Le nostre proposte al PAN

Sull’uso dei pesticidi chiediamo che siano i sindaci a decidere per le proprie comunità.

L’Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi, che da ormai quindici anni si impegna a promuovere e condividere buone pratiche ambientali e sociali, ritiene che la bozza in discussione del Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, meglio noto come Pan, non sia coerente con la direttiva europea 2009/128/CE sull’impiego responsabile dei pesticidi.

Il testo non indica la riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari, privilegia la produzione integrata rispetto all’agricoltura biologica, non tiene conto dei princìpi e delle pratiche dell’agroecologia, non introduce alcun divieto dei pesticidi più tossici neppure nelle aree naturali protette, non garantisce le produzioni biologiche da possibili contaminazioni, ignora il tema dei controlli e delle sanzioni sulla mancata applicazione delle regole. E ancora, sulla questione delle distanze dei trattamenti dalle abitazioni e dai luoghi sensibili i limiti sono lontani da qualsiasi cautela, con la possibilità da parte di regioni e province autonome di ridurli ulteriormente fino a cinque metri.

Ad oggi siamo dunque lontani dal poter contare su uno strumento efficace e coerente con la normativa europea. Uno strumento che dovrebbe creare le condizioni affinché l’uso dei pesticidi sia considerato solo come ultima ratio.

La proposta che facciamo come Comuni Virtuosi è quella di introdurre nel testo del nuovo Pan elementi di sicuro interesse quali il diritto-dovere dei sindaci, che rappresentano la massima autorità sanitaria non delegata, di intervenire nella regolamentazione dell’uso dei pesticidi nei loro territori e, ad essa correlata, la redazione di specifiche mappe che suddividano le diverse aree delle comunità dalle più critiche a quelle meno critiche.

Ciò significherebbe andare a vietare sulla base del principio di massima cautela l’uso di prodotti chimici tossici e cancerogeni, se non possibili interferenti endocrini, in aree sensibili e densamente popolate o nei pressi delle sorgenti e delle fonti d’acqua. Viceversa, consentirebbe agli agricoltori ancora in regime di agricoltura convenzionale di poter impiegare all’occorrenza i prodotti di sintesi nei loro fondi ubicati lontano dal centro abitato o dai luoghi evidenziati come critici e sensibili.

La nostra proposta andrebbe inoltre a superare la questione delle distanze, chiamando tutti alla responsabilità: dall’uso più attento dei pesticidi alla necessità di cambiare il metodo di coltivazione al fine di vivere meglio e trasmettere la terra con i suoi frutti e il sano lavoro alle future generazioni.