Dieci anni comuni virtuosi
Oggi fanno dieci anni. Dieci lunghi anni in campo per cercare di cambiare il Paese, dal basso. Con l’esempio, le azioni concrete. Al centro, la sostenibilità! Ecco un articolo del nostro coordinatore Marco Boschini apparso qualche giorno fa su Comune-info.
Mi ricordo la strada per raggiungere Vezzano Ligure. Era il 21 maggio di dieci anni fa, e attraversando gli appennini su e giù per la Cisa, ammiravo i bei paesaggi di certe zone abbastanza sgombere d’uomo, quasi intatte.
Ricordo l’ingenuità e l’entusiasmo di quel giorno, in cui ci radunammo nella sala consiliare di un municipio un po’ agé per dar vita a quella che sarebbe diventata, nel tempo, un pezzo (importante) della mia vita. Nacque così, in quel crepuscolo di primavera calda come un’estate, l’Associazione Comuni Virtuosi. E crebbe lentamente, evolvendosi di giorno in giorno, prendendo forma e consistenza grazie alla sperimentazione dei tanti cantieri distribuiti nelle comunità locali dei pochi, pochissimi comuni soci.
Non avevamo la benché minima idea di cosa stessimo facendo. O meglio. Nessuno si sarebbe neanche lontanamente sognato che cosa saremmo diventati da grandi, in un tempo della maturità che tutto sommato deve ancora arrivare.
Dieci anni di storie. Racconti. Progetti e fallimenti. Dieci anni di tentativi, con un’unica e imperterrita finalità: mettere in discussione un modello di sviluppo il cui fallimento è nel frattempo divenuto evidente a molti, se non a tutti. Smontando quell’aurea d’infallibilità legata al mito della crescita infinita e dello sviluppo a tutti i costi.
Le buone pratiche, certo (www.comunivirtuosi.org). Un premio per scoprire e valorizzare sindaci folli e visionari. Una scuola per formare, dal basso, cellule della bellezza e del buon vivere, da attivare volta per volta nei tanti territori che il mondo lo stanno già cambiando, da tempo (www.altramministrazione.it). E poi le campagne come Porta la sporta, e le tantissime incursioni in giro per il Paese ospiti di associazioni, enti locali e comitati impegnati come noi nella costruzione di un’altra prospettiva possibile.
Fino ad arrivare qui, a questa tappa simbolica che non è altro che una scusa bella e buona per fermarsi un momento e rilanciare, con ancora più forza e consapevolezza che mai. Un festival della lentezza (12/14 giugno, Colorno-Parma, evento di cui Comune-info è tra i media partner) dove per tre giorni (www.lentezza.org), come recita lo slogan, il tempo scorrerà in modo davvero diverso. Perché la chiave di volta, per cambiare tutto, è cambiare noi stessi. E perché per farlo dobbiamo liberarci dalle catene della velocità, che come una prigione di massima sicurezza ci impediscono di respirare, vivere, sognare, sentire. Le cose, certo. Le emozioni, soprattutto. E le persone. Noi stessi.
Quel giorno di dieci anni fa mica lo potevo immaginare che non stavo andando (solo) a Vezzano Ligure, e che nei dieci anni successivi avrei percorso qualche decina di migliaia di chilometri su e giù per quest’Italia da ricostruire come dopo un conflitto culturale. E la lentezza è un altro punto di arrivo, e ripartenza, di questo viaggio dolce e sostenibile, verso un cambiamento desiderabile.