Rifiuti: dall’Antitrust una nuova spinta al rinnovamento
È del 4 luglio l’ultima segnalazione dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato al Parlamento ed al Governo, riguardante diverse proposte per la riforma dei meccanismi concorrenziali in Italia, che contiene diversi spunti anche per il settore Rifiuti. L’AGCM non è nuova a queste segnalazioni, riprendendo temi più volte evidenziati sin dal 2008, dal ruolo del sistema dominante (il Consorzio CONAI) fino ai requisiti tecnici imposti agli operatori che intendano agire in autonomia da questo.
Tra i temi indicati come prioritari, una revisione del ruolo del CONAI, che nel processo di riconoscimento dei sistemi autonomi viene chiamato a fornire il proprio parere, pur in evidente conflitto di interesse. Inoltre, l’Autorità punta il dito sugli obblighi imposti agli operatori che cercano di sviluppare questi sistemi, tenuti a garantire una capillare copertura del territorio nazionale, ed allo stesso tempo limitati a gestire i “propri” rifiuti, aspetto non solo discriminatorio, ma antieconomico, e privo di vantaggi sotto il profilo ambientale, posto che la gestione di rifiuti di imballaggi della medesima tipologia e impiego di quelli immessi al consumo porterebbe evidentemente a risultati migliori.
Nonostante questi handicap normativi, il Sistema PARI (sistema autonomo promosso da Aliplast S.p.A. per i propri imballi flessibili in LDPE) si avvicina al suo quinto compleanno, e rappresenta tutt’oggi il primo ed unico caso di liberalizzazione nel settore degli imballaggi flessibili, ed uno dei due soli sistemi attivi in Italia (l’altro, il consorzio CONIP, si occupa di cassette in plastica rigida).
Perdura di fatto da oltre 15 anni il monopolio del Sistema CONAI e di COREPLA, il Consorzio della filiera della plastica, e ciò con buona pace dei proclami che la politica – di ogni schieramento – ha fatto in questi anni circa la necessità di impiegare la libera concorrenza come strumento per l’evoluzione attiva del comparto, a beneficio tanto dell’economia quanto dell’ambiente.
Occorre quindi, in un momento storico in cui “rinnovare” ed “innovare” sono le parole d’ordine per il rilancio dell’economia, cogliere le opportunità che la liberalizzazione offre, tanto all’ambiente quanto all’economia: entrambi i sistemi autonomi in funzione raggiungono infatti un target di riciclo superiore al 60% di quanto immettano al consumo, a confronto con il 21% che COREPLA dichiara al netto dell’apporto del recupero energetico, e del riciclo dei cosiddetti “indipendenti”.
Un netto segnale di come la creazione di circuiti altamente specializzati permetta di valorizzare maggiormente le plastiche virtuose, raggiungendo già ad oggi gli ambiziosi obiettivi su cui si basano le più recenti strategie europee, che puntano al 45% di riciclo entro il 2020, ed ulteriori aumenti nel decennio successivo.
Le ricadute economiche dell’aumento del riciclo, unito all’azzeramento del ricorso alla discarica, sono evidenziate inoltre da diversi studi, l’ultimo dei quali, sviluppato da Althesys e presentato dallo stesso CONAI, quantifica in quasi 900 mila i posti di lavoro che a livello Europeo si verrebbero a creare, con un giro d’affari di oltre 100 miliardi di Euro.
Si focalizzerà su queste importanti opportunità il convegno organizzato dall’Associazione nazionale dei riciclatori di plastica ASSORIMAP a Roma per il prossimo 15 luglio, dal titolo “Italia verso Europa: l’economia circolare del riciclo della plastica tra regole e nuove opportunità di lavoro”. In questo contesto è stato chiesto ad Aliplast di presentare l’esperienza del Sistema PARI, quale eccellenza pionieristica della liberalizzazione, ma anche e soprattutto per focalizzare l’attenzione su come l’iniziativa privata possa rivestire un importante ruolo sociale di rilancio dell’economia e tutela dell’ambiente.
Aliplast ha raccolto l’invito, gli operatori sono pronti a raccogliere la sfida, la politica ed il sistema nazionale saranno altrettanto pronti a raccogliere l’opportunità?
Fonte : Comunicato Stampa Aliplast del 10 luglio 2014