Fondata sul consumo
Comprare sfuso si può fare in tutti i supermercati e gastronomie di mezza Europa, meno che in Italia, la repubblica fondata sul consumo monouso.
Che al governo ci siano i verdi gialli o rossi oppure tizio, caio o sempronio, poco cambia. Quando non è l’azienda sanitaria locale a ostacolare o bocciare iniziative dove è possibile usare propri contenitori, è l’assessore regionale/comunale o lo zelante burocrate di turno.
Il nullaosta per i sacchetti riutilizzabili per l’ortofrutta non è mai arrivato, i funzionari del ministero ambiente e quello della salute se la sono rimpallata sino a che il tema è entrato nel porto delle nebbie.
I supermercati hanno aggirato l’ostacolo usando sacchetti in carta con finestrella sempre monouso che si rompono che è un piacere, oppure aumentando l’assortimento di ortofrutta già confezionata, oppure smettendo di addebitare il sacchetto biodegradabile. Sicuramente hanno smesso per prime le farmacie (prima di tanti negozi) a non fare pagare gli inutili sacchettini minuscoli.
In uno speciale dell’anno scorso che ho curato per “Economia circolare” ho raccontato di diversi modelli di riuso che vengono invece lanciati e promossi in Francia e in altri paesi. Questo articolo è su un primo concept lanciato a Rotterdam dall’insegna Albert Heijn che mette in condizioni i i clienti di fare gran parte della loro spesa quotidiana con contenitori riutilizzabili portati da casa.
Funziona molto semplicemente: i clienti riempiono una borsa o un barattolo riutilizzabile con un prodotto – per esempio muesli, pasta, tè, cereali. caffè in chicchi, frutta secca e pagano in base al peso del prodotto.
Questa iniziativa rientra nel programma dell’insegna mirato a ridurre di venti milioni di chili il materiale da imballaggio entro il 2025.
Le referenze acquistabili senza imballaggio sono 70 e coprono i pasti e spuntini di una giornata: dalla colazione alla cena. Circa l’80% delle referenze (55 prodotti) è biologico.
L’Albert Heijn XL di Rotterdam è il primo punto vendita a introdurre questa opzione.
Prossimamente altri punti vendita seguiranno come l’XL di Gelderlandplein (Amsterdam) e l’XL di Leidschendam, per arrivare ad avere altri cinquanta negozi con il prossimo anno.
Albert Heijn ha sviluppato il progetto insieme a SUPZero, un’organizzazione che supporta le aziende nella transizione verso modelli di consumo senza rifiuti. Marit van Egmond, CEO Albert Heijn: “Insieme vogliamo migliorare l’accessibilità ad alimenti più sani incoraggiando uno stile di vita più sano che rispetta l’ambiente.
Silvia Ricci, Responsabile campagne Associazione Comuni Virtuosi