Cartoni per bevande, come si riciclano in Italia
La diversificazione contributiva per gli imballaggi in carta
La diversificazione contributiva del CAC, che ha in primis lo scopo di finanziare la raccolta differenziata degli imballaggi dei Comuni, rappresenta “una delle leve impiegate per orientare le aziende verso imballaggi sempre più riciclabili”, si legge sul sito del Conai. “La decisione di ampliare il CAC diversificato a tutti gli imballaggi poliaccoppiati trova la sua motivazione nella ferma volontà di migliorare sempre di più la qualità della raccolta e di stimolare i produttori a una transizione ecologica verso imballaggi sempre più sostenibili e quindi più facilmente riciclabili”, ha dichiarato Amelio Cecchini, presidente di Comieco a Repubblica.
Per la filiera della carta il progetto di diversificazione è iniziato nel 2018 a partire dall’applicazione di un contributo aggiuntivo (Extra CAC pari a 20€/t) ai contenitori in poliaccoppiati per liquidi CPL allo scopo di “migliorare l’efficacia del processo di valorizzazione degli imballaggi a base cellulosica più complessi da riciclare, attraverso il consolidamento e lo sviluppo delle attività di raccolta, selezione e riciclo”. Dai 75 €/t iniziali il CAc per i CPL è stato ridotto a 45 €/t e dal 1 gennaio 2022, sarà ulteriormente ridotto a 30 €/t. A partire dal 2022 verrà applicato un contributo diversificato suddiviso in quattro categorie che include tutti gli imballaggi compositi, sia flessibili e rigidi come gli involucri per prodotti da forno o le vaschette per alimenti con percentuali di carta variabili come si può vedere dalla tabella.
Lo strumento tecnico che Comieco dice di avere individuato per la classificazione degli imballaggi compositi rispetto alla loro riciclabilità è il sistema Aticelca 501/19 “Analisi del livello di riciclabilità di materiali e prodotti a prevalenza cellulosica” – divenuta norma UNI 11743:2019 nell’aprile 2019 – che consente ai produttori di carta e agli utilizzatori di prodotti in carta di verificare il livello di riciclabilità in una scala di 4 livelli : A+, A, B, C (oltre al non riciclabile che è la D attribuita da Comieco per gli imballaggi che andrebbero nell’indifferenziato).
Si potrà dire che il sistema di Comieco è a regime, ovvero allineato alla certificazione Aticelca, quando verrà inserita l’obbligatorietà (non è ancora stata definita la tempistica) della prova di laboratorio con Norma UNI 11743 – Sistema Aticelca 501.
Secondo la classificazione Aticelca lo scarto prodotto dal riciclo considerato come limite tassativo va dall’ 1,5% del livello A+, al 10% dell’A, al 20% del B, al 40% del C, livello a cui appartengono i cartoni per bevande.
Considerando le ultime tendenze di mercato che vedono una sostituzione degli imballaggi in plastica con le cosiddette alternative plastic-free, e le previsioni di mercato da qui al 2026 che prevedono un’ esplosione nel consumo dei cartoni per bevande, torneremo sicuramente su questo tema con prossimi aggiornamenti.
NB. Dati aggiornati sull’immesso di imballaggi poliaccoppiati rispetto ai numeri riportati in questo capitolo si trovano nell’ultima edizione pubblicata del Programma specifico di prevenzione Comieco riferito al 2022 .