Alla scoperta dei Drs: cosa prevede il deposito cauzionale del decreto Semplificazioni
Federdistribuzione, in linea con la posizione espressa dal Conai in varie occasioni in cui si accennava a questi sistemi, ha dichiarato che l’Italia già raggiunge dei risultati di raccolta differenziata e avvio a riciclo tra i migliori in Europa, e che sarebbe sufficiente migliorare la raccolta differenziata nelle regioni più indietro su questo fronte, aumentando magari la presenza dei compattatori che fanno a capo al consorzio Coripet.
«La soluzione proposta, oltre ad aumentare inevitabilmente i costi di raccolta che oggi sono prevalentemente a carico dei Comuni, non andrebbe comunque ad incidere sulle inefficienze del sistema attuale che trovano invece nei sistemi di deposito una soluzione ottimale e definitiva. Mi riferisco in particolare al problema della dispersione nell’ambiente di imballaggi per bevande, o che sfuggono comunque alla raccolta finendo nei cestini stradali, ed il supporto fondamentale al modello di riciclo “bottle-to-bottle”, essendo il Drs l’unico sistema in grado di garantire un’altissima qualità dei materiali raccolti idonei al riciclo “food-grade”.
Il tasso di raccolta medio nei Paesi con un sistema di deposito in Europa supera il 90%, con paesi che raggiungono picchi di intercettazione del 98% per le bottiglie in plastica e del 99% per le lattine in alluminio (Germania). Il tasso di raccolta degli imballaggi per bevande in PET in Italia non superava ancora, secondo addetti del settore, il 60% nel 2019 e parliamo di bottiglie non sempre adatte ad applicazioni “food-grade”.
Sono almeno tre gli studi in cui l’Italia – con i suoi oltre settemila chilometri di coste – risulta tra i paesi che maggiormente contribuiscono al rilascio di rifiuti plastici nel Mediterraneo. Addossare la responsabilità di questa situazione unicamente all’inciviltà del cittadino, come solitamente tenta di fare l’industria della plastica o delle bevande, non risolve il problema. In realtà sono i sistemi di gestione dei rifiuti che devono stare al passo con i tempi per prevenire o ridurre al minimo inefficienze ed effetti collaterali indesiderati, applicando ove possibile, misure efficaci come l’incentivazione economica, che è il punto di forza dei Drs.
Parlando di alti tassi di raccolta c’è anche un motivo contingente che ha spinto un’altra decina di Paesi europei a stabilire un percorso per arrivare nei prossimi due anni ad avere un cauzionamento per i contenitori per bevande monouso, ovvero la necessità per i Stati membri (Italia inclusa) di raggiungere senza difficoltà gli obiettivi della direttiva Sup sulla raccolta selettiva delle plastiche monouso. E mi riferisco sia a quelli sul tasso di raccolta (90% entro il 2029 con l’obiettivo intermedio al 2025 del 77% per le bottiglie contenenti bevande), che di contenuto riciclato obbligatorio per le bottiglie in Pet (il 25% al 2025 e il 30% al 2029 sul peso totale immesso sul mercato).
Soprattutto in vista dell’obiettivo di raccolta del 90%, un sistema di deposito nazionale è la strada obbligata, poiché solamente i Drs consentono di raggiungere tassi di raccolta altrimenti impensabili attraverso il sistema classico di raccolta differenziata. Persino nei paesi dove la raccolta differenziata è altamente performante – come in Svizzera o Giappone – non si arriva che a superare di poco il tasso di raccolta dell’80% per i contenitori di bevande.
Il sistema promosso dal neonato consorzio Coripet potrà sicuramente aumentare, attraverso il suo sistema di raccolta incentivante, di qualche punto percentuale l’attuale tasso di raccolta e riciclo del Pet in Italia ma l’obiettivo del 90% di raccolta potrà essere raggiunto solo con l’aiuto di un Drs nazionale. Questo perché un incentivo di pochi centesimi, o altri buoni e benefit per le bottiglie restituite attraverso i compattatori , non è efficace quanto una cauzione che vale 15 centesimi ad imballaggio, e poi perché il sistema è volontario e non è diffuso capillarmente su base nazionale».