Si fa presto a dire Green Economy

Pubblichiamo, come abbiamo fatto per le precedenti quatto parti, la quinta “puntata” di una lettera aperta ai cittadini da parte del proprietario di Aliplast, un’azienda che ricicla il 10% della plastica riciclata in Italia, per denunciare le criticità del settore e le conseguenze che ricadono su Enti Locali, cittadini e occupazione.
Per quanto a noi noto, a parte un articolo su Polimerica.it in occasione del primo annuncio,  non vi è stata alcuna reazione o cenno di interesse da parte di giornalisti o testate,  nè tantomeno alcun riscontro dal mondo politico.   
Probabilmente in un altro paese, anche solamente in Francia, senza andare nel nord europa,  un imprenditore che opera nel settore del riciclo, (definito asse portante della green economy), non avrebbe avuto bisogno di farsi sentire con queste modalità. Oppure avrebbe ricevuto un colloquio dal ministero di competenza già solamene dopo il primo annuncio apparso su un giornale economico importante come è il nostro Sole 24 ore.
Non ci resta che chiederci quali siano le ragioni di fondo,  e soprattutto chiederne conto ai nostri rappresentanti politici del governo,  che dovrebbero occuparsene nei ministeri di competenza.
Le cinque parti del messaggio, apparse come annuncio a pagamento,  si possono leggere cliccando qui per la prima parte, qui per la seconda/terza e qui per la quarta. 

Caro Cittadino, è bene che tu sappia (parte quinta):

Sempre più spesso sentiamo dalla nostra politica nazionale la parola CAMBIAMENTO. Purtroppo questo viene associato ai cambi di persone nei diversi ruoli e non alle COSE da cambiare. Sentiamo molti dibattiti sempre focalizzati sul chi-comanda-con-chi e non sulle reali AZIONI da fare e sulle strategie da intraprendere che sono, invece, le vere risposte che oggi mancano all’appello dei cittadini e delle imprese.
In questi ultimi anni si è sempre più accentuata la mancanza di CHIAREZZA su ruoli, strategie, norme ed applicazione delle stesse nel contesto economico e questo è un requisito fondamentale per investire e per lavorare. In altre parole per far crescere il Paese.

Questo ambiente è il substrato ottimale per lo sviluppo delle rendite di posizione dei vari “orti e orticelli” che rappresentano l’esatto opposto dell’efficienza, che sottraggono risorse ai cittadini e all’economia nazionale e che si scioglierebbero come neve al sole se messi in competizione in contesti concorrenziali. Se a questo si aggiunge il fatto che manca totalmente un supporto all’impresa italiana che trova in quello che è il proprio Paese il principale ostacolo al suo sviluppo, allora si capisce perché la delocalizzazione sia all’ordine del giorno e gli investimenti stranieri in Italia siano solo un lontano ricordo.
Per quella che è la storia recente del nostro Paese non è possibile, oggi, fare impresa in Italia. Altro che incentivi alla Green Economy!

Esiste una specie di lobby anticoncorrenza che sta affossando il Paese e che si manifesta in molti settori dell’economia ed è stata capace di soffocare i primi timidi tentativi di apertura alla concorrenza (ricordate il decreto liberalizzazioni del fu Governo Monti?). Questo atteggiamento tiene in vita artificialmente strutture, enti ed imprese che in un contesto di libera concorrenza chiuderebbero i battenti in poco tempo.

Noi, nelle precedenti “puntate” abbiamo sollevato la questione della gestione – oggi di fatto monopolistica – dei rifiuti da imballaggi plastici che costerà al cittadino quasi 300 Milioni di Euro nel 2014 con risultati discutibili e, finora, inferiori ai minimi obiettivi fissati per legge. Questo è il nostro settore per cui questo è ciò che conosciamo e che vogliamo cambiare. Siamo convinti che se ognuno fa bene il proprio lavoro, con un occhio al proprio bilancio ed uno allo spirito di servizio verso il Paese, ci possano essere delle speranze di migliorare e di riprendere a crescere.

Il primo passo è, però, una scelta di campo e spetta alla (nuova?) politica. Vogliamo continuare a mantenere le rendite di monopolio oppure cambiamo davvero direzione ed iniziamo un percorso dove la selezione naturale in un contesto di libero mercato possa consentire ai soggetti più efficaci ed efficienti di creare ricchezza per loro e per il Paese?

Chi si proclama a favore del cambiamento batta un colpo.

Vi terrò aggiornati

Roberto Alibardi

http://www.aliplastspa.it
riciclaredavvero.wordpress.com
Da il “Sole 24 ore” del 23 dicembre 2013
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