Con l’e-commerce troppi imballaggi usa e getta. Ma ora arrivano le startup del riutilizzo

Le virtuose realtà d’Oltralpe

In Francia non c’è solo RePack che offre ai rivenditori online un sistema di riuso che non produce rifiuti e gestisce gli imballaggi in un ciclo continuo. La startup Hipli ha ideato delle buste riutilizzabili in tre formati in materiale sintetico impermeabile che stanno all’interno di una pochette con chiusura a cerniera che i clienti possono restituire facilmente per posta. La busta è progettata per essere utilizzata 100 volte che significa – secondo le stime di Hipli – circa 25 kg di rifiuti evitati. ll funzionamento è abbastanza semplice. Il rivenditore online che vuole aderire al sistema inserisce l’opzione riutilizzabile tra le modalità di spedizione. L’acquirente interessato che sceglie l’opzione è invitato a restituire l’imballaggio in modalità prepagata tramite servizio postale con la pochette che, una volta richiusa, presenta già l’indirizzo di spedizione prestampato. Il costo per il servizio di resa e manutenzione dell’imballaggio corrisponde a 2 euro ed è in genere sostenuto dal rivenditore online che può decidere se ribaltarlo sul cliente o meno.

“In pratica il 10% dei nostri partner non addebita il nostro servizio al cliente e gli altri parzialmente, in media il contributo è di 1 euro” spiega Anne-Sophie Raoult, co-fondatrice di Hipli. Attualmente Hipli conta un centinaio di piccole aziende clienti nel settore della moda, oggettistica e cosmetica con circa 100mila pochette in circolazione che hanno un tasso di restituzione dell’89%.

Un’altra startup francese ancora in fase di test è Opopop, che si propone di sostituire con le sue buste riutilizzabili in materiale sintetico 1 milione di pacchetti usa e getta entro tre anni e di ottenere un tasso di restituzione del 95%. Il servizio funziona con un sistema di deposito cauzionale digitale (con addebito di un importo di 5 euro qualora ‘imballaggio non sia reso entro 15 giorni) oppure nella modalità del pagamento “a consumo”, a un costo di 1,65 euro per ogni rotazione.

Chiudere la carrellata sulla Francia LivingPackets, con sedi a Nantes, Parigi e Berlino, che sta introducendo sul mercato europeo una tecnologia di imballaggio intelligente molto sofisticata. Si tratta di una scatola, “The Box”, progettata per compiere mille viaggi e che porta fino a 5 kg di peso, adatta per l’80% dei prodotti venduti online, come si può leggere sul sito. Questa Box incorpora un sistema per il fissaggio del carico e in più un display dove si possono inserire e aggiornare dati come l’indirizzo e altre informazioni rilevanti per la logistica. Dentro la scatola ci sono dei sensori e una telecamera integrata per monitorare il contenuto della spedizione e le condizioni ambientali a cui è esposto il carico: temperatura, umidità e possibili urti durante il trasporto. Il lancio del servizio – che l’azienda descrive come “packaging-as-a-service” – è partito all’inizio di quest’anno con accordi in via di definizione con le oltre mille potenziali aziende clienti in Francia e Germania, che hanno contattato LivingPackets manifestando interesse per il prodotto e il servizio offerto.

Anche negli Usa si sperimenta il riuso innovativo

Le startup statunitensi LimeLoop Returnity utilizzano entrambe un modello logistico decentrato e una tecnologia digitale sofisticata. Puntando a realizzare un modello di spedizione più digitale, LimeLoop usa dei sensori GPS inseriti nell’imballaggio, che tracciano le spedizioni e rivelano dati come l’apertura del pacco. Rivenditori e clienti finali possono interagire ulteriormente con l’imballaggio tramite un’app.

LimeLoop noleggia i propri contenitori “intelligenti” ai rivenditori online, tramite un servizio di abbonamento. I clienti che ricevono la merce acquistata utilizzano un’etichetta di spedizione prepagata per restituire l’imballaggio al magazzino del produttore più vicino tramite UPS.
Le confezioni prodotte da LimeLoop sono realizzate in vinile riciclato da vecchi cartelloni pubblicitari e sono riutilizzabili fino a 2000 volte.

Michael Newman, fondatore di Returnity, spiega bene la filosofia del progetto. “Affrontare il tema del packaging significa saper vedere un sistema – afferma – Non si tratta solamente di un prodotto, ma di  rocessi e partecipazione. Solamente da questa prospettiva mentale si potrà capire come funzionano gli imballaggi riutilizzabili all’interno dei sistemi”. Returnity fornisce soluzioni di imballaggio riutilizzabili alle aziende, che possono rimpiazzare una vasta gamma di imballaggi utilizzati nelle spedizioni personalizzandole: buste, scatole, borse, borsoni e porta-abiti progettati per risparmiare spazio e facilmente impilabili dopo l’uso. Robusti e realizzati in materiali riciclati, possono “resistere” a più di 40 spedizioni.

Returnity fornisce anche un sistema logistico integrato che include pulizia e manutenzione degli imballaggi riutilizzabili. Una piattaforma denominata “Returnity’s 3P Platform” supporta le aziende a fare la “scelta giusta” sotto l’aspetto operativo, economico e ambientale. La startup statunitense si avvale della partnership di Happy Returns, una rete di luoghi fisici che si occupa di spedire gli imballaggi resi dai clienti ai suoi hub regionali – in contenitori riutilizzabili anch’essi – dove vengono smistati e restituiti ai rivenditori. Le aziende che utilizzano il pacchetto completo di Happy Return, che include anche la gestione dei resi, risparmiano in media il 20% sulle spese di spedizione con un 10% nel primo anno, rispetto all’utilizzo di imballaggi monouso. I consumatori restituiscono l’imballaggio in soli 60 secondi e il rimborso è immediato. Negli Stati Uniti sono operativi oltre 700 punti di resa per i contenitori, con circa 15mila imballaggi in continua circolazione.

Dalla Norvegia all’Olanda, pacchi e pallet riutilizzabili

Packoorang è un’azienda norvegese che fornisce un servizio di imballaggi riutilizzabili ai rivenditori online con due linee di prodotto: le “Packoorang Mailer Bags, buste in varie dimensioni e modelli che possono essere usate fino a 500 volte, e i pallet riutilizzabili Palloorang, adatti per settore del B2B. Packoorang  collabora inoltre con aziende partner che mettono a disposizione uno spazio fisico e possono fungere da centri di raccolta per gli imballaggi resi dagli utilizzatori del servizio. Lanciata nel 2019, l’azienda progetta le sue opzioni riutilizzabili in poliestere – con o senza imbottitura – a partire da bottiglie riciclate e altri scarti di fabbricazione del settore del tessile.

Il rivenditore che si affida al servizio di Packoorang sceglie le opzioni riutilizzabili più adatte ai propri prodotti che possono essere personalizzate. I clienti che scelgono l’imballaggio riutilizzabile lo rendono in modalità prepagata postale al centro logistico unificato o presso altri punti di raccolta. Dopo le usuali operazioni di controllo e pulizia gli imballaggi ripartono poi alla volta dei centri di distribuzione dei rivenditori online.

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