Imballaggi dispersi nell’ambiente: la soluzione c’è ma non piace all’industria del beverage

Con il 2016  entrano in azione  volontari in 39 Comuni in Olanda per contrastare l’abbandono dei rifiuti nell’ambiente. Eppure la soluzione per ridurre drasticamente la percentuale della componente imballaggi c’è: si chiama deposito su cauzione.

Si stima che ogni anno nei Paesi Bassi vengano abbandonati in luoghi urbani o in natura circa 50.000 tonnellate di rifiuti, per lo più imballaggi. Una quantità sufficiente da riempire circa 500 tir. Secondo i dati forniti dall’associazione ambientalista Stichting Natuur en Milieu (Fondazione Ambiente e Natura) circa 15.000 tonnellate di questi rifiuti sono costituite da lattine e bottigliette di plastica che, se accatastate formerebbero una torre alta 20.000 chilometri. Lattine e bottigliette costituiscono il 30% del volume dei rifiuti abbandonati e i contenitori di bevande in genere arrivano a determinare il 50% del volume totale.  Come si può vedere dall’immagine seguente un’analisi del rifiuto disperso nell’ambiente,  effettuata in Olanda, ha dato i seguenti esiti:  Contenitori di bevande = 50%_Altro tipo di packaging =20%_Plastica =8%_Involucri dolciumi e snack =1%_Resti cibo = 1%_Non specificato = 4%_Carta = 5%_Metallo = 1%_Contenitori cibo da asporto= 10%.

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Un impatto devastante se si pensa che parliamo di imballaggi non biodegradabili che, se non recuperati e riciclati, durano praticamente in eterno.

Per capire quanto il deposito su cauzione sia uno strumento imprescindibile per un’ economia circolare applicata agli imballaggi, basta comparare le quantità di contenitori di plastica che vengono intercettate per formato e tipologia. Mentre il 97% delle bottiglie di plastica grandi immesse al consumo, soggette al cauzionamento viene recuperato/riciclato, solamente il 50% delle bottigliette piccole raccolte in modo differenziato con altre tipologie di imballaggi di plastica viene intercettato.

Questo significa che il restante 50% viene sprecato, incenerito oppure disperso nell’ambiente. Stessa sorte per le lattine che, insieme alle bottigliette di plastica non sono gestite dal sistema olandese di cauzionamento.
Questa evidenza ha impedito al ministro competente, nel corso del 2015, di assecondare il tentativo di eliminare il cauzionamento sulle bottiglie grandi voluto fortemente dalle aziende del beverage, (Coca Cola in testa) come abbiamo raccontato nella nostra piccola inchiesta in più puntate.
Le pressioni da parte industriale sono state tuttavia sufficienti per impedire che non venisse ampliato il cauzionamento a bottigliette e lattine che, di fatto, sono i contenitori maggiormente abbandonati nell’ambiente e pertanto non riciclati.

Cambiamenti sostenibili nei comportamenti sociali urgono adesso

Mentre l’industria produttrice di materia vergine per imballaggi, soprattutto della plastica, fa “orecchie da mercante” sul grave inquinamento ambientale globale causato dalla plastica, imputandone le cause alla “mancanza di cultura”  del consumatore finale, tocca ai Governi nazionali e locali prendersi carico delle conseguenze e costi del problema. Succede in tutto il mondo e anche in Italia. Leggi le dichiarazioni del presidente di Corepla Quagliuolo nell’intervista sul sito rinnovabili.it. Evidentemente risulta strumentale al mantenimento dello status quo ignorare l’esistenza di una vasta letteratura scientifica nel campo delle scienze comportamentali che dimostra quanto l’architettura del sistema in cui il cittadino compie le sue scelte di vita e di consumo può essere determinante nel guidarlo/spingerlo a fare scelte sostenibili per sé e per la società. Il più recente approccio di applicazione delle scienze comportamentali al cambiamento sociale è il Nudge ovvero la teoria della spinta gentile elaborata da Richard H. Thaler e Cass R. Sunstein, economista il primo, giurista il secondo, autori del volume “Nudge, la spinta gentile”. Gli interventi di nudge non sostituiscono ovviamente le necessarie legislazioni o regolamentazioni ove mancassero, ma  possono concorrere ad un ottimale e più veloce raggiungimento degli obiettivi.
Obama negli USA, Cameron in Inghilterra , ma anche leader politici di altri governi, ne hanno già sviluppato alcune delle possibili applicazioni nei più diversi settori. A rigor di logica dovrebbe essere prassi corrente per la politica affidarsi alla scienza per prendere decisioni che vanno a impattare sulla collettività. Purtroppo raramente accade e spesso le legislazioni diventano espressione dell’ideologia politica che guida il governo in carica (a sua volta condizionato dalle lobby che difendono i propri business) invece di  basarsi su metodi scientifici supportati da numeri, dati e statistiche. Purtroppo i tempi della cultura sono lunghi e incerti e non abbiamo tutto questo tempo. Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni causate da questo modello economico lineare che consuma e spreca come se avessimo un pianeta B dove emigrare. Per l’Italia come riporta Nudge Italia parebbe essere essere in via di costituzione una cabina di regia di supporto ai ministeri del Tesoro, del Lavoro e dello Sviluppo. Non resta che augurarsi che ne derivino sviluppi positivi.

39 Comuni in azione dal 2016 
Per arginare questa situazione di degrado urbano che  la politica centrale non sa risolvere con determinazione, dal primo gennaio 2016, entra in azione la società civile. I primi 39 comuni Comuni olandesi che partono con una raccolta di lattine e bottiglie sul territorio rappresentano insieme circa 1,5 milioni di cittadini. Vai alla mappa dell’articolo originale. Tra i soggetti coinvolti nel primo periodo di test ci sono associazioni locali di varia natura e scuole. Nel secondo trimestre del 2016 si uniranno almeno altri 16 comuni.

Come funziona
Associazioni, club sportivi o scuola possono adottare fette di territorio come parchi o percorsi urbani e occupandosi di raccogliere i rifiuti e di consegnarli al servizio di raccolta rifiutit del Comune. In cambio il Comune offre una ricompensa in denaro o in un servizio gratuito a seconda della tipologia del soggetto che opera volontariamente.

L’Olanda tra i tre paesi europei per maggiore consumo pro capite di imballaggi

Secondo i dati europei analizzati dalla ONG Fondazione Ambiente e Natura l’Olanda con le sue 50.000 tonnellate di rifiuti abbandonati ha una performance molto inferiore rispetto a quella di altri paesi come Germania, Austria e Svizzera. Meno rifiuti e sporcizia nelle strade dei paesi prima citati dipendono, secondo Sijas Akkerman della ONG olandese, da una migliore separazione e recupero dei rifiuti che viene soprattutto incentivata nei paesi dove è in vigore il cauzionamento.
L’Olanda inoltre è tra i primi paesi (ci siamo anche noi..) con un più alto consumo pro capite di imballaggi: circa 220 kg a testa con una media di 7 pezzi al giorno. Nel paese si è passati dal 176 kg del 1976 ai 212 del 2007. Il consumo medio europeo e di 164 kg all’anno.