Per essere capaci di futuro

Non ci sono ancora studi capaci di fotografare questa vita sospesa, un inedito che sperimentiamo per la prima volta nel dopoguerra, sconvolgendo il passo della nostra esistenza e la dinamica naturale con cui la società si rinnova al ritmo degli eventi, degli errori e dell’impensabile. E tuttavia un dato emerge con chiarezza: la paura del futuro, certificata dalla paralisi delle nascite. Il Covid ci schiaccia sul presente, annulla i calcoli, cancella gli investimenti sul domani, seminando la paura. E dunque blocca il principale investimento nel capitale umano del Paese, i bambini.

Secondo le simulazioni dell’Istat, il 2020 si chiuderà con 20 mila nati in meno rispetto ai 420 mila all’anno precedente, scendendo per la prima volta dall’unità d’Italia sotto la soglia psicologica di un risultato storico negativo: meno di 400 mila neonati contro 700 mila morti, quasi il doppio.
Sono sette anni consecutivi che ogni bilancio delle nascite registra un record al ribasso, con cali mai raggiunti prima. E la tendenza naturale, spontanea, dell’ultimo periodo è confermata anche nel 2020″. 

Così scrive Ezio Mauro su “La Repubblica” commentando le proiezioni sul calo delle nascite elaborate dall’Istat per il 2020.

Manca il futuro. I numeri non fanno altro che certificare una sensazione di oppressione che appesantisce l’aria delle nostre società ben prima dell’arrivo del Covid. E’ l’appiattimento del tutto e subito, del consumo ad ogni costo, della mediocrità che si fa vanto e pretesa. E’ la sconfitta di una politica che non sa più immaginare, progredire, osare.

Occorre fare in fretta, per rimettere in discussione ogni cosa. Partendo dalle persone e dal loro rapporto con il tempo, con il creato, con il prossimo. Costruire cantieri della sostenibilità, ecologica ed umana. Occorre una chirurgia per l’anima in grado di compiere scelte radicali.

Per essere capaci di futuro.

Marco Boschini, coordinatore Associazione Comuni Virtuosi