Quanto si riciclano i cartoni per bevande in Europa?

Molto validi sotto tanti punti di vista, meno da quello del riciclo: i cartoni per bevande (in genere composti per il 75% di cartone, 21% di plastica o bioplastica e 4% di alluminio) sono difficili da riciclare. In Europa sono in grado di farlo solo 20 cartiere, in Italia due.

Di Silvia Ricci pubblicato precedentemente da EconomiaCorcolare.com

I cartoni per bevande sono imballaggi molto performanti sotto vari aspetti, oltre che leggeri, resistenti e facili da trasportare grazie al materiale multistrato composto da circa il 75% di cartone il 21% di plastica (o bioplastica) e il 4% di alluminio.

Questi strati di diversi materiali difficilmente separabili tra loro rendono complicato un loro riciclo nelle cartiere convenzionali non specializzate nel riciclo di questi imballaggi. Sono pochi gli impianti al mondo in grado di riciclarli efficacemente e in grado di recuperare e valorizzare tutte le tre componenti: 170 di cui 20 in Europa e due in Italia.

Le criticità

Il recente studio “Recycling of multilayer composite packaging: the beverage carton” commissionato da Zero Waste Europe a Eunomia ha messo in luce le diverse criticità che andrebbero affrontate qualora si volesse garantire ai cartoni per bevande lo stesso tasso di riciclo della carta. I quattro Paesi esaminati nello studio (Germania, Inghilterra. Svezia e Spagna) hanno sistemi di raccolta dalle diverse performance che sono rappresentativi dello stato dell’arte del riciclo dei cartoni per bevande in Europa.

La Germania ha tre impianti di riciclo specializzati nel riciclo dei brick che forniscono una copertura nazionale, il Regno Unito e la Svezia ne hanno uno e per la Spagna non è stato possibile trovare questa informazione. La capacità annua dello stabilimento britannico è di 25.000 tonnellate a fronte di un immesso al mercato di 60.000 tonnellate di brick per bevande e di una raccolta che ha intercettato solamente il 48% dell’immesso al consumo. In Germania secondo i dati forniti (2017) dall’agenzia per l’ambiente Umweltbundesamt (UBA) le tonnellate immesse sul mercato sono state pari a 176.100 a fronte di una intercettazione dell’87,4% nel 2020 .

Nei Paesi analizzati, nonostante siano attivi in qualche misura sistemi di raccolta “dedicati” ai brick, questi vengono per lo più raccolti insieme alla carta e cartone e inviati quindi anche a cartiere non attrezzate, che hanno processi di riciclo troppo brevi: si tratta di processi di ammollo e spappolamento che durano dai 2 ai 4 minuti, mentre per separare gli strati che formano i cartoni per bevande ne servirebbero almeno 20. La penuria di cartiere specializzate combinata alla loro insufficiente copertura geografica e alle perdite di processo rappresentano uno dei fattori che incidono negativamente sul tasso di riciclaggio dei cartoni in ciascun Paese.

L’impianto tedesco

La frazione di polimero e alluminio che attualmente nei Paesi studiati non viene riciclata, viene   solitamente  inviata ad incenerimento. In Germania, l’unico Paese che ha un obiettivo nazionale di riciclo per i cartoni di bevande stabilito dall’agenzia per l’ambiente Umweltbundesamt (UBA) si comincerà a valorizzare almeno una parte di questa frazione.  Con l’apertura del nuovo impianto di riciclo Palurec, infatti, come riporta un media specializzato, i produttori di cartoni per bevande sono “ora in grado di trasformare oltre il 50% dei componenti in plastica e alluminio dei cartoni per bevande in Germania in materie prime secondarie commerciabili per un’ampia gamma di applicazioni industriali. Finora, questa miscela plastica-alluminio è stata utilizzata nell’industria del cemento come combustibile secondario a basse emissioni”.

 

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