Uno a zero per il fronte ambientalista, in Olanda
Quando in Olanda la battaglia per il mantenimento del deposito su cauzione per le bottiglie di plastica grandi sembrava ormai persa arriva la notizia che rincuora il fronte ambientalista. Il deposito su cauzione non viene abolito e verranno organizzati dei canali di raccolta anche per le bottiglie piccole e le lattine.
Esultano anche i deputati del Partito del Lavoro (Partij van de Arbeid, PvdA) che si erano maggiormente opposti ad un’abolizione invocata invece dai liberali del VVD (parte dell’attuale coalizione di governo) insieme agli esponenti dei partiti Unione Cristiana (ChristenUnie) e Socialista (Socialistische Partij) favorevoli al mantenimento del deposito.
La notizia è arrivata in via ufficiale da Wilma Mansveld segretario del Ministero Infrastrutture e Ambiente attraverso una lettera inviata il 18 giugno alla seconda camera. La principale motivazione al mantenimento del deposito su cauzione è che l’industria utilizzatrice di packaging non ha rispettato gli adempimenti previsti dall’accordo quadro imballaggi “Raamovereenkomst Verpakkingen” con validità 2013-2022. Va detto che esiste un precedente in tal senso in quanto l’industria non ha mai rispettato gli accordi presi con governo e unione dei comuni olandesi VNG già all’interno delle precedenti edizioni dell’accordo quadro per gli imballaggi, e in particolare dal 2006.
Il dibattito acceso che si è scatenato nell’ultimo anno intorno alla decisione di abolire il cauzionamento tra le lobby del beverage e il variegato fronte contrario, ha ovviamente esercitato un discreto pressing sulla Mansveld che si è tradotto in questa decisione. Come abbiamo raccontato nella nostra piccola inchiesta in due puntate, anche se gli argomenti portati dal fronte pro-cauzionamento erano difficilmente contestabili, il finale non era per nulla scontato, anzi. Con questa decisione la Mansveld mantiene quella credibilità che avrebbe altrimenti perso nell’affossare uno dei principali strumenti del programma nazionale di gestione dei rifiuti “Van Afval Naar Grondstof VANG” ovvero “Da Rifiuti a Risorse”. Senza contare le innumerevoli esternazioni a favore dell’economia circolare di cui il Segretario è stato protagonista negli ultimi mesi.
Non è quindi casuale che Mansveld nell’apertura della sua lettera alla camera scriva : “I Paesi Bassi possiedono le conoscenze e l’ambizione per poter ulteriormente espandere la propria posizione di paese leader nel riciclaggio e nella riconversione delle materie prime preziose contenute nei rifiuti. Il governo attraverso il programma VANG lavora per accelerare un passaggio all’economia circolare con tre obiettivi in mente: la conservazione del nostro capitale naturale, il miglioramento della sicurezza nell’approvvigionamento delle risorse e materie prime e il rafforzamento della redditività dell’economia olandese. In un’economia circolare i cicli produttivi si autoalimentano e sono strutturati in sistemi ottimali che prevengono la formazione di rifiuti e emissioni nocive che impattano su uomo e ambiente oltre che a prevenire l’esaurimento delle materie prime. La forza che arriva dalla società verrà utilizzata per raggiungere questo obiettivo, in collaborazione con le parti interessate “.
ACCORDI RIMASTI SULLA CARTA
L’accordo quadro imballaggi in vigore dal 2013 conteneva una clausola secondo la quale sarebbe stato possibile per l’industria utilizzatrice di packaging e la grande distribuzione di liberarsi del cauzionamento solamente a condizione che avessero assolto a sette “prestazioni di garanzia”.
Come raccontato nei precedenti post il sistema di deposito su cauzione in Olanda riguarda i formati di bottiglie più grandi del mezzo litro. Le bottiglie piccole vengono invece raccolte insieme ad altre tipologie di imballaggi di plastica con un sistema di raccolta presente nei comuni chiamato Plastic Heroes che presenta però performances estremamente deludenti. Lo dimostrano le quantità di bottigliette disperse nell’ambiente insieme alle lattine. Al contrario delle 650.000 bottiglie grandi immesse al consumo ogni anno ne vengono invece intercettate dai supermercati percentuali che vanno dal 96 al 98% .
Tornando alla sette prestazioni di garanzia a capo dell’industria risulta che solamente una possa essere considerata raggiunta. Lo ha messo nero su bianco (anche) un parere legale di R. Hörchner avvocato esperto in materia di rifiuti che ha concluso che non sussiste una base giuridica per procedere all’abolizione del deposito.
L’analisi ha inoltre messo in luce: la mancanza di una concreta e misurabile riduzione e prevenzione, anche qualitativa, degli imballaggi immessi negli anni; nessun incremento del tasso di riciclo per le varie tipologie di plastica raccolta con il sistema Plastic heroes, nessun miglioramento relativo alla qualità della plastica raccolta che presenta scarti nelle partite che vanno dal 10 al 50%.
