Foreste minacciate dal cambiamento climatico e dall’usa e getta

Una campagna finanziata e condotta da gruppi di interesse industriali contro gli imballaggi riutilizzabili senza precedenti

Il timore che in Europa si voglia seguire l’esempio della Francia con le misure restrittive entrate in vigore per gli imballaggi in plastica (e di incentivazione del riuso) ha portato ad un’intensa attività di lobbying presso le istituzioni europee da parte di gruppi di interesse del settore della carta, con McDonald’s in testa. Attività frenetiche di così vasta portata che non si erano mai viste prima: come si legge in un articolo pubblicato lo scorso marzo da DeSmog.

Dal giugno 2022, McDonald’s e altri gruppi industriali interessati hanno finanziato tre studi, lanciato due siti web e sponsorizzato diversi articoli che attaccano il Regolamento con la motivazione che minerebbe le ambizioni dell’Europa in materia di emissioni nette zero.

La campagna del 2022 di Keep Norway Clean

Tali studi sono stati ampiamente utilizzati dal nostro paese nel dibattito nazionale e in sede europea per screditare il riuso e chiedere lo stralcio dalla proposta di regolamento degli obiettivi di riuso, nonostante fossero stati oggetto di critiche da esperti del settore: a causa di carenze metodologiche e da una modellazione degli scenari costruite ad arte per ottenere risultati favorevoli all’usa e getta. Vedasi l’analisi pubblicata nel rapporto “Unveiling the Complexities: Exploring LCAs of Reusable Packaging in the Take-Away Sector” della società di consulenza Eunomia.

L’appello degli esperti LCA all’Ue. “Cautela nel confronto tra imballaggi monouso e riutilizzabili”

Per fare sentire la propria voce esprimendo preoccupazione sul fatto che gli studi finanziati dall’industria vengano utilizzati per influenzare l’iter legislativo del regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR) 58 ricercatori esperti di Life Cycle Assessment (LCA) provenienti da tutta Europa hanno firmato una lettera aperta  agli europarlamentari.
Siamo particolarmente preoccupati per la mancanza di una metodologia chiara, trasparente e scientifica in questi studi in cui vengono valutati gli impatti ambientali delle opzioni di imballaggio monouso e riutilizzabili. Sottolineiamo l’importanza della trasparenza dell’ambito e dei dati, nonché della valutazione delle scelte e dell’influenza dei parametri selezionati per il peso dei prodotti riutilizzabili, la loro logistica di lavaggio e il loro trasporto. Sottolineiamo che gli studi che confrontano le opzioni monouso con uno scenario di riutilizzo statico sono fuorvianti. Le valutazioni d’impatto dovrebbero invece valutare i punti di pareggio (cioè quando si ritiene che i sistemi di imballaggio monouso e riutilizzabili abbiano lo stesso impatto). Mentre proseguono i negoziati sugli obiettivi di riutilizzo e sui divieti del monouso nel PPWR, vorremmo consigliare vivamente di basare le decisioni su ricerche realmente indipendenti e trasparenti che rispettino le raccomandazioni esposte nella nostra lettera.

Per una panoramica sugli sviluppi del REGOLAMENTO IMBALLAGGI vai allo SPECIALE di Economiacircolare.com

Lo scorso maggio il Joint Research Centre (JRC) – il braccio scientifico della Commissione Europea, che ha il compito di fornire prove indipendenti a sostegno dello sviluppo delle politiche dell’UE – ha intrapreso uno studio incentrato sulla valutazione delle prestazioni ambientali degli imballaggi per alimenti e bevande per i quali sono previsti target di riutilizzo.

Lo studio analizza l’impatto ambientale di alcune opzioni di imballaggio monouso rispetto a quelli multiuso, nell’ambito del dibattito in corso sull’opportunità di includere obiettivi di riutilizzo nel regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR). I ricercatori hanno utilizzato un approccio basato sulla valutazione del ciclo di vita basandosi su un’ampia serie di dati raccolti e analizzati che includevano indicazioni come il numero di riutilizzi/rotazioni, le distanze percorse di trasporto, il mix energetico e la gestione dei rifiuti a fine vita.

Da tale studio preliminare sono emersi i vantaggi ambientali delle opzioni riutilizzabili rispetto al monouso in carta. Soprattutto quando il consumo e il lavaggio avvengono nel luogo del consumo. Anche l’impatto sul consumo di acqua risulta inferiore per i contenitori riutilizzabili a causa del massiccio consumo di acqua che il processo di produzione della carta richiede.

I risultati preliminari dello studio sono stati presentati lo scorso 25 settembre 2023 (presentazione scaricabile qui)

Il sondaggio di FERN

Più di sette persone su dieci –  come si legge nell’articolo di Economiacircolare.com –  che hanno partecipato al sondaggio di YouGov commissionato da FERN e condotto in Germania, Francia, Svezia, Finlandia e Italia sono allarmate per l’aumento del consumo di imballaggi. Per poco meno di sei cittadini su dieci, la preoccupazione è legata agli effetti che questa crescita ha sulla foreste. L’Italia è uno dei Paesi dove questa preoccupazione è maggiore. Rispetto alla media del 58%, infatti, in Italia è il 67% del campione a dichiararsi allarmato per la salute delle foreste, a fronte del 64% francese, del 57% Tedesco, del 55% svedese e del 44% finlandese.

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