Coca Cola: perché 100 miliardi di bottiglie sono un problema
La Coca Cola vende più di 100 miliardi di bottiglie di plastica usa e getta ogni anno. A livello globale la multinazionale risulta essere il marchio più presente nei rifiuti da bevande dispersi nell’ambiente.
Un servizio del programma Panorama trasmesso dalla BBC nello scorso ottobre “Coca-Cola’s 100 Billion Bottle Problem” ha indagato sullo stato dell’arte delle tre promesse fatte dalla multinazionale in occasione del lancio del suo ambizioso programma “World without waste” nel 2018.
Il servizio girato a Samoa nelle Filippine e in Uganda – due paesi che hanno gli stessi problemi di altri paesi privi di sistemi di raccolta e riciclo – si interroga se Coca Cola sia davvero sulla buona strada per mantenere gli impegni presi nel 2018. In particolare quelli che vanno oltre all’obiettivo di immettere al consumo entro al 2025 solamente imballaggi riciclabili, riusabili o compostabili.
Per quanto riguarda infatti gli obiettivi di raccogliere entro il 2030 una quantità di imballaggi per bevande equivalente all’immesso al consumo, e di produrre bottiglie in PET con un 50% di contenuto riciclato entro il 2025, la strada è ancora lunga.
Coca Cola immette al mercato ogni anno oltre 100 miliardi di bottiglie di plastica monouso a livello globale contribuendo ad aumentare la quantità di rifiuti plastici che si riversa nei mari e oceani quando le vendite avvengono in quei paesi privi di qualsiasi sistema di raccolta e gestione dei rifiuti.
Il documentario ripercorre la storia degli ultimi decenni che ha visto la Coca Cola e i suoi competitors, a partire da oltre mezzo secolo fa, dismettere gradualmente i sistemi di deposito cauzionale a favore dei più comodi e lucrativi sistemi basati su contenitori usa e getta; una scelta che ha permesso all’industria delle bevande di liberarsi dei costi connessi al sistema basato sulla ricarica delle bottiglie riutilizzabili.
Dalle bottiglie in vetro che Coca Cola commercializzava negli anni cinquanta applicando una cauzione di 2 cent si è passati così alle bottiglie in plastica e lattine monouso, con una conseguente esternalizzazione dei costi a discapito delle municipalità che hanno assistito ed un’esplosione del fenomeno del littering e dell’ambiente.
Il declino dei sistemi cauzionali di vuoto a rendere con bottiglie ricaricabili è proseguito, decade dopo decade, dagli anni settanta ai giorni nostri. Da stime elaborate sui dati ricavabili dal dashboard alla base dello studio What we waste della piattaforma Reloop emerge che a livello europeo, solamente la Germania ha conservato una quota interessante di riuso vicina al 50% dell’immesso al consumo. La Germania, con i suoi oltre 83 milioni di abitanti rappresenta il più grande mercato al mondo di utenti serviti da un sistema cauzionale (dal 2003) che include sia le bevande commercializzate in bottiglie ricaricabili (in vetro e PET) che quelle commercializzate in imballaggi monouso in plastica, vetro e lattina.
Quanti imballaggi per bevande vende Coca Cola ogni anno
Dal servizio di Panorama emerge che ogni anno vengono vendute 470 miliardi di bevande in bottiglie di plastica, di cui un quarto è ascrivibile alla multinazionale.
La Coca Cola con il suo centinaio di marchi commerciali e 55 diverse marche di acqua in bottiglia, immette globalmente al consumo 3.500 bottiglie al secondo, che fanno 210.000 al minuto e che, commercialmente parlando, le garantiscono un profitto di circa 20 miliardi annui.
Da stime compiute da Panorama sulla base di dati resi noti da Coca Cola risulta che la metà delle bottiglie immesse al consumo, ovvero 156 miliardi di pezzi, sfuggono al riciclo a livello globale finendo in discarica, bruciate oppure disperse nell’ambiente. Una stima che la stessa multinazionale conferma, come vedremo più avanti.