Più risorse per la raccolta differenziata imballaggi = bollette rifiuti meno salate

IN ATTESA DI UNA RISPOSTA DOVUTA DA PARTE DI ANCI

Perché l’Anci, i suoi Presidenti e i Comuni in generale hanno accettato, tutto sommato passivamente e da anni, un accordo che non li tutela per più di un motivo?
Perchè i Comuni accettano che i cosiddetti “maggiori oneri” ricevuti dai Consorzi (o attraverso altri soggetti delegati), arrivino a coprire meno di un terzo dei costi che essi sostengono per la RD degli imballaggi. E ancora perché i Comuni accettano il fatto che il sistema italiano preveda/permetta che i Comuni cedano gratuitamente i materiali differenziati ai Consorzi?. Va detto che qui non siamo in presenza di una prassi comune, come abbiamo dimostrato nel nostro Dossier. In altri paesi con un sistema simile al nostro, come ad esempio in Francia, i Comuni ricevono sia un contributo per coprire i costi di raccolta, che il corrispettivo economico di mercato per le quantità di imballaggi che conferiscono. E’ di questi giorni la notizia che i Comuni francesi non sono disposti a cedere sull’entità dei corrispettivi in negoziazione per il nuovo accordo. Insistono che dal 55% di copertura attuale dei costi della RD ( al netto della vendita dei materiali conferiti) da parte dei produttori attraverso Eco Emballages, si arrivi all’80% stabilito per legge senza compromessi.
Considerato che la raccolta differenziata degli imballaggi deve crescere in termini quantitativi -ma soprattutto qualitativi per adempiere agli obiettivi di reale riciclo nazionali ed europei-, giustamente sempre più ambiziosi, perché non si apre un dibattito pubblico nazionale e trasparente su come raggiungere tali obiettivi, analizzando quali modifiche sia possibile introdurre e quali ostacoli sia necessario rimuovere nell’attuale situazione ?
L’apertura di una fase di analisi delle criticità sulle condizioni che regolano gli accordi Anci Conai, dopo i rilievi e le soluzioni fornite da ormai due indagini dell’Antitrust sul settore dei rifiuti (1), è quanto di più logico ci si possa aspettare da parte dei vertici dell’Anci.  Tale fase che dovrebbe prevedere un’ampia collaborazione e coinvolgimento da parte dei Comuni- ma anche degli altri soggetti e operatori coinvolti nel perseguimento degli obiettivi di prevenzione e riciclo degli imballaggi- sarebbe necessaria anche per non giungere “impreparati” al prossimo accordo quadro.

Un intervento di Anci sulla questione è, a nostro modesto parere, altresì necessario per segnare un cambio di passo verso un giusto bilanciamento di interessi e obiettivi tra l’Anci e il sistema consortile Conai. Nonostante la collaborazione imprescindibile che ci deve essere tra i due soggetti per raggiungere gli obiettivi comuni, non va dimenticato che i rispettivi interessi non possono coincidere. Pena la rinuncia  di una delle controparti alla sua missione e al suo ruolo.
Comprensibile che l’Anci voglia esprimere parole di elogio per il modello italiano virtuoso, ma molto meno comprensibile è il fatto che l’Anci si schieri in varie occasioni a totale difesa dello status quo ogni qualvolta si tratti di introdurre modifiche al sistema consortile .
Il più recente esempio si è avuto nell’azione portata avanti dall’Anci in più sedi per impedire che venisse approvata un norma all’art.37 all’interno del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza. Tale disegno di legge nr. 2085 dopo l’approvazione del Parlamento sta percorrendo il suo iter al Senato.
Siccome a nostro giudizio le motivazione addotte a suo tempo dal delegato all’energia e ai Rifiuti di Anci- Filippo Bernocchi, (che paventavano perdite per i Comuni per centinai di milioni di euro, e non solo…), ci sono apparse infondate, ci siamo rivolti al Presidente Fassino per un chiarimento.
Tramite una lettera aperta pubblicata sul nostro sito (rimasta senza risposta) abbiamo chiesto di avere maggiori informazioni su tale tesi e in seconda battuta da parte di chi in Anci fosse arrivato al delegato Filippo Bernocchi il mandato per spendersi in tre audizioni: in parlamento, in senato e presso l’Agcom, ai fini di contrastarne l’approvazione.

Una posizione davvero incomprensibile quella di Anci poichè sia dalle conclusioni che emergono dall’IC49, che da quanto argomentato nel nostro Dossier, il punto non è tanto l’ammontare delle risorse che entrano nei Consorzi Conai, ma l’uso che se ne fa, e in quale misura tali risorse vengono devolute ai Comuni.
Qualora invece esistesse uno studio che dimostri l’esistenza di una diretta correlazione tra le entrate dei Consorzi e quanto i Comuni hanno ricevuto e riceveranno chiediamo nuovamente di poter prenderne visione.
Nel rimandare alla lettura di commenti già pubblicati da media del settore del riciclo sull’indagine IC49 e ad un successivo approfondimento su altri punti chiave emersi (2), rinnoviamo con l’occasione l’invito al Presidente di Anci Fassino di farsi promotore di un cambio di passo all’interno di Anci e verso la politica nazionale per garantire più risorse ai Comuni anche per la raccolta differenziata.
Torneremo prossimamente sul tema dei rifiuti in relazione al pacchetto Economia Circolare per continuare a svolgere un ruolo proattivo come associazione, soprattutto per portare l’attenzione su quelle che sono le azioni indispensabili ex ante per promuovere una reale prevenzione dei rifiuti da imballaggio.
Al tema della prevenzione in fase di progettazione di beni ed imballaggi, che è il vero motore dell’economia circolare (da non confondere con l’attuazione del mero riciclo) è infatti dedicata la nostra seconda iniziativa a lungo termine Meno rifiuti più risorse, seguito naturale di Porta la Sporta, e complementare alle tematiche “Anci -Conai”.

(1) La prima indagine IC26 fu avviata nel 2005 e si concluse nel 2008.
(2) L’indagine IC49 smentisce o ridimensiona alcune delle affermazioni più ricorrenti apparse negli anni sui media. Tra gli esempi l’avvenuto raggiungimento degli obiettivi di legge di recupero e riciclo degli imballaggi (Pag. 172, punto 599 IC49) e i diversi benefici che scaturirebbero dall’esclusivo operato del sistema consortile per Comuni, ambiente e l’economia. Da una lettura attenta si evince inoltre come sia possibile ottenere da noi quelle “performances dell’attività di riciclo italiane in linea con i migliori dati degli altri Paesi avanzati, ma con costi, per il sistema delle imprese, minori della media europea” di cui i Consorzi si fregiano in Europa.

-Leggi anche il punto di vista dei riciclatori del settore plastica espresso dall’associazione Assorimap e dei riciclatori indipendenti.

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