Deposito su cauzione : nel Regno Unito Coca Cola ci ripensa?

IL CASO OLANDESE

In Olanda la Coca Cola non ha lasciato nulla di intentato per impedire che il deposito su cauzione introdotto 15 anni fa per le bottiglie da un litro venisse esteso alle bottiglie più piccole, con il risultato che sono proprio queste bottiglie insieme alle lattine ad essere maggiormente presenti nel littering. Come abbiamo raccontato all’interno della nostra piccola inchiesta sul cauzionamento in Olanda, il programma di raccolta domiciliare della plastica Plastic Heroes non funziona, sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo delle raccolte. Secondo un’analisi effettuata sui risultati di Plastic Heroes da Recycling netwerk nel 2013 solo il 20% delle tonnellate di plastica raccolte è stato riciclato ed utilizzato per produrre altri imballaggi mentre nel 2015 i due terzi del materiale raccolto non ha potuto essere venduto e causa della sua scarsa qualità.
Per affrontare il marine litter a partire dalle sue fonti Marijn Tinga, surfista olandese battezzatosi  Plastic Soep Surfer ,ha lanciato l’iniziativa Plasticfree Seas. Oltre ad aver attraversato in surf il tratto di mare Olanda -Inghilterra Tinga ha raccolto oltre 50.000 firme a favore del cauzionamento che sono state consegnate recentemente al parlamento olandese.
Coca Cola Olanda, interrogata dai sostenitori del sistema circa il diverso approccio adottato nei vari paesi ha replicato -attraverso la portavoce Arjanne Hoogstad- che ogni paese rappresenta  “un caso a se” come gestione degli imballaggi e che va pertanto considerato “quale sistema di raccolta risulti più efficace”.  E che mentre in Scozia era necessario intervenire urgentemente a causa di una raccolta differenziata molto scarsa, anche attraverso il cauzionamento, in Olanda la situazione non lo richiedeva.

LA POSIZIONE DELLA COCA COLA E LE SUE IMPLICAZIONI
Questa posizione si può leggere anche alla pagina della multinazionale dedicata al  deposito su cauzione “ noi crediamo che i sistemi di deposito su cauzione siano solamente una delle potenziali soluzioni per aumentare la raccolta e il riciclo degli imballaggi che potrebbe non funzionare in tutti i contesti sociali ed economici”.
Singolare che proprio la Coca Cola, che ha sviluppato una soluzione di prodotto (e imballaggio) standard da commercializzare in tutto il mondo all’insegna del “one-size-fits-all solution” , si dimostri in questi frangenti così sensibile alle caratteristiche peculiari dei sistemi di gestione dei rifiuti.
Questo processo di standarizzazione ha avuto origine negli anni 70 quando la bottiglia di plastica monouso ha soppiantato le bottiglie di vetro riutilizzabili. La multinazionale ha potuto così mettere in pensione tutto il sistema di refill costituito da una rete di  produttori e imbottigliatori licenziatari che, a livello locale commercializzava le bevande in bottiglia di vetro riutilizzabile. Grazie ad una produzione centralizzata la Coca Cola, e l’industria del beverage ha potuto ridurre  i costi del precedente sistema e vedere i profitti balzare alle stelle.

La Coca Cola, al pari di altre multinazionali,  non si è mai posta seriamente il problema del fine vita dei propri imballaggi e soprattutto quando immessi al commercio in paesi dove non esistevano neanche delle gestioni basilari di raccolta dei rifiuti, figurarsi per gli imballaggi. I risultati dell’utilizzo “irresponsabile” della plastica da parte dell’industria, che ne ha internalizzato gli utili ed esternalizzato i costi su ambiente, economia  e società, si stanno palesando a distanza di 50 anni, in tutta la loro scala e drammaticità. Studi hanno rivelato che abbiamo ormai oceani e mari di plastica e che oltre ai pesci persino il plancton si ciba di plastica. Tonnellate e tonnellate di plastica continueranno a finire in mare se non si prendono provvedimenti a 360 gradi. Soprattutto a partire da quei  5 paesi responsabili del 50%-60% del marine litter globale. Altri studi recenti come quelli all’interno dell’iniziativa The New Plastics Economy hanno fotografato il fallimentare stato dell’arte dell’economia delle plastiche e delineato un piano per ridurre l’impatto della plastica sull’ambiente attraverso la creazione di un’economia più sostenibile e circolare per la plastica. Questo piano prevede strategie come una riprogettazione in chiave circolare degli imballaggi e dei sistemi di erogazione (delivery models) per i prodotti di largo consumo, anche attraverso il riuso.  Il deposito su cauzione è uno dei sistemi più efficaci nel garantire a breve termine risultati che creano valore economico per la società. La Coca Cola, ma anche tutto il mondo produttivo che si serve di imballaggi, non può continuare ad ignorare questa emergenza non prendendosi seriamente carico delle soluzioni.

Molto interessante la storia raccontata in un articolo di Treehugger anche se di qualche tempo fa. L’autore cita a sua volta un articolo di Heather Rogers “Message in a bottle” che racconta come è nata la prima campagna americana di sensibilizzazione sul littering Keep America Beautiful . L’iniziativa è stata ideata e lanciata da due soggetti industriali che hanno inventato la bottiglia usa e getta e cioè “The American Can Company” e la “Owens-Illinois Glass” con l’adesione di oltre 20 aziende del settore che hanno beneficiato di questa invenzione. L’intera campagna fu pertanto finanziata da quelle corporazioni che avevano causato il littering con il passaggio di un sistema di vuoto a rendere per gli imballaggi, che non produceva rifiuti, ad uno “a perdere” dove i costi del fine vita degli imballaggi ricadono per lo più su municipalità e contribuenti. Quando poi le bottiglie usa e getta cominciarono a diventare una parte consistente del littering The American Can Company e Owens-Illinois Glass coniarono lo slogan che è quanto mai di attualità “packages don’t litter, people do”. Anche oggi l’industria del packaging e le aziende utilizzatrici di imballaggi ribadiscono lo stesso mantra “E’ una questione culturale” sia che si parli di littering che di raccolte differenziate deludenti. Verrebbe da replicare con un proverbio nostrano che recita  “è l’occasione a fare l’uomo ladro”. Pertanto invece di combattere i gesti incivili solamente con l’educazione, che richiede tempi lunghi ed investimenti continui,  vanno adottati quei sistemi, come il deposito su cauzione, che spingono le persone a “fare la cosa giusta” per default , come argomentato nel post  Quando è il sistema che rende virtuoso il cittadino.   Una curiosità : l’indiano che piange raffigurato sui poster della campagna è in realtà un italiano!

Sull’argomento leggi anche:

Deposito su cauzione: a chi giova la disinformazione?

Deposito su cauzione: anche la Catalogna lo valuta, e l’Italia?  

Il giro del mondo del deposito su cauzione per i contenitori di bevande

Il deposito su cauzione è vantaggioso per l’ambiente e i Comuni
Deposito su cauzione = economia circolare

Responsabilità estesa del produttore= deposito su cauzione
Il deposito su cauzione guadagna terreno in Australia
Posticipato nelle Fiandre l’introduzione del deposito su cauzione
Uno a zero per il fronte ambientalista, in Olanda

 

CONTINUA A LEGGERE >>