Piccola guida per realizzare sistemi di riuso degli imballaggi efficaci

​Materiali adatti a garantire la durata

Il materiale e la tipologia di contenitore scelto è un altro elemento chiave nella progettazione di un sistema di riuso che ne determina anche il suo impatto ambientale. L’opzione che si va ad individuare – considerando che tutti i materiali hanno un impatto ambientale e non esistono materiali sostenibili ma cicli di utilizzo sostenibili – dovrebbe garantire:

  • il maggior numero di utilizzi possibile;
  • la possibilità di essere rigenerato o ricondizionato;
  • la facilità di riciclo al termine della sua vita utile;
  • un’esperienza di consumo affidabile e piacevole per i clienti, in linea con le caratteristiche del marchio che l’adotta.

Sono diversi i materiali che vengono impiegati nella produzione di contenitori riutilizzabili in tutto il mondo a seconda dei diversi settori e delle caratteristiche dei prodotti. In generale si riscontra una prevalenza dei materiali plastici nei diversi settori che includono anche gli imballaggi del circuito industriale e commerciale. Trend che si registra anche nella ristorazione con una presenza minoritaria di contenitori in vetro e acciaio inossidabile.

Il modello di pagamento e di incentivi conta

Al fine di consentire e incoraggiare un uso regolare dei servizi che gestiscono gli imballaggi riutilizzabili l’utilizzo dei “giusti” incentivi economici, sistemi di pagamento e degli addebiti per i contenitori non restituiti, sono elementi fondamentali per determinare il successo di modelli che devono essere economicamente sostenibili anche sul lungo termine. Le entrate di questi modelli provengono da due fonti principali: transazioni con i clienti e le commissioni sostenute dalle aziende che utilizzano il servizio.

Per quanto riguarda i clienti i modelli sono basati sul pay-per-use o con il modello abbonamento (subscription). Da indagini effettuate dal progetto di Closed Loop risulta che due terzi dei rispondenti preferisca il primo modello che permette una maggiore flessibilità nell’utilizzo senza rischiare di pagare per un servizio che non usufruiscono, al contrario degli utilizzatori frequenti che preferiscono il secondo modello. La maggior parte dei servizi basati su contenitori riutilizzabili include una commissione per ogni utilizzo che non deve essere sovradimensionata rispetto ai costi sostenuti per non scoraggiare la partecipazione degli esercizi al sistema. Il processo di pagamento è un’area in cui l’integrazione e la compatibilità con sistemi operativi  (in particolare POS e app/pagamenti mobili) più utilizzati dai bar e dalle attività commerciali.

L’allineamento degli incentivi presenti nei programmi dei singoli esercizi – parte di un circuito di esercizi commerciali che utilizza lo stesso servizio – renderà più facile ai nuovi clienti l’adesione e migliorerà la fidelizzazione. A loro volta gli incentivi/disincentivi scelti dovrebbero essere allineati alle politiche ambientali correlate al riuso e alla riduzione dei rifiuti da monouso eventualmente in vigore nei territori (di cui al punto sulla collaborazione con gli enti locali).

Un grande impulso allo sviluppo di sistemi riutilizzabili arriva dall’uso di tecnologie che utilizzano l’Internet of Things e tecnologie come Rfid. I cosiddetti “contenitori intelligenti” contengono un chip leggibile da tutti gli smartphone una volta installata l’applicazione. Questi sistemi non permettono solamente il tracciamento del contenitore durante le varie fasi del ciclo d’uso, ma anche la raccolta di dati interessanti sotto il profilo ambientale (in termini di rifiuti ridotti ed emissioni di CO2 evitate) ed economico.

Tra le funzioni più interessanti dal punto di vista dell’utilizzatore del servizio c’è la possibilità di effettuare pagamenti cashless/contactless, molto utilizzata durante la pandemia. Ma è molto apprezzata anche la veloce restituzione del contenitore tramite una scansione che conferma in tempo reale l’avvenuta registrazione del reso, insieme all’eventuale restituzione della cauzione quando prevista.

Monitorare e misurare gli impatti e le prestazioni del sistema di riuso degli imballaggi
Per promuovere i modelli di riuso è fondamentale mostrare il loro impatto netto positivo sull’ambiente e per farlo servono dati e metriche comuni che possano misurare le variabili, gli input energetici, gli indici di riutilizzo dei contenitori e altri aspetti. Nello studio si trova anche una sezione che suggerisce una serie di metriche da prendere in considerazione nello sviluppo di un approccio standard di misurazione per il settore suddivise in base ai quattro criteri chiave: fattibilità tecnica (come caratteristiche del sistema e del contenitore), sostenibilità economica (per i locali e per il partner logistico), circolarità del sistema, user desirability (realmente allineato alle esigenze dei soggetti che l’utilizzeranno).
Le parole di Matt Prindiville, ceo di Upstream, definiscono con chiarezza il ruolo che svolge la misurazione: “Con la scalabilità dei modelli di riutilizzo – commenta Prindiville -, la creazione di un quadro di misurazione standardizzato può aiutare ad allineare il settore nel suo complesso intorno a metriche importanti con progressi per la collettività. Con l’aiuto di un set standard di metriche, benchmarking (analisi comparative tra le diverse aziende di solito concorrenti, ndr) e raffronti con il baseline di partenza (misura di prestazione o indicatore che rappresenta ‘il punto di partenza’, ndr) sarà possibile valutare i progressi e fissare obiettivi ambientali più ambiziosi e raggiungibili.

​Gli Stati membri alla prova delle direttive Ue
Un grande assist verso l’adozione dei modelli di riuso nella formula Paas (product as a service, “prodotto come servizio” in italiano),  si ritrova nel quadro di riferimento Europeo a supporto della transizione verso un’economia circolare. I modelli Paas sono espressamente richiamati dal Parlamento europeo all’interno della Risoluzione del 10 febbraio 2021 sul Pacchetto europeo per l’economia circolare nella relazione sul nuovo piano del 28 gennaio 2021) tra gli obiettivi dell’iniziativa.
Inoltre la promozione del modello “prodotto come servizio” in cui i produttori mantengono la proprietà del prodotto o la responsabilità delle sue prestazioni per l’intero ciclo di vita si ritrova anche all’interno dell’Iniziativa della Commissione sui prodotti sostenibili (Sustainable product Initiative) ) attualmente in fase di seconda consultazione

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