Come un Ministero può accompagnare al meglio l’introduzione di un divieto

Dal primo gennaio di quest’anno in Olanda è entrata in vigore una legge che vieta a tutte le categorie del commercio di regalare ai clienti i classici sacchetti di plastica o bioplastica con manici.
Il provvedimento è stato varato in recepimento della nuova direttiva UE  per ridurre il consumo europeo dei sacchetti di plastica leggeri, con spessore inferiore ai 5075.073-ienm_plastictassen_rgb_wt-620x1045px0 micron.
Interessati dal provvedimento sono i sacchetti di plastica, di bioplastica ma anche gli shopper di carta o juta con uno strato o rivestimento interno in plastica. Il consumo di sacchetti in plastica nei Paesi Bassi viene stimato, a seconda delle fonti, dai 3 ai 4 miliardi di pezzi.

A poche settimane dall’entrata in vigore della legge, il drastico calo del consumo di sacchetti avvenuto nel circuito della distribuzione organizzata, ha sostanzialmente confermato come realistica la percentuale di riduzione massima (77%) ipotizzata da uno studio effettuato dal Governo. Si va infatti dal 60% di sacchetti in meno distribuiti nei punti vendita della catena Kruidvat (benessere e cura del corpo), all’ 80% in meno registrato da HEMA, storica insegna che commercializza prodotti a marchio proprio dal settore alimentare a quello dell’abbigliamento, ai prodotti per la casa, ecc.

Anche se il Governo propone un prezzo indicativo di 25 cent gli esercizi commerciali possono decidere quale prezzo applicare, che deve però rigorosamente essere battuto sullo scontrino. Albert Heijn, la catena leader olandese, ha optato per un sacchetto disponibile in due formati dal costo di 15 e 25 cent. Il monitoraggio sul rispetto della legge con controlli ed eventuali sanzionamenti è affidato all’ILT (Inspectie Leefomgeving en Transport) il braccio ispettivo del Ministero delle Infrastrutture e dell’Ambiente.

Centrato quindi, almeno per quanto concerne la distribuzione organizzata, l’obiettivo che si era posto il governo di spostare il consumo dagli shopper “usa e getta” alla sporta riutilizzabile.
La prova del nove sulla validità della misura e sulla sua applicabilità si gioca tuttavia nel variegato mondo del commercio ambulante e nei negozi del piccolo commercio. Per ora, dalle notizie che abbiamo raccolto, tutto continua come prima nei mercati di Amsterdam, anche la diffusa abitudine di alcuni banchi di non rilasciare lo scontrino fiscale. Vedremo se finirà “all’italiana” con una legge che vieta la commercializzazione di sacchetti di plastica disattesa da quasi la metà del mondo del commercio,  o se verranno prese delle misure efficaci, sanzionatorie e/o di moral suasion dopo il primo periodo di rodaggio.
Diverse critiche ha invece sollevato il fatto che i sacchetti di carta possano continuare ad essere regalati, con la prevedibile conseguenza che aumenterà il loro consumo, soprattutto nel settore non alimentare. Esattamente come è avvenuto da noi in settori come quello dell’abbigliamento, calzature, librario, ecc.
Il rischio di “privilegiare” la carta, insito in questa decisione, hanno fatto notare le associazioni ambientaliste, finisce inoltre per indurre i cittadini a sottovalutarne l’impatto ambientale e a non cambiare abitudini. Anche l’idea che la carta sia biodegradabile e riciclabile in misura maggiore della plastica, può diventare per molti un alibi per continuare a sprecarla.

L’unica opzione a impatto zero è la prevenzione

Determinante per un cambio di stili di vita dei cittadini è l’informazione indipendente che solamente gli enti governativi preposti possono fornire circa gli impatti che tutti i prodotti hanno sull’ambiente: dall’estrazione delle materie prime per realizzarli al loro fine vita.
La campagna Porta la Sporta lanciata dalla nostra associazione nel 2009 è nata con la missione di promuovere prevenzione e riuso come uniche risposte all’insostenibilità del consumo usa e getta. Per riuscire a contenere il riscaldamento globale entro i 1.5 °C non è più sufficiente fare “meno male” ma è necessario fare il “meglio possibile” da subito e questo compito richiede l’impegno di tutti: società civile, aziende e governi.
Un documento della commissione europea presentato durante un recente incontro dei ministri a Bruxelles e anticipato dal Guardian, ribadisce che al fine di limitare gli effetti più disastrosi dei cambiamenti climatici dovranno intervenire , «cambiamenti profondi» nello stile di vita delle attuali generazioni. Ben altro quindi del semplice abbandono delle comodità dell’usa e getta e della macchina sempre ed ovunque.

Come si è mosso il Ministero all’Ambiente per accompagnare l’introduzione del divieto

L’introduzione del provvedimento di legge è stato accompagnato dalla consueta efficienza e organizzazione che contraddistingue l’operato degli olandesi, ma anche altre nazioni del nord Europa dove poco viene lasciato al caso.
Come si può leggere alla sezione dedicata al provvedimento del sito del Ministero alle Infrastrutture e all’Ambiente il 28 dicembre 2015 è stata inviata una comunicazione digitale a tutti i settori del commercio seguita il giorno dopo da un invio per posta. Il ministero si scusa persino con chi avesse ricevuto una doppia comunicazione dovuta a qualche svista nel controllo degli indirizzi ricevuti dalla camera di commercio e delle organizzazioni di categoria.

Le associazioni di categoria hanno così rafforzato la comunicazione ministeriale agli associati attraverso l’invio della newsletter e dedicandole una pagina del loro sito.   Ecco un esempio dall’associazione olandese degli ottici che ha personalizzato i suggerimenti presenti sul sito del Ministero al loro settore.

La pagina dedicata alla legge nella sezione Rifiuti del Ministero contiene tutta la documentazione e informazione possibile sul provvedimento:  le sue specificità, i motivi alla base del provvedimento (problematiche ambientali, studio LCA sulle diverse tipologie di shoppers, ecc) e come affrontarlo sia dal punto di vista del rivenditore che del semplice cittadino.
Per rendere più efficace l’azione di comunicazione il Ministero ha inoltre messo a disposizione dei commercianti, invitati ad informare i clienti attraverso tutti i possibili canali, il materiale grafico necessario. Poster e banner in tutti i possibili formati e versioni possono essere scaricati gratuitamente dal sito dal Ministero. Con la diffusione di uno stesso logo e claim la campagna ha sicuramente acquistato una maggiore visibilità che speriamo si possa tradurre in azioni concrete da parte di un numero crescente di olandesi. Per i cittadini è stata creata un’apposita pagina all’interno di Meldpuntverpakkingen.nl un sito creato dal ministero per fornire ogni tipo di informazione sugli imballaggi di facile navigazione. Per interagire con ILT è disponibile anche un numero telefonico per eventuali domande e chiarimenti in merito e la possibilità di inviare segnalazioni di interesse del Ministero utilizzando un modulo online o un numero attivo 24 ore al giorno.

Una domanda sorge spontanea : perché i nostri Ministeri non prendono spunto dai loro colleghi olandesi, e a maggior ragione quando si tratta di introdurre una legge che ha il difficile compito di modificare modelli di consumo insostenibili quanto radicati nei cittadini ?

 

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