2014 anno Ue della Green Economy, Realacci raccontaci quale piano per l’Italia

Caro Onorevole Realacci,
abbiamo letto l’articolo del 2 gennaio che riportiamo a seguito  in forma integrale su Greenreport che si conclude con questa tua dichiarazione di intenti assolutamente condivisibile e apprezzabile   «Trovare la chiave per affrontare la crisi mobilitando le migliori energie del Paese e scommettendo sulla green economy è anche l’obiettivo che si sono date le Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera avviando un’indagine conoscitiva sulla green economy da concludere entro i primi mesi dell’anno, in modo da poter orientare anche le politiche del governo italiano per il semestre di presidenza europeo».

Vogliamo sottoporti  un caso studio emblematico sullo stato dell’arte nel nostro paese del settore del riciclo, definito come un asse portante della Green Economy. Ci auguriamo che l’indagine conoscitiva che avete in programma come Commissione Ambiente e Attività Produttive consideri  questo e altri casi di imprenditori, potenzialmente attori della Green Economy che stanno invece meditando di lasciare il paese.

Ci auguriamo che un progetto di rilancio nazionale della Green Economy non possa evitare di  fornire delle risposte alle questioni che l’imprenditore in questione ha raccontato in una lettera aperta ai cittadini apparsa in cinque parti sul Sole 24 ore, nel disinteresse generale.
Questa situazione di sofferenza del settore del riciclo nazionale è stata ripresa dal Dossier che come ACV, Associazione Comuni Virtuosi, abbiamo presentato la scorsa estate per offrire un contributo all’interno dell’accordo ANCI-CONAI. 

2014 anno Ue della Green economy, Realacci: «Straordinaria occasione e vi spiego perché»

2 gennaio 2014 Greenreport

Come aveva annunciato il commissario europeo all’Ambiente, Janez Potocnik, Il 2014 sarà “l’Anno europeo della green economy”: «Voglio che l’economia sia il tema della Settimana verde dell’anno prossimo e dedicheremo tutto il 2014 alla green economy, per rendere la nostra un’economia circolare, che vive in armonia con la natura. Se si usano le risorse in una maniera più efficiente si po’ anche ridurre l’inquinamento dell’aria. Il riciclo dei rottami d’acciaio può ridurre l’inquinamento di questo settore dell’87%. ‘E’ tutto collegato e la natura produce, usa e riutilizza, funziona in maniera circolare e niente viene sprecato: la green economy è  questo».

Ed Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente della Camera ed anche del gruppo di lavoro congiunto sulla green economy, non poteva che iniziare il 2014 partendo da qui ricordando che «L’anno europeo dell’economia verde, proclamato dall’Ue per il 2014 quando cade anche il nostro semestre di turno di presidenza del Consiglio dell’Unione, non è solo uno stimolo per  contrastare i mutamenti climatici, che abbiamo visto drammaticamente in azione in Sardegna, ma è una straordinaria occasione per rilanciare la competitività delle nostre imprese e l’economia a partire dalla green economy, e per offrire una prospettiva anche ai nostri giovani. Nel nostro Paese, come evidenziato dal rapporto GreenItaly2013 di Symbola e Unioncamere, già oggi esiste un’Italia green che è fatta dal 22% delle imprese, che crea occupazione e ricchezza, tanto che il 38% delle assunzioni complessive programmate nel 2013 si deve a queste realtà. Grazie a questa green Italy sono stati prodotti nel 2012 oltre 100 miliardi di valore aggiunto e vengono impiegati 3 milioni di green jobs. Che sono il motore dell’innovazione: il 61% delle assunzioni previste dalle aziende sempre nel 2013 nei settori della ricerca e sviluppo è coperto proprio da green jobs».

Realacci sottolinea che «Le nostre realtà green sono quelle più competitive, quelle che esportano di più  ed innovano di più. Ma non solo. Sono anche le imprese che offrono più speranza ai giovani: il 36% delle assunzioni programmate nel 2013 dalle imprese green sono rivolte ad under 30 contro il 30% delle imprese non green. Dando segnali positivi anche sul fronte dei diritti: se guardiamo ai green jobs, tra le assunzioni a carattere non stagionale, l’incidenza delle assunzioni a tempo indeterminato è del 52%, mentre scende al 40,5% per le figure non connesse al settore green».

Il presidente della Commissione ambiente della Camera conclude: «Trovare la chiave per affrontare la crisi mobilitando le migliori energie del Paese e scommettendo sulla green economy è anche l’obiettivo che si sono date le Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera avviando un’indagine conoscitiva sulla green economy da concludere entro i primi mesi dell’anno, in modo da poter orientare anche le politiche del governo italiano per il semestre di presidenza europeo».