Lo studio lamenta inoltre la mancanza di qualsiasi dato e informazione disponibile pubblicamente su questioni come: quali destinazione prenda la plastica consegnata a Plastic Heroes; come e in quale misura viene impiegata la plastica riciclata proveniente dagli imballaggi in altri settori industriali; quali sono le percentuali di plastica effettivamente riciclate al netto degli scarti e del downcycling, etc.
COSA SUCCEDERA’ ORA
Oltre al fronte ambientalista sono diversi i partiti che vorrebbero estendere il cauzionamento a bottiglie piccole e lattine come avviene in Germania ma la Mansfeld non vuole spingersi così lontano. Per intercettare questi contenitori che vengono per lo più termovalorizzati, il segretario avrebbe intenzione di organizzare un sistema premiante che possa intercettarli attraverso una rete di centri di raccolta autorizzati sul territorio. Il progetto del sistema che verrà sviluppato in accordo con l’unione dei comuni olandesi VNG, l’Afvalfonds Verpakkingen (1) e l’associazione ambientalista Stichting Natuur & Milieu dovrà essere pronto per il prossimo autunno in modo da essere effettivo dal gennaio del 2016. I punti di raccolta che saranno dotati di macchine compattatrici (reverse vending) in grado di elargire i buoni o premi per chi conferisce i contenitori dovranno nascere nelle sedi di istituzioni sociali come scuole, centri sportivi e associazioni e non potranno essere gestiti da soggetti privati.
Si tratterebbe in sostanza di replicare su base nazionale alcune delle esperienze di successo in tal senso già esistenti a livello locale. Sulla base dei risultati ottenuti nel primo anno di sperimentazione del sistema dovrà essere affinato un piano che copra tutto il paese operativo dal gennaio 2018. Già dopo qualche giorno dalla presa di posizione della Mansveld sono arrivate da parte di osservatori esperti considerazioni che esprimono dubbio sull’impostazione di tale piano. Manca per ora una definizione degli obiettivi di intercettazione da raggiungere, così come sull’entità del partecipazione finanziaria del settore del beverage. Inoltre, non è ancora chiaro come e in quale misura questo piano risponderà allo scopo, attribuitogli dalla Mansveld, di contrastare tramite “un approccio nazionale al problema” la questione dei rifiuti abbandonati nell’ambiente. Siccome tutto si gioca su come il piano verrà elaborato e concretizzato, il passato insegna che tutto dovrà passare attraverso infinite discussioni con la lobby dell’industria del beverage.
Se quindi il governo con questa mossa è ben lieto di sottrarsi dalla contesa, e l’industria per ora si accontenta di evitare l’estensione del cauzionamento alle bottiglie piccole, come hanno reagito i Comuni che subiscono i costi causati dai rifiuti abbandonati ?.
Un portavoce dell’Associazione dei comuni olandesi (VNG) ha dichiarato che al momento, nonostante non ci sia nulla di concreto sul piatto, ripongono molte aspettative sul fatto di avere al tavolo tutti i soggetti responsabili di far partire il progetto.
IL PARERE DEL FRONTE AMBIENTALISTA
Il fronte ambientalista capitanato da Recycling Netwerk punta più in alto chiedendo una chiara regolamentazione e un’estensione per il deposito su cauzione sul modello di Germania e Norvegia. A maggior ragione perchè tecnicamente possibile considerato che le macchine compattatrici sono già predisposte per il conferimento degli altri formati.
Il Belgio, che ha un deposito su cauzione solamente per le bottiglie di birra, nell’ottica di una più ampia introduzione di un deposito, ha commissionato lo scorso anno uno studio esplorativo che ne quantificasse gli impatti economici che è uscito recentemente. Lo studio (fiammingo), estremamente articolato, ha analizzato i costi e i ricavi del sistema di deposito su cauzione ipotizzando 5 diversi scenari di attuazione realtivi a bottiglie in PET e lattine. Semplificando al massimo partendo dai costi del sistema che inciderebbero per un importo da 3,3 a 3,6 centesimi di euro le conclusioni sono che è possibile, con una gestione automatizzata ed efficiente arrivare, non solamente a dimezzare i costi, ma ad ottenere anche un guadagno di 2 centesimi per unità.
Il modello a cui fare riferimento si legge nello studio è quello scandinavo o tedesco non quello olandese giudicato “relativamente inefficiente”. Tra i motivi addotti figurano una limitata automatizzazione che richiederebbe un maggior numero di compattatori presenti presso i supermercati rispetto ad ora (almeno il doppio) e maggiori quantitativi raccolti includendo quindi i formati più piccoli delle bottiglie attualmente esclusi. Il fronte si augura che qualora il sistema venga prossimamente introdotto nelle Fiandre, come potrebbe accadere, il fatto arrivi a costituire un precedente che il Governo olandese non potrà comunque ignorare.
(1) l’ente che gestisce il fondo finanziato dall’industria per la gestione del fine vita degli imballaggi paragonabile al Conai.