Una buona legge sui rifiuti
Ridurre i rifiuti, ovvero ridurre il materiale post-consumo avviato a smaltimento o a incenerimento, aumentare la produttività per unità di materie prime, debbono essere gli obiettivi prioritari delle politiche ambientali di Enti e Governi territoriali.
La Regione Emilia-Romagna ha approvato un importante progetto di legge, che recepisce le proposte degli Enti locali, delle associazioni ambientaliste e dei cittadini, espresse attraverso una legge di iniziativa popolare, approvata da molti altri Enti locali, che complessivamente rappresentano oltre un milione di abitanti.
L’azione normativa è fondamentale per promuovere e attuare queste politiche, poiché consente di:
– semplificare i percorsi amministrativi per la autorizzazione di impianti e processi legati alla raccolta differenziata di qualità e al riciclo di materia;
– creare una leva fiscale per promuovere i comportamenti virtuosi;
– creare un fondo per finanziare la trasformazione dei modelli di raccolta, meccanismi di tariffazione puntuale, ovvero proporzionali alla quantità di materiale avviato a smaltimento, e per finanziare impianti e processi di riciclo e recupero di materia.
La legge regionale declina queste azioni e sarà strumento fondamentale per promuovere una filiera economica legata al riciclo e all’uso razionale delle risorse.
Un’altro punto qualificante della legge è la definizione di un’indice di prestazione e di qualità più oggettivo della percentuale di raccolta differenziata, che è spesso fuorviante, sia per i criteri eterogenei adottati in termini di assimilazione, sia perché non rappresenta correttamente la quantità di materiale effettivamente avviato a riciclo. La legge propone come indice di prestazione e di qualità la quantità di rifiuti avviati a smaltimento per abitante equivalente, ovvero considerando i flussi turistici e i flussi dei lavoratori.
La legge è uno strumento che consente di attuare queste azioni, e rappresenta il primo passo verso il post-incenerimento, non il completamento del percorso.
I prossimi passi sono:
– il recepimento di questi obiettivi da parte delle società multi-utility e società pubbliche di gestione, che dovranno modificare i propri piani industriali per ridurre gli utili derivanti dallo smaltimento attraverso discariche e inceneritori;
– lo sviluppo dell’occupazione e delle imprese legate al riciclo e recupero di materia;
– l’approvazione di un piano regionale di gestione rifiuti, che preveda la riduzione degli impianti di smaltimento e, in generale, la riduzione della loro capacità, riscrivendo gli obiettivi definiti dal piano regionale gestione rifiuti approvato dalla Giunta Errani per quanto riguarda gli inceneritori e le discariche.
Alberto Bellini, docente universitario, membro del Comitato Direttivo dell’Associazione Comuni Virtuosi