Si può riciclare più plastica, anche in Italia

Plastics Recyclers Europe ha recentemente pubblicato uno studio, realizzato da Bio Intelligence Services, che valuta su scala europea l’impatto dell’innalzamento del tasso di riciclo della plastica ad un livello superiore al 60%. Oggi la media europea si attesta attorno al 26%.
In un’economia che prevalentemente importa materie plastiche da fuori Europa, raccogliere e riciclare localmente più plastica invece di sotterrarla o distruggerla rappresenta il modo per ottenere delle ricadute positive sul territorio per l’ambiente, l’economia e la gestione delle risorse.
Lo studio ha calcolato che l’aumento dal 26% al 62% della percentuale di riciclo permetterà la creazione di oltre 360.000 nuovi posti di lavoro, l’utilizzo di plastiche riciclate al posto di plastiche vergini consentirà notevoli risparmi alle industrie di trasformazione, valutabili in 4,5 Miliardi di Euro/anno.

Nell’ambito italiano la dipendenza da produttori di materie plastiche vergini provenienti dall’estero è ancora maggiore; adottando lo stesso modello presentato nello studio, si può stimare che un uso ottimale delle risorse che consenta di spostare il tasso di riciclo dall’attuale 25% al 62%, permetterebbe di creare 47.000 nuovi posti di lavoro.

L’Italia attualmente distrugge il 75% delle plastiche in discariche o inceneritori, plastiche che debbono poi essere riacquistate prevalentemente all’estero quando si potrebbero invece in buona parte ottenere da un approccio virtuoso al riciclo nazionale.

Lo studio ed i suoi risultati sono stati presentati da Assorimap e Plastics Recyclers Europe al recente Consiglio Nazionale della Green Economy, corredati dall’indicazione dei quattro pilastri che possono realmente consentire di raggiungere questi obiettivi, ovvero:

1) Maggiore attenzione e incentivazione concreta alla progettazione fatta in funzione del fine vita (eco-design), soprattutto dell’imballaggio che rappresenta il 40% del totale in peso della plastica utilizzata;
2) Maggior cura e attenzione alla raccolta e alla corretta separazione tra plastica ed altri materiali; per specifici flussi di materiali la creazione di circuiti dedicati può consentire migliori performances qualitative, quantitative e di costo rispetto ad una raccolta generalista che inquina i materiali di maggior valore e richiede costi di selezione importanti;
3) Fissazione di obiettivi di riciclo più elevati, non meno del 60% rispetto all’attuale 26% sui soli imballaggi;
4) Divieto di conferire plastiche in discarica: i nove Paesi europei più performanti sono quelli in cui tale divieto esiste.

Assorimap ( Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di Materie Plastiche) e  Plastics Recyclers Europe  PRE confermano il loro pieno supporto ai decisori ed ai policy makers, fornendo anche il supporto di concreti strumenti quali, ad esempio, Recyclass™ lo strumento per la valutazione del livello di riciclabilità degli imballaggi plastici che è stato presentato lo scorso maggio 2014  ad Intepack con il sostegno delCommissario EU all’Ambiente Janez Potocnik.

Comunicato stampa PRE e Assorimap del 10 aprile 2014

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