“I DRS sono il futuro”. Una radiografia globale dei sistemi di deposito

Tipologie di bevande incluse nei sistemi DRS

Le prestazioni di un sistema di deposito dipendono anche dall’ambito di applicazione previsto dalla norma che ha sancito l’obbligatorietà, definendo quali tipologie di contenitori e quali bevande ne sono interessate. In generale, quanto più ampio è il campo di applicazione, tanto più efficace sarà il sistema. Con più tipologie di contenitori e di bevande coperte da un DRS diventa più facile anche per il consumatore capire quali bevande e contenitori sono soggetti al sistema della cauzione, con effetti positivi sul tasso complessivo di intercettazione.

I contenitori interessati da un DRS vengono generalmente designati sulla base della bevanda che contengono (alcolica, analcolica, gassata, non gassata..), oppure del materiale di cui è fatto il contenitore (plastica, alluminio, vetro, poliaccoppiato…). La maggior parte dei sistemi di deposito includono contenitori in plastica (prevalentemente PET), metallo (prevalentemente alluminio) e vetro, ma con qualche eccezione come vedremo nella sezione sui Paesi europei.

Modello di organizzazione

I modelli di gestione di un sistema cauzionale sono due:

– quello centralizzato, il modello prevalente in Europa, con un ente no profit costituito generalmente da produttori e rivenditori di bevande che sovraintende a tutte le attività,

– e il decentralizzato, dove in genere è la grande distribuzione che rimane proprietaria del materiale raccolto presso i propri punti vendita e può pertanto rivenderlo sul mercato, oppure usarlo per la produzione di imballaggi a marchio proprio, (come nel caso di Lidl in Germania).

Negli Usa prevale largamente la gestione decentralizzata mentre al contrario, i sistemi del Canada sono a gestione centralizzata.

Il modello gestionale è uno tra i fattori che influiscono sulle prestazioni di un sistema di deposito e in quest’ottica il modello centralizzato è più performante, principalmente perché i modelli gestiti da un’organizzazione centralizzata senza e scopo di lucro (di proprietà degli stakeholder interessati) hanno dimostrato di poter meglio garantire la massima trasparenza possibile, una maggiore equità per i soggetti coinvolti dal sistema e un’ottimizzazione della logistica, evitando di duplicare le attività e dunque di aumentare i costi e il carico di lavoro dei produttori.

I DRS europei in pillole

  1. Paesi europei dove è in vigore un DRS hanno i livelli di intercettazione di maggiore successo per i contenitori di bevande, con un tasso medio intorno al 91% rispetto alle quantità di contenitori immessi al mercato.
  2. Il modello di restituzione dei contenitori denominato Return-to-Retail (ritorno al rivenditore) è quello scelto dai paesi europei. Solamente l’Islanda ha in essere un modello Return-to-Depot (ritorno ad un centro di raccolta preposto).
  3. Tutti i sistemi in vigore e molto probabilmente anche quelli di prossima attuazione (sempre in Europa) prevedono l’adozione di un sistema di gestione centralizzato. L’eccezione più importante è rappresentata dalla Germania dove operano più sistemi contemporaneamente dando vita ad un sistema decentralizzato.
  4. In tutti i Paesi sono i produttori e i distributori di bevande attraverso un operatore di sistema da loro designato a gestire il sistema cauzionale, con l’eccezione della Croazia dove a sovraintendere al sistema c’è una società pubblica.
  5. In tutti i Paesi il DRS è stato introdotto attraverso un atto legislativo.
  6. I DRS europei in vigore includono contenitori di bevande come bottiglie in plastica (PET), in vetro e lattine. Non includono il vetro i sistemi cauzionali della Norvegia, Svezia e Olanda. In Olanda è attivo dal 2005 un sistema cauzionale per le sole bottiglie in plastica con contenuto superiore al litro, che dal prossimo luglio 2021 sarà esteso alle bottigliette di formato inferiore. Le lattine saranno invece incluse nel sistema dal 31 dicembre 2022, con l’obiettivo di arrivare a raccoglierne il 90% entro il 2024.

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