Sostenibilità e partecipazione. Così sfidiamo la crisi

«Tiriamo su bene i toseti, ci saranno loro nel paese». Pensare al domani partendo dai toseti, dai bambini. Un mantra che si ripete, di bocca in bocca, come una litania condivisa: lo dice il pensionato volontario, che con corda e paletta aspetta i piccoli fuori da scuola per accompagnarli a casa con il «Pedibus» ed evitare l’ingorgo di auto con genitori isterici fuori dal cancello. Lo ripete l’agricoltore, mentre sistema una cassetta di ortaggi biologici disegnando con le dita nell’aria un lungo itinerario tra fossi e filari, auspicandosi un rilancio culturale ed economico delle aziende del territorio. Lo sostiene la pensionata con la spesa in mano, mentre andando a casa si ferma a guardare i nomi dei nuovi nati, nella bacheca che l’amministrazione ha voluto mettere in piazza per dare un segno concreto di vitalità.

Ordinaria virtù

Cartoline di ordinaria quotidianità da Marano Vicentino (Vi), centro di 9620 anime che ha vinto la decima edizione del concorso promosso dall’Associazione «Comune virtuosi», risultando quindi il migliore nell’attuazione di buone pratiche capaci di migliorare la qualità della vita, dell’ambiente e della gestione del bene pubblico. «Sostenibilità e partecipazione: sono state le due leve con cui abbiamo cercato di sfidare la depressione collettiva causata dalla crisi economica, per offrire prospettive ai cittadini e influire nei comportamenti della gente». Piera Moro, psicologa di 63 anni con una vita trascorsa nei servizi sociali, è il sindaco di Marano, eletta nel 2012 con una lista civica orientata a sinistra.

Nebbia e campi arati, capannoni e frutteti, una tradizione contadina che ha lasciato negli anni il passo ad artigiani e piccoli industriali, un vivace fermento civico suggellato da una settantina di associazioni censite e un’economia minata dal crac della Banca Popolare di Vicenza che ha bruciato risparmi per quasi 16 milioni di euro solo tra gli abitanti del paese. «Essere virtuosi in questo contesto significa soprattutto fare rete, mettere in gioco tutte le potenzialità e non sprecare le risorse in un’ottica di rispetto per le generazioni prossime – spiega il sindaco -. Bisogna fare un patto con i cittadini: insieme si progetta, si cambia e si cresce. Noi non abbiamo fatto nulla di eccezionale: il nostro merito è quello di aver fatto tante piccole cose, in modo organico e consapevole».

Sacrifici

E se ai cittadini bisogna chiedere qualche sacrificio in più, il sindaco è stata la prima a rinunciare allo stipendio, destinando i fondi in parte ad una consulenza legale per un ricorso, vinto, contro una direttiva che permetteva ad una discarica locale di smaltire materiale altamente inquinante, e in parte per costruire aggregazioni di piccoli artigiani nella zona, in modo da cooperare in modalità più strutturata. Così come è stata virtuosa la scelta di salvaguardare il suolo, impedendo consumi di terreno agricolo e favorendo la riqualificazioni di aree dismesse.

«La qualità della vita passa da queste scelte: sono scelte che incidono sulle casse comunali, ma sono scelte responsabili e ponderate, per non svendere il nostro paesaggio», spiega Francesco Luca, 35 anni, assessore alla Qualità del territorio e responsabile di tutto quello che riguarda l’urbanizzazione e l’ambiente. Ed è lui, insieme a una cinquantina di contadini dell’area, che sta disegnando un innovativo itinerario cicloturistico: 25 chilometri di sentieri, carreggiate e strade secondarie già esistenti, con cui tagliare le campagne, incontrare chi quelle terre le lavora, riscoprire la coltivazione e la lavorazione dell’antico mais «Marano» e, magari, assaggiare o acquistare qualche prodotto. Ed è sempre lui a coordinare la raccolta differenziata, con sacchi dotati di microchip per renderli riconoscibili e permettere così di stabilire le imposte in base al consumo, destinando però appositi bidoni bianchi alla raccolta dei pannolini, per non gravare sulle tasche delle famiglie con bambini piccoli o anziani.

L’impegno dei più piccoli

E se è dai toseti che bisogna partire, ecco anche i bimbi impegnati a sorvegliare il territorio, grazie all’operazione «Segugio fiuta rifiuti» ideata da un giovanissimo. «Durante un’attività promossa da Legambiente mi sono accorto di quanto sporco nascosto di fosse in giro: allora mi è venuta l’idea di coinvolgere i miei compagni di classe e diventare delle sentinelle». Parola di Tommaso Rossi, 11 anni e ciuffo sbarazzino, che ha proposto al comune di allestire una cassetta in cui segnalare la presenza di rifiuti e sollecitare gli addetti ad intervenire settimanalmente, preferibilmente a bordo dell’auto elettrica acquistata dalla giunta.

«Essere virtuosi non costa di più che non esserlo – conclude il sindaco Moro -. Però significa esserci, stare in mezzo alla gente, ascoltarla, coinvolgerla. Amministrare con intelligenza, buon senso e lungimiranza qualcosa che non ti appartiene perché appartiene a tutti. Con un occhio al presente e uno al futuro. Perché i toseti sono lì che ci guardano».

Di Federico Taddia – La Stampa