Borghi giovani

Come abbiamo già anticipato nella prima puntata di questa rubrica dedicata al Manifesto dei Borghi Autentici che trovate qui, il Manifesto BAI è al centro di un processo di revisione che vuole renderlo ancora più attuale, aggiornato, “utile” per definire le linee strategiche e le azioni che l’Associazione porta avanti con la sua rete di enti soci.

Questo documento, fondamentale nel lavoro che Borghi Autentici svolge con la sua rete di enti soci, deve infatti essere sempre aggiornato, in grado di mettere in evidenza le priorità e i bisogni dei territori e delle comunità locali a cui si rivolge in un determinato momento.

A questo proposito ricordiamo che tutti possono contribuire all’aggiornamento del Manifesto, inviando i propri suggerimenti, idee e riflessioni all’indirizzo mail info@borghiautenticiditalia.it, entro il 15 marzo 2015.

Tra i temi sui quali si basa il nuovo Manifesto (che in questa nuova versione passano da 13 a 8) spicca l’importanza che la presenza dei giovani ha per la vita nei territori, in particolare per i territori come i borghi autentici.

Questo tema si intitola si intitola “I giovani sono il futuro del borgo, senza i quali il borgo non ha futuro” e si fonda su due presupposti fondamentali: da un lato, l’immagine spesso generalizzata e negativa dei giovani, con una “creatività” complessa da definire e molte volte non compresa, non coinvolta nella progettazione della vita della comunità; dall’altro, il rischio che i giovani si allontanino dai borghi, abbandonando i loro territori e portando altrove le proprie competenze, le idee e l’entusiasmo.

Le riflessioni del Manifesto BAI mettono quindi in evidenza l’importanza per il borgo e per la sua comunità di comprendere la creatività e l’entusiasmo dei giovani, per coinvolgerli nella vita della comunità locale, dando loro l’opportunità di realizzare i propri sogni e i propri progetti nei territori d’origine, coi i loro sguardi nuovi e mescolando la tradizione con le innovazioni, creando in questo modo un patrimonio culturale unico e di qualità.

Tra i progetti che coinvolgono i giovani dei borghi autentici, il percorso Comunità Ospitali vede tra i suoi protagonisti i tutor dell’ospite, “un abitante del borgo che si offre di accompagnare passo passo il viaggiatore durante il suo soggiorno nella Comunità Ospitale, per fargli scoprire la vita del posto, le sue particolarità, le bellezze che magari rischierebbero di rimanere nascoste”. Molti di questi tutor dell’ospite sono giovani abitanti del borgo che, innamorati del proprio territorio, decidono di promuoverlo e valorizzarlo.

Alessandra, tutor dell’ospite della Comunità Ospitale di Masullas (Or), un piccolo paesino di 1200 abitanti ai piedi del Monte Arci, racconta la sua esperienza di impegno e passione per il suo borgo: “Ho 25 anni e frequento la facoltà di Giurisprudenza a Cagliari; Quando mi sono iscritta all’università ho deciso di viaggiare e di restare a vivere nel mio piccolo borgo. Ho scelto di non trasferirmi a Cagliari perché il mio paesino riesce a darmi la serenità che una grande città come Cagliari non mi trasmette. Questo perché in un piccolo paese come il mio ci si conosce tutti, i rapporti umani sono stupendi, le persone ti vogliono bene, non vanno di fretta, non ti dicono un semplice ciao ma si fermano a parlare, ti chiedono come stai. Ho scelto Masullas perché i suoi luoghi, con le sue tradizioni, con le sue sagre paesane, riesce ad evocarmi qualcosa di speciale ed essere l’epicentro di sogni e ricordi. Ormai da anni il nostro piccolo borgo aderisce a varie iniziative riguardanti gli stili di vita sostenibili: per citare la più recente, a febbraio il nostro piccolo borgo ha aderito all’iniziativa ‘M’illumino di Meno’, aprendo i suoi musei, le sue scuole, la sua palestra a questa idea e invitando tutta la popolazione ad unirsi a loro! Questa è la Sardegna… questa è la mia Masullas”.

“Sono nata e cresciuta a Galtellì, la Galte di Canne al vento e ho visto il mio piccolo paese diventare piano piano una destinazione turistica; da qui è maturata l’idea di dedicarmi al turismo e approfondire le relazioni che si creano in un territorio interessato da questo settore – racconta invece Giuseppina, tutor di Galtellì (Nu) -. Sono una guida turistica e parlare agli altri del mio borgo, del ruolo ricoperto in età medievale, degli affreschi che impreziosiscono l’antica cattedrale, del Cristo miracoloso, delle bellezze naturali e del romanzo ambientato tra la sue vie e la sua gente è facile e naturale. Da alcuni mesi è iniziata una nuova avventura, quella del tutor dell’ospite, obiettivo principale: ‘far sentire il visitatore un cittadino temporaneo del borgo’, facile e naturale anche questo grazie solo grazie però alla sinergia che si sta consolidando con l’intera comunità. Con una comunità che riscopre la sua identità e su queste basi costruisce il suo futuro diventando protagonista dello sviluppo turistico del proprio paese. Non sono i luoghi a raccontare la comunità ma le persone che la raccontano tramite i luoghi e la fanno vivere con le tradizioni, la fede, il cibo instaurando relazioni che vanno oltre la vacanza”.