La formula del cambiamento risiede nella comunità

Gianna De Masi, assessora nel comune di Rivalta di Torino (TO), è stata eletta vicepresidente dell’Associazione Comuni Virtuosi durante l’assemblea dei soci svoltasi lo scorso 10 novembre presso il municipio di Monsano (AN).

L’incontro ha segnato un passaggio importante per la rete che proprio quest’anno ha festeggiato i suoi primi dieci anni di vita. Sono state infatti apportate alcune modifiche sostanziali al Manifesto dei Comuni Virtuosi e, conseguentemente, allo Statuto e al Regolamento. Nei prossimi giorni saremo in grado di pubblicare nell’apposita sezione del sito tutti i documenti istituzionali recentemente approvati.

Anticipiamo di seguito il testo rinnovato del nostro manifesto, aggiornato per rispondere alle nuove sfide che ci attendono di qui ai prossimi anni.

Teoria

Il presente Manifesto rappresenta i Comuni e le comunità che aspirano a convertire in progetti concreti i sogni e le utopie realizzabili, che hanno raggiunto piena consapevolezza delle crisi ambientali, sociali ed economiche che stanno minacciando il futuro del pianeta e che intendono impegnarsi per costruire delle comunità attive e resilienti. Il Comune virtuoso ama il proprio territorio, ha a cuore la salute, il futuro e la felicità dei propri cittadini.

 Il debito ambientale e il sovrasfruttamento di suolo, delle risorse naturali e dei beni comuni sono la causa profonda di queste crisi; le comunità sono in grado di gestire le risorse naturali e i beni comuni, adottando soluzioni efficaci, collaudate ma anche innovative, per rispondere ai bisogni sociali, economici ed ambientali del territorio, attraverso il coinvolgimento attivo e la partecipazione dei cittadini al governo della comunità.

 Comuni che si impegnano nella lotta allo spreco di risorse a tutti i livelli: energetico, alimentare, di acqua, di materiali e beni. Comuni impegnati nella prevenzione: pratiche di riuso, forme di utilizzo consociate e pubbliche dei beni e l’adozione del green public procurement per ottenere significativi risparmi in fatto di materie prime ed energia.

 Comuni che si impegnano a proteggere il capitale naturale e culturale del proprio territorio, attraverso politiche concrete nel campo della sostenibilità ambientale, urbanistica, sociale e di tutela dei beni comuni poiché da essi dipendono la salute, l’economia, la qualità di vita e la felicità dei propri cittadini.

 Comuni che si impegnano a mettere in pratica modelli di economia circolare, che possono garantire occupazione locale nei più diversi settori nel rispetto dell’ambiente.

 Comuni che si impegnano ad attivare politiche virtuose in un’ottica di comunità, nella ricerca quotidiana della collaborazione dei cittadini, dalla co-progettazione al confronto non solamente tra enti locali, favorendo una rete con tutti i soggetti che possono giocare un ruolo determinante nel perseguimento e nel raggiungimento degli obiettivi: enti locali, rappresentanza politica, soggetti istituzionali, associazioni ambientaliste, dei consumatori e ONG di varia natura, esponenti del mondo economico e loro organismi di rappresentanza, etc.

 Solo un’economia rigenerativa può sostenere un pianeta finito con la popolazione in crescita, minacciato dal riscaldamento globale, con un ritmo di estinzione della sua biodiversità mai registrato prima, e con la quasi totalità delle risorse gravemente degradate.

Prassi

I Comuni virtuosi hanno dimostrato che è possibile:

  • aspirare ad un’ottimale gestione del territorio, all’insegna del no al consumo di suolo e alla rigenerazione urbana, partendo dal recupero delle aree dismesse, alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e privato, alla riqualificazione energetica degli edifici;
  • ridurre l’impronta ecologica della macchina comunale attraverso misure ed interventi di riqualificazione energetica, introduzione dei green public procurement, misure di risparmio e taglio degli sprechi;
  • ridurre l’inquinamento atmosferico promuovendo politiche e progetti di mobilità sostenibile, potenziando la rete ciclopedonale anche in funzione di un turismo di qualità, forme di car-sharing, car-pooling, traporto pubblico integrato, piedibus, ecc.;
  • promuovere una corretta gestione dei rifiuti, visti non più come un problema ma come risorsa, attraverso la raccolta differenziata “porta a porta” spinta, l’introduzione di una tariffazione puntuale e il potenziamento sul territorio di isole ecologiche e centri per il riuso, incentivando il più possibile forme di riduzione e acquisti consociati in grado di ridurre alla fonte la produzione dei rifiuti, attivando progetti concreti, nel solco di quell’economia circolare di cui parla l’Europa;
  • incentivare nuovi stili di vita negli enti locali e nelle loro comunità, attraverso politiche e progettazioni atte a stimolare nella cittadinanza scelte quotidiane sobrie e sostenibili (autoproduzione, filiera corta, cibo biologico e di stagione, sostegno alla costituzione di gruppi di acquisto, turismo ed ospitalità sostenibili, promozione della cultura della pace, cooperazione e solidarietà, disimballo dei territori, diffusione commercio equo e solidale, banche del tempo, autoproduzione, finanza etica, etc), per una società della sobrietà ispirata ai temi della de-crescita.