Anomalie nel sistema CONAI, liberalizzare il settore
La raccolta differenziata costa sempre di più e l’Italia è fanalino di coda in Europa per il costo di gestione del servizio. La soluzione sarebbe liberalizzare il sistema, almeno per quanto riguarda il settore del recupero e riciclaggio dei rifiuti di imballaggi, gestito attualmente dal Conai. Così Alfeo Mozzato direttore generale Carpi, il Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia, operativo dal 2007, commenta all’Adnkronos, il dossier dell’associazione dei Comuni virtuosi, che denuncia il giro d’affari gestito dal Conai e i pochi benefici economici per i Comuni.
Secondo Mozzato, infatti, “i comuni hanno ragione ma non stanno dicendo cose nuove”. Già dal 2008, infatti, “l’Agcm ha evidenziato le anomalie del sistema Conai”. Nel 2008, infatti, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha condotto un’indagine conoscitiva, dalla quale è emerso che: i rifiuti sono risorse che i Comuni non riescono a sfruttare. Un assetto del settore più competitivo migliorerebbe il servizio. Rivedere il ruolo del Conai e dei consorzi di filiera.
La scelta di creare il sistema Conai, sottolinea Mozzato, “è stata giusta nel 1996 ma, a lungo andare, un unico sistema scoppia”. Sul problema “si è scritto e detto tanto anche a livello europeo”. Nel 2001 una relazione della Commissione europea, quando Mario Monti era Commissario per la Concorrenza, sottolineava che: “le imprese tenute a recuperare e riciclare rifiuti dovrebbero poter scegliere tra diversi sistemi o altre soluzioni conformi. L’obiettivo è di garantire loro la libertà di non stipulare contratti con il sistema dominante o do farlo solo per una quota parziale dei loro imballaggi“.
La Commissione non accetta quindi “comportamenti di mercato abusivi, volti a consolidare la posizione dominante dell’operatore esistente”. E invece, sottolinea Mozzato, “l’adesione al Conai per le imprese che producono, vendono o utilizzano imballaggi è obbligatoria” e quindi non possono scegliere. In più “le imprese pagano senza avere un servizio” aggiunge Mozzato sottolineando che l’intento “non è contestare il lavoro del Conai ma si tratta di una sistema che deve essere cambiato”. Con la liberalizzazione “le cose andrebbero meglio, si garantirebbe un servizio migliore ad un costo minore ma non si capisce perché non si fa”.
Ma c’è di più: “se i comuni iniziassero a vendere direttamente i materiali da riciclare avrebbero di certo un introito maggiore”. Anche l’Agcm, sempre nell’indagine conoscitiva del 2008, ricorda che “molti dei rifiuti interessati dalla convenzione Anci-Conai, in particolare vetro e carta, hanno un valore economico. Per questo i Comuni, mantenendo un ruolo di sussidiarietà del Conai, andrebbero posti nelle condizioni di poter direttamente negoziare la vendita di prodotti da riciclare con le imprese che operano nel settore del recupero”.
In questo modo, si legge nell’indagine, “i comuni potrebbero ricevere introiti da impiegare nel finanziamento delle attività di raccolta e in possibili alleggerimenti della tariffa applicata ai cittadini per il conferimento dei rifiuti solidi urbani”.
Articolo tratto da Adnkronos -12 luglio 2013