Il Deposito Cauzionale al centro del dibattito pubblico è un’ottima notizia, nonostante tutto

E’ vero che il regolamento è tutto orientato sul riuso come riportato nei comunicati stampa di diverse associazioni industriali e fatto proprio da ambienti governativi?

Accanto a degli obiettivi di riuso per contenitori di bevande al punto da non essere più così sfidanti per l’industria delle bevande, ci sono misure volte a consolidare proprio il riciclo creando un mercato per la materia riciclata. In particolare per la plastica che, secondo Plastics Europe, nel 2019 costituiva solamente il 5% della plastica contenuta negli imballaggi. Secondo l’associazione dell’industria del riciclaggio, EuRIC, le previsioni del regolamento con l’innalzamento dei target di contenuto riciclato dovrebbero anche far aumentare i tassi di raccolta e spingere le aziende a progettare prodotti in linea con i processi di riciclaggio, poiché, come ha dichiarato il segretario generale di EuRIC Emmanuel Katrakis a EURACTIV “è nel loro interesse farlo”.

Il DRS si è rivelato nella pratica dei paesi che l’hanno adottato in Europa lo strumento più potente che consente di massimizzare le intercettazioni degli imballaggi per bevande, di migliorarne la qualità, di riservare i volumi di riciclato per le applicazioni più “nobili” (da bottiglia a bottiglia, da lattina a lattina) e di raggiungere gli obiettivi di contenuto riciclato delle normative europee. Ma c’è di più: è la stessa estensione del DRS ai contenitori in plastica e metalli a smentire la lettura di uno strumento “inteso solo al riuso”, in quanto tali materiali sono vocati al riciclo, non al riuso.

E’ possibile raggiungere gli obiettivi di raccolta al 90% per le bottiglie in plastica ?
Negli ultimi mesi è capitato spesso di imbattersi in dichiarazioni dei consorzi EPR (es. Conai e Corepla nel caso specifico della plastica) secondo i quali “il sistema italiano sarebbe già un sistema di eccellenza in grado di conseguire gli obiettivi previsti nella Direttiva sulle plastiche monouso (90% di intercettazione delle bottiglie per liquidi alimentari) con una combinazione dei sistemi attuali di raccolta differenziata + raccolte selettive tramite gli eco-compattatori” che, ricordiamo, differiscono dal sistema di deposito cauzionale in quanto manca l’elemento fondamentale del deposito, oltre ad un’altra serie di elementi qualificanti dei DRS ormai noti. Mentre le quantità di bottiglie che verranno raccolte con gli eco-compattatori possono avere caratteristiche conformi ai criteri stabiliti dalla direttiva SUP e concorrere al raggiungimento del target di raccolta del 90% al 2029, i rifiuti di bottiglie monouso attualmente raccolti insieme ad altre frazioni di rifiuti da imballaggio no. Questo perché non possono essere considerati come raccolti separatamente ai sensi della Decisione della Commissione 2021/1752 che ha definito il metodo di calcolo da utilizzare per valutare il raggiungimento dell’obiettivo di raccolta. In particolare perché non soddisfano le condizioni previste dall’art. 2, paragrafo 4, lettera b.

Da uno studio di Utilitalia emerge che solamente circa 1/3 dei rifiuti urbani prodotti sono raccolti con la modalità del Porta a Porta,PaP. Infatti il 51% degli italiani viene servito da una raccolta differenziata prevalentemente stradale, solo il 19% è servito esclusivamente dal PaP, mentre il 16% dispone di un servizio misto prevalentemente porta a porta e il 13% solo stradale.

Una situazione che non garantisce materia prima seconda pulita – priva di frazioni estranee e sostanze contaminanti – ma neanche previene perdite importanti di materiali all’uscita dei centri di selezione. Il tasso di raccolta del 77% e oltre, citato dai consorzi come raggiunto va considerato come un tasso al lordo di perdite e scarti, e quindi il gap da colmare non è così a portata di mano come viene venduto.

Lo studio di Assobibe aveva stimato, sulla base dei dati raccolti, che per perseguire gli obiettivi di intercettazione della SUP al 2029 per gli imballaggi per bevande con il sistema attuale, sarebbe stato necessario rendere prevalente il sistema di raccolta PaP/condominiale con un incremento dei costi gestionali complessivi pari a circa 2.088 M€/a. Lo stesso studio rilevava che “la quantità di materiale scartato dalla RD aumenta in misura maggiore rispetto al crescere della stessa“.
In conclusione: anche se dall’evidenza internazionale emerge che l’obiettivo del 90% di intercettazione per i contenitori di bevande non è mai stato conseguita in alcun Paese senza l’introduzione di un DRS – se i consorzi ritengono di potere conseguire tale obiettivo e di potere venire esentati da un DRS – [visto che la proposta di PPWR lo prevede] non si comprendono i motivi della loro critica.

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