Dalla Cina un messaggio “in una scatola” riutilizzabile per un nuovo e-commerce

I rifiuti da imballaggio derivanti dalla crescita del commercio online stanno diventando un flusso importante nel rifiuto urbano che richiede politiche di prevenzione alla pari di altri rifiuti generati dal consumo di cibo e bevande da asporto. Finalmente arriva dalla Cina un importante segnale da parte del suo più importante operatore del commercio online con l’adozione di un imballaggio riutilizzabile.  

JD.com (abbreviazione di JingDong ) è il più grande rivenditore online B2C in Cina e al terzo posto nella classifica mondiale come volume di affari. I suoi oltre 300 milioni di clienti attivi acquistano in media 26 articoli all’anno. JD.com, che fornisce un servizio simile a quello di Amazon, ha investito molto nella logistica e nelle infrastrutture per garantire che le merci vengano consegnate lo stesso giorno se ordinate entro le ore 11:00. Il 90% degli ordini che riceve viene mediamente consegnato entro 24 ore.

I piani di espansione internazionale del gigante cinese dell’e-commerce passano anche dall’Europa con un avvio delle operazioni in Germania, Regno Unito e Francia, dove l’azienda ha investito due miliardi in due anni per l’allestimento di una nuova rete logistica europea.

JD Logistics ha presentato lo scorso anno la Green Stream Initiative  che ha l’obiettivo di promuovere l’uso di materiali di imballaggio sostenibili e ridurre l’impatto ambientale dell’intera catena di fornitura. Un progetto dell’iniziativa che è stato appena lanciato permette ora ai clienti di JD di scegliere una spedizione con imballaggi riutilizzabili. Si tratta di scatole di colore verde  destinate a spedizioni in cui è richiesto un imballaggio di piccola o media dimensione che possono essere riutilizzate sino a 10 volte.

Secondo JD, il programma può fare risparmiare 32,5 milioni di RMB (circa 4.680.400 milioni di dollari) all’anno, qualora il 10% degli ordini totale utilizzasse le nuove confezioni.
Grazie all’adozione di queste scatole JD prevede di ridurre l’uso di imballaggi di 10 miliardi di pezzi entro il 2020. Tra gli altri impegni assunti con la Green Stream Initiative c’è l’obiettivo di riciclare l’80% dei materiali di imballaggio, sostituire il 50% degli imballaggi di plastica con materiali biodegradabili e avere il 100% degli imballaggi composto da materiali riciclabili o riutilizzabili.

Il servizio viene offerto gratuitamente, e l’opzione riutilizzabile può essere selezionata in fase di ordinazione. Chi sceglie questa opzione può restituire l’imballaggio al momento della consegna. I clienti che scelgono la “scatola verde” riutilizzabile vengono premiati con i punti fedeltà “Jingdou” che valgono come buoni per tutti i prodotti presenti sul catalogo di di JD . Le scatole riutilizzabili  vengono ora impiegate per la spedizione di prodotti come gioielli, cellulari, orologi, cosmetici e prodotti per la cura della pelle, ad eccezione del cibo fresco.

Il servizio, che ha preso il via a Pechino, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen, si espanderà a Chengdu e in altre cinque città entro la fine di questo mese. Entro la fine del 2018, JD fornirà questa opzione riutilizzabile in 20 città.
La divisione JD Logistics ha introdotto all’inizio di quest’anno a Shanghai una flotta di furgoni ad idrogeno per rendere zero carbon il percorso finale della consegna ai clienti. All’inizio di giugno, la società ha invece presentato una flotta di 50 veicoli a propulsione solare operativi a Pechino.

Visto le similitudini esistenti tra il modello di commercio online di JD e Amazon la richiesta che dovrebbe partire da tutti i governi nazionali e locali in cui quest’ultimo opera è quella di seguire l’esempio del competitor cinese in arrivo sul mercato europeo nei prossimi anni. La città di San Francisco, come viene raccontato in questo video di The Story of Stuff Project deve gestire ogni giorno 100 tonnellate di imballaggi di cartone in più grazie al commercio online.

Tuttavia il precursore di un sistema riutilizzabile parla finlandese e si tratta di RePack vincitore di numerosi premi e ora tra i 10 finalisti di Launch Circular Innovators. In un precedente post abbiamo spiegato come funziona il sistema di RePack al quale hanno aderito oltre 36 rivenditori online in Finlandia e perché l’imballaggio del futuro non può che essere riutilizzabile.

STILI DI VITA E DI CONSUMO INSOSTENIBILI: serve azione da parte dei governi locali e nazionali

Secondo i dati del Conai la produzione di imballaggi in Italia ha avuto nel 2016 una crescita del 3,2% rispetto al 2015 e l’impiego di imballaggi è cresciuto del 4,4% .
Nel 2016 il peso degli imballaggi immessi al consumo ha raggiunto i 12,6 milioni di tonnellate con una crescita del 2,2% rispetto al 2015.
Uno studio di GEO -Green Economy Observatory- dello IEFE-Università Bocconi presentato qualche tempo fa ha stimato quanti rifiuti da imballaggio potrebbero essere prodotti al 2030. Il modello utilizzato dallo studio ha quantificato in 4 milioni di tonnellate la quantità di rifiuti che sarebbe possibile evitare grazie a politiche di riduzione e innovazione tecnologica. Quest’importante riduzione viene però minimizzata da un aumento nella produzione di rifiuti – che vale più del doppio– dovuto alle modalità di consumo e stili di vita . Tra i fattori che contribuiscono all’aumento degli imballaggi c’è un crescente ricorso agli acquisti online e la riduzione della dimensione dei nuclei famigliari che favorisce un maggior consumo di cibo pronto all’uso e monoporzioni a maggiore impatto di packaging. L’approfondimento sul tema dello scorso anno, drammaticamente attuale, visto lo stato di paralisi degli impianti nazionali, l’emergenza dietro all’angolo (non solamente per la capitale) si trova a questo link e negli articoli correlati segnalati a fine pagine.

 

 

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