quasi un raddoppio nel valore . L’evoluzione della mobilità nei centri urbani sarà sempre più improntata alla «intermodalità» e alla «connettività» tra vetture e infrastrutture: Mori spiega che «le tecnologie delle «Connected car» e delle «Autonomous car» rappresentano il motore di questa evoluzione che avrà positive ripercussioni sulla qualità della nostra vita e ridisegnerà la mappa della mobilità negli anni a venire. Il mercato mondiale della «connettività» raggiungerà i 46 miliardi di dollari entro il 2017, anno in cui quasi il 60% delle vetture nuove sarà «connesso», creando nuove modalità di fruizione dell’auto e appetibili opportunità di business per gli operatori del settore, come dimostra l’interesse dei colossi della tecnologia come Apple e Google e l’impegno dei principali costruttori.