Deposito su cauzione : nel Regno Unito Coca Cola ci ripensa?
L’industria del beverage è riuscita, con l’avvento della bottiglia usa e getta, a centralizzare e ridurre i siti produttivi moltiplicando così i guadagni. Con il declino del sistema precedente del vuoto a rendere si sono verificati due eventi che ancora oggi ci affliggono: un’esplosione del littering e il trasferimento dei costi causati dal fine vita degli imballaggi sulle municipalità e i contribuenti. I sistemi di responsabilità estesa del produttore (con o senza deposito su cauzione) e un ritorno del vuoto a rendere non sono, ovviamente, visti di buon occhio dall’industria che chiaramente preferisce, per motivi meramente economici, lo stato attuale delle cose. Ora la Coca Cola comincia finalmente a mostrare qualche apertura verso il cauzionamento, come si è visto in Scozia. Ma non è sufficiente, prima del riciclo, per una reale attuazione dei principi dell’economia circolare e una drastica riduzione delle emissioni bisogna intervenire su beni e imballaggi in primis con la riprogettazione e il riuso.
La Coca Cola è stata protagonista in Scozia di una vera inversione di marcia con una inaspettata dichiarazione di apertura nei confronti del deposito su cauzione che il governo scozzese vuole introdurre nel tentativo di ridurre il littering e aumentare il riciclaggio.
Un portavoce della multinazionale in occasione di un recente evento organizzato dal magazine Holyrood ha infatti dichiarato “a seguito di nostre conversazioni con esperti è emerso che i tempi sono maturi per sperimentare nuovi interventi come un deposito su cauzione ben disegnato a partire dalla Scozia dove è in corso da tempo un dibattito sul sistema”. Per accedere alle dichiarazioni originali della Coca Cola vai all’articolo di Resource Recycling “Cola offers qualified support for Container Deposit”.
Un vero dietrofront rispetto alle dichiarazioni rilasciate in occasione di una consultazione indetta da Zero Waste Scotland in cui Coca Cola sosteneva che il cauzionamento non avrebbe ridotto il littering o aumentato il riciclaggio, e che un’eventuale adozione del cauzionamento in Scozia, senza modifiche alla legislazione del Regno Unito, avrebbe potuto risultare “legalmente discutibile”.
Il deposito su cauzione rientra infatti in quelle politiche governative che la multinazionale non gradisce come è risultato da alcuni documenti interni aziendali, resi noti recentemente all’opinione pubblica che risalgono al maggio del 2016. Nell’immagine a fianco della matrice di rischio si possono vedere quali siano queste politiche e come devono essere affrontate dalla multinazionale.
Tra le politiche ambientali da combattere figurano i sistemi europei di deposito su cauzione, i sistemi “ingiusti” di responsabilità estesa del produttore EPR, legislazioni come il GPP o appalti verdi della pubblica amministrazione. Ma soprattutto alla Coca Cola non vanno giù le legislazioni a carattere vincolante come l’innalzamento dei target di riciclo o di immissione nel mercato di una quota fissa di packaging soggetta al refill rispetto alla quota di monouso.
Per Richard Lochhead, ex capo di gabinetto per gli Affari rurali, l’alimentazione e l’ambiente, che si è speso per l’introduzione del sistema durante il suo mandato conclusosi nel 2016, ha dichiarato a Holyrood di aver accolto con favore il nuovo corso la decisione di Coca Cola di sospendere l’opposizione verso il cauzionamento e che gli effetti di questa apertura del gigante del beverage si riverberanno oltre i confini scozzesi.
Zero Waste Scotland aveva effettuato uno studio nel 2015 per conto del governo scozzese per valutare la fattibilità di un sistema di deposito su cauzione applicabile a tutti i contenitori per bevande: bottiglie, lattine e brick di cartone. Lo studio ha delineato un possibile scenario sulla base di sistemi già esistenti in altri paesi come Danimarca, Svezia, Finlandia, Estonia, Norvegia, Australia, Israele, Canada e alcuni stati americani. La commissione ambiente ha costituito un gruppo con il compito di esercitare pressione sul segretario all’ambiente Roseanna Cunningham per progettare e mettere in pista un progetto pilota di cauzionamento che incontri le esigenze di tutti gli attori.