Nuovo AQ Anci-Conai: “Non va tutto bene, madama la marchesa…”

Il sistema CONAI-Consorzi profonde un forte e crescente impegno economico per promuovere e ricevere la raccolta differenziata dei diversi materiali d’imballaggio, impegno che non deriva da “liberalità ” ma da preciso obbligo di legge.

Il nuovo Accordo-Quadro ANCI-CONAI, che muove in queste settimane i primi faticosi passi, vede un accrescimento complessivo di questo impegno ma, parallelamente, vede aumentare anche i livelli di complessità . Comprensibilmente, più il gioco si fa grande, più i livelli di attenzione crescono… Il sistema consortile non ha infatti solo il ruolo di “pagatore”, ma giustamente anche quello di garante non solo del raggiungimento degli obiettivi di legge, ma anche della trasparenza e della tracciabilità dei flussi. Sarebbe allora forse il caso di suonare un campanello di allarme.

Provo a sintetizzare.

1. La qualità della raccolta differenziata di tutti i materiali, a monte dei diversi processi di selezione e pre-pulizia, checché se ne dica, anziché migliorare tende a peggiorare. A volumi crescenti corrisponde un più che proporzionale aumento di conferimenti impropri, per i quali sarebbe spesso assai problematico rientrare nei limiti stabiliti dai diversi allegati tecnici per accedere ai corrispettivi previsti dagli stessi. 2. Il tendenziale peggioramento qualitativo della raccolta rende sempre più necessari interventi di pre-pulizia su raccolte (mono o multimateriale che siano), che in qualche caso, non isolato purtroppo, arrivano a discostarsi di poco dalla raccolta indifferenziata, con buona pace delle ricorrenti retoriche sulle “percentuali di differenziata” (se faccio due sacchi, o due cassonetti, uno con l’umido e uno di “secco multimateriale”, faccio il 100% di differenziata? Tanto il multimateriale per la legge non esiste”.

3. I Comuni, nell’attuale situazione di ristrettezze di bilancio, non sono in genere in grado di sostenere i costi di selezione/pulizia e del conseguente smaltimento dei sovvalli, per cui, di fatto, finiscono col “vendere” il materiale al miglior offerente (impianti di recupero) in cambio del rilascio di una delega o di una sub-delega. Spesso le virgolette a fianco del termine certamente forte “vendere” si potrebbero anche togliere, perché circolano capitolati di gara che parlano esplicitamente di “cessione del materiale” e non sono infrequenti i casi in cui questi stessi capitolati neppure facciano riferimento alcuno all’accordo ANCI-CONAI, o comunque prevedano clausole e sistemi di gestione e remunerazione del tutto incompatibili con lo stesso.

4. In questo modo si instaura non un “libero mercato” (che per altro la “filosofia” del “Sistema CONAI” prevede debba essere entro certi limiti regolato e, soprattutto, monitorabile e monitorato), ma un “mercato selvaggio” in cui di fatto ognuno, Comuni e società pubbliche comprese, fa quello che gli pare e gli conviene, pratica e al tempo stesso subisce condizioni di autentico strozzinaggio o, al contrario, di sospetto dumping, escogita meccanismi che contribuiscono a restituire un’immagine ampiamente falsata della raccolta differenziata, elude per volontà e/o ignoranza le regole salvo poi rivendicare i corrispettivi previsti da un sistema che, al di là delle convenzioni formali sottoscritte, è stato ampiamente scavalcato dalle dinamiche reali sul territorio. Se questa è la linea di tendenza, cosa succederà ? Il sistema dell’Accordo-Quadro pare rispondere con un irrigidimento delle regole, con una ricerca di trasparenza coattiva.

Ma soggetti che spesso ignorano l’ABC, come reagiranno di fronte a un apparato di regole sempre più complicato e per loro astruso ed impraticabile? Non sarà questo uno stimolo un più a gestire “in proprio”, spesso fuori da qualsiasi regola e ai limiti della legalità , i materiali più “interessanti” per il mercato lasciando al sistema consortile quelli privi di valore economico? Forse dopo diciotto anni dal “Decreto Ronchi” qualche riflessione su “raccolta lorda e riciclo netto”, sostenibilità economiche, mercato, impatti dei “grandi numeri”, sarebbe il caso di farle, o forse, meglio ancora, avrebbero dovuto essere il doveroso preludio alla trattativa per il rinnovo dell’Accordo-Quadro ANCI-CONAI”..

Gianluca Bertazzoli – Blogger Eco dalle Città