Rifiuti d’Italia, un’inchiesta di Wired
Un’inchiesta imperdibile di Wired e Cittadini Reattivi sul ciclo dei rifiuti, gli sprechi e le inefficienze. Un lavoro che prende le mosse (anche) dal nostro Dossier Anni-Conai, ancora attualissimo a distanza di tre anni.
13 miliardi di euro ogni anno. Quanto una manovra finanziaria. È questo il costo del giro d’affari, sulla gestione dei rifiuti in Italia, calcolato da Wired e Cittadini Reattivi, a partire dalle stime fornite dall’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) nel rapporto Rifiuti Urbani 2015. Cifre solo indicative e al ribasso, su cui si staglia una grande opacità della pubblica amministrazione, terreno fertile per criminalità organizzata e corruzione accertate da 314 inchieste giudiziarie con 1.602 arresti, 7.437 denunce e 871 aziende coinvolte in tutte le regioni d’Italia, secondo il rapporto Ecomafia 2016.
Una vera e propria truffa ai danni dei cittadini, perché la monnezza è oro, ma non per i cittadini che riciclano per esempio, come attestano il dossier dell’Antitrust e dell’associazione Comuni Virtuosi e come ricostruiamo nell’inchiesta Rifiuti d’Italia. Nel 2014 solo 390 milioni di euro sono rientrati nelle casse dei comuni e dei consorzi di filiera da Conai, a fronte di un valore di 1,9 miliardi di euro di rifiuti differenziati. Come a dire che la bolletta potrebbe costarci molto meno cara. Ma diventa, pure, un prezzo drammatico per la collettività, se potessimo quantificare l’impatto ambientale e il danno sanitario, determinati dalla cattiva messa in esercizio di discariche e inceneritori, che sono incalcolabili. In violazione all’articolo 13 della direttiva europea 2008/98, che ingiunge “la gestione dei rifiuti sia effettuata senza danneggiare la salute umana, senza recare pregiudizio all’ambiente”.