A Modugno si ripristina legalità e bellezza
Sono ormai contate le ore per l’eco mostro del quartiere Cecilia di Modugno (BA), un palazzo abusivo di sei piani il cui abbattimento viene chiesto dai cittadini da 50 anni e la cui fine è stata decretata anche dalla giustizia amministrativa, che si è pronunciata al riguardo più volte.
Giovedì 19 settembre alle ore 9, con la consegna dei lavori alla ditta Agoraa (aggiudicataria dell’appalto per la demolizione dell’immobile), prenderanno il via le operazioni per l’abbattimento di uno dei simboli più clamorosi degli scempi edilizi consumati nel territorio di Modugno. Si va così verso la realizzazione di un obiettivo di portata storica dell’Amministrazione Magrone: l’eliminazione del palazzo di sei piani – situato tra le vie Pordenone, Ancona, Canne della Battaglia – la cui costruzione cominciò nel 1972 senza, però, mai essere completata. Obiettivo che si realizza soprattutto grazie al pressante e duro impegno del sindaco Magrone e del vicesindaco e assessore all’urbanistica, Francesca Benedetto, con la collaborazione tecnica del responsabile del Servizio comunale ai Lavori pubblici, Franco Bruno.
Dal 1968, anno in cui fu rilasciata la prima licenza edilizia, ad oggi l’iter di realizzazione del fabbricato ha conosciuto una serie straordinariamente tortuosa di sospensioni, sequestri e dissequestri, silenzi e dimenticanze, che ha prodotto il triste risultato, ancora per poco sotto gli occhi di tutti, di un edificio ridotto al suo pericolante scheletro, noto come il ‘bubbone’, svettante da decenni nel cuore del quartiere Cecilia con tutta la sua portata di degrado per l’ambiente circostante. Nessuno in questi anni è riuscito a dargli vita perché – come hanno sentenziato anche il Tar di Puglia e il Consiglio di Stato – è “certamente abusivo”; tutte le amministrazioni passate avevano promesso di abbatterlo ma nessuna lo ha fatto. Tranne l’”amministrazione della legalità”, guidata da Nicola Magrone, che al posto del ‘Bubbone’ ha progettato la nascita del ‘Parco della legalità’.
“La popolazione del quartiere Cecilia sta per essere liberata dall’oppressione di un immobile ridotto da tempo allo stato di rudere, pericolante e pericoloso, dichiarato abusivo anche dalla giustizia amministrativa. Il ‘bubbone’ è il simbolo tristemente eloquente di una storia, soprattutto politica, di totale mancanza di rispetto per la comunità”, dice il Sindaco Magrone. “Essere giunti finalmente all’assegnazione dei lavori di demolizione significa soprattutto – sottolinea Magrone – che stiamo per sanare un’ingiuria lunga cinquant’anni e per restituire, così, dignità alla popolazione e ai luoghi del quartiere Cecilia. Contro questa ingiuria, l’amministrazione comunale ha avuto il coraggio di battersi impegnandosi in un contenzioso complicato e faticoso pur di affermare le ragioni, riconosciute dal Tar e dal Consiglio di Stato, del quartiere Cecilia e della legalità ambientale e urbanistica nel nostro territorio.”
La demolizione del ‘bubbone’ renderà finalmente possibili le misure di risanamento dell’area. A ottobre 2018, infatti, in Consiglio comunale, la maggioranza che sostiene l’amministrazione Magrone deliberò l’interesse pubblico all’abbattimento dell’immobile dichiarato abusivo dal Tar e dal Consiglio di Stato e stabilì che il sito dovrà essere riqualificato tramite la creazione di un’area a verde attrezzato che si chiamerà ‘Parco della Legalità’. Un progetto già messo a punto dall’amministrazione Comunale e pronto ad essere portato in esecuzione a demolizione ultimata. L’area nel quale sorgerà è la stessa nella quale è finalmente previsto anche l’interramento del mega elettrodotto, per il quale pure l’amministrazione Magrone si è impegnata a fondo in questi anni e la cui realizzazione è stata sbloccata con un decreto ministeriale solo pochi giorni fa.
L’abbattimento dell’ecomostro consentirà anche di impiegare al meglio i 2,5 milioni di euro ottenuti dal Comune di Modugno (con la partecipazione ai bandi delle ‘periferie’ e ‘aree degradate’) e destinati alla riqualificazione sociale, culturale e urbana del quartiere Cecilia.
Il risultato che va concretizzandosi lo si deve ad anni di un pesante lavoro di ricognizioni giuridiche e ricostruzioni storico-documentali, che si devono in gran parte al lavoro del vicesindaco Francesca Benedetto e a sopralluoghi e ricognizioni compiute dai tecnici comunali. Tutte attività che hanno portato tra le altre cose a sconcertanti scoperte come quella, per esempio, che proprietaria della struttura risultava essere una società con sede nel principato del Lichtenstein, la South Investments Company Establishment, e all’accertamento della natura abusiva dell’immobile di via Pordenone.
La conferma che il ‘Bubbone’ fosse un abuso edilizio, non condonabile e insanabile, è arrivata anche dal Tar Puglia nel 2016 e dal Consiglio di Stato nel 2017 con sentenze e ordinanze dai cui effetti è derivato che l’immobile, con la sua area di sedime, è entrato di diritto a far parte del patrimonio comunale. Questa circostanza ha permesso al Servizio Lavori Pubblici di organizzare i lavori di demolizione per i quali l’amministrazione aveva già provveduto a stanziare adeguate risorse finanziarie dal bilancio comunale. È seguito, quindi, un lungo iter burocratico con l’indizione della gara d’appalto, l’aggiudicazione e la firma del contratto con la ditta specializzata per le demolizioni che, dal prossimo giovedì, 19 settembre, prenderà in consegna l’immobile e l’area di pertinenza per eseguirvi i lavori che il quartiere Cecilia aspetta da 50 anni.