Povegliano Veronese
Una lunga storia
La storia di Povegliano affonda le radici in tempi lontani. Il nome stesso, derivante dal termine romano Popilius attribuito alla gens Popilia dell’antica Roma, conferma quanto importante fosse questo luogo già in epoca classica, situato a sud della città di Verona crocevia di commerci e di eserciti. Sebbene il nome sia attribuibile al periodo romano, la sua origine è sicuramente più antica. Tra il 1876 e il 1877 durante una escavazione di ghiaia, fu rinvenuta casualmente una necropoli dell’età del Bronzo. Questa scoperta diede inizio alle ricerche che proseguirono poi nel secolo successivo e che portarono alla scoperta di importanti reperti del periodo celtico, romano e longobardo in varie parti del paese. Più recenti ritrovamenti hanno fatto di Povegliano uno dei principali siti archeologici Longobardi in Italia.
Le risorgive di Povegliano
Povegliano Veronese si adagia sulla linea delle risorgive, al limitare estremo dell’alta pianura, che gradatamente trapassa nella media. La complessa opera di bonifica fu iniziata non prima del 1400: se si eccettua un primo intervento operato dai padri benedettini nel 1200, l’escavazione su larga scala delle risorgive e la bonifica del suolo, anche con l’incanalamento delle acque stagnanti, furono iniziati nel XV secolo, quando i patrizi veronesi e veneziani intrapresero la coltivazione del riso nella media e bassa pianura e nel 1500 quando ci fu un notevole sviluppo della praticoltura: cominciò allora quella che a partire dai primi decenni del 1500 sarebbe diventata “la corsa all’acqua”, che indusse i proprietari a scavare quanti più fossi possibile. Dalle famiglie nobili prendono nome alcune fosse come la Liona dai conti Lion, la Draga dai Draghi, la Giona dai conti Giona. Le risorgive di Povegliano si trovano all’interno della Rete Natura 2000 come SIC-ZPS Fontanili di Povegliano. Questi piccoli ambienti di acque interne hanno un fondamentale ruolo ecologico all’interno della pianura, oltre ad essere un importante bacino di biodiversità.
Villa Balladoro e l’archivio storico
Una delle famiglie nobiliari più importanti presente a Povegliano all’inizio del ‘600 era quella dei Balladoro. Lascito della famiglia è la sobria ed imponente Villa Balladoro, gioiello seicentesco dell’architettura rurale veneta e sede della famiglia fino agli inizi degli anni duemila. Al suo interno, oltre ai reperti archeologici ed al museo dei Longobardi, si trova un’imponente Biblioteca composta da circa 12000 volumi, molti dei quali unici, raccolti dal conte Arrigo Balladoro che vanno dal 1500 alla metà del ‘900. La collezione riguarda testi che vanno dalla storia alla geografia, dal teatro alla musica. Di particolare interesse è la raccolta di vocabolari dei vari dialetti italiani. Tutti i testi sono catalogati e inseriti nel sito del Comune di Povegliano Veronese, a disposizione di chiunque volesse consultarli. All’interno della biblioteca è contenuto l’Archivio storico della stessa famiglia Balladoro con documenti che raccontano non solo la storia della famiglia ma anche le vicende che si sono susseguite a Povegliano ed in molti paesi del territorio veronese. Documenti che coprono un periodo che va dalla fondazione di Villafranca nel 1185 fino ad arrivare alla metà del secolo scorso.
Il santuario di Madonna dell’Uva Secca
Un altro importante sito del paese è il Santuario dedicato alla Vergine Maria Assunta in Cielo che si trova poco lontano dal centro del paese in località Madonna dell’Uva Secca. La Chiesa e il titolo dell’Uva Secca risalgono ancora al 1178 quando in uno dei più antichi documenti riguardanti le estensioni territoriali appartenenti al Comune di Verona, vennero ritrovate indicazioni di un edificio religioso in una via denominata Via Sancte Marie ad Vithesiceum (Via di Santa Maria della Vite Secca). Particolarmente fiorente nel Medioevo, quando era presente una struttura per accogliere malati e pellegrini, la struttura del Santuario ha avuto successivi ritocchi, in particolare il prolungamento della chiesa nel 1600 e la costruzione dell’altare maggiore, pensato fin dall’inizio per accogliere il mirabile affresco della Dormizione di Maria. Dopo alterne vicende il Santuario ha subìto un periodo di progressivo abbandono, ma è stato recentemente riportato al suo splendore originale da una globale ristrutturazione ad opera della popolazione locale, costituitasi in “Comitato per il Santuario”, attivo ancora oggi.
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