In attesa di un piano per gestire la crisi del riciclo di carta e cartone perché il consumo aumenta…

Mentre Unirima ha lanciato dal giugno scorso diversi allarmi a intermittenza che denunciano la crisi del riciclo della carta con rischio di paralisi totale, c’è chi rassicura che la situazione è “sotto controllo” e che eventuali costi non ricadranno sugli utenti dei servizi. Qualche dubbio sorge invece nel leggere anche sulla stampa straniera quali congiunture internazionali e nazionali sono necessarie per vedere la luce in fondo al tunnel. In particolare c’è da chiedersi se nel nostro paese abbiamo un piano per gestire l’emergenza e una gestione circolare della risorsa carta, che significa non solamente riciclo spinto, ma anche riduzione del consumo con  l’azzeramento degli sprechi.

Non abbiamo solamente un problema con la plastica perché anche con la carta non siamo messi particolarmente bene. Il rischio di paralisi totale per il comparto è alimentato dall’azione combinata di tre fattori: dai mercati ormai saturi che non possono più accogliere carta e cartone che arrivano dalla raccolte differenziate e dai circuiti commerciali, dallo stop  ( o quasi) delle esportazioni di carta da macero che assorbivano il surplus nazionale di carta raccolta (1,5 milione di tonnellate) che le nostre cartiere non riescono a trattare, e dalla mancanza di cartiere rispetto a quelle che servirebbero. Sono diversi gli articoli usciti sia a livello locale che nazionale dallo scorso dicembre che si sono occupate della situazione. Anche Ricicla.TV ha girato alcuni servizi presso le aziende affiliate a Unirima che si trovano più o meno nelle stesse condizioni di difficoltà dei F.lli Palmieri srl  che appaiono in uno dei servizi. Emblematico è il caso dei tovaglioli di carta colorata che si vedono in questo servizio che introduce il tema della qualità della carta raccolta, un prerequisito importante per trovare acquirenti come vedremo più avanti.

Va detto che non siamo in presenza di un problema recente perché il mercato europeo aveva infatti già vissuto una crisi simile a quella attuale negli anni novanta, anche se non di questa portata,  che si era poi risolta in circa un anno, con la possibilità di esportare il surplus di carta e cartone raccolti in Europa in Cina e o in altri paesi asiatici.


Da quando però la Cina ha chiuso le frontiere all’importazione di carta, plastica ed altri materiali che le arrivavano dai paesi con economie sviluppate,  l’equilibrio si è rotto. La situazione è precipitata anche in Italia tanto che Unirima  (Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri) ha lanciato l’allarme attraverso tre comunicati stampa  e tre audizioni parlamentari avvenute lo scorso anno che non hanno ancora avuto riscontro da parte dei portatori di interesse istituzionali.  L’ultimo comunicato del 25 novembre è stato recapitato anche al Ministro dell’Ambiente, alle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, all’Anci e alla Conferenza Stato Regioni per sollecitare la presa in carico di un problema che sta avendo delle ripercussioni economiche e ambientali a vari livelli.
Lo scorso dicembre in un’ intervista apparsa sul Fatto Quotidiano  il direttore generale di Unirima Francesco Sicilia aveva precisato che   “Si sta bloccando il flusso di entrata e di uscita dai siti – aggiunge – e siamo arrivati quasi al limite della capacità di stoccare e qualche impianto ha già iniziato a scrivere ai Comuni. Diversi contratti con la grande distribuzione sono bloccati”. Il timore è che si arrivi alla sospensione dei conferimenti delle raccolte differenziate negli impianti, con effetti molto negativi sulla tenuta economica delle imprese. Il paradosso è che stiamo parlando di un settore che rappresenta uno dei principali cardini dell’economia circolare italiana “con tassi di riciclaggio elevatissimi, raggiunti con anni di anticipo rispetto agli obiettivi previsti dalle direttive europee”.

Più recentemente si sono tenuti gli stati generali del settore che hanno riunito a Bologna, all’incontro organizzato da Unirima tutti i players più importanti a livello nazionale.  A rappresentare il Lazio c’erano il presidente dell‘Azienda Romana Maceri Giuliano Tarallo che è anche presidente nazionale di Unirima e Pio Savoriti del gruppo Sama Marketing, principale realtà del settore in provincia di Frosinone e tra le prime in Italia e vice presidente di Unirima  che ha spiegato che senza questi sbocchi, ovvero export ed impianti, il settore rischia di essere schiacciato. A rischio sarebbero 5.000 posti di lavoro in Italia, molti dei quali sono nel Lazio. Si sta quindi interrompendo, almeno nel settore della carta, quel meccanismo virtuoso chiamato economia circolare e tutto, secondo Unirima, nel colpevole silenzio della politica, che nonostante tre audizioni parlamentari non ha ancora messo mano al dossier. “L’industria italiana ed europea non può sopportare il terzo anno consecutivo queste condizioni di mercato – spiega Giuliano  – abbiamo bisogno di interventi immediati. Urgono provvedimenti che favoriscano l’export per bilanciare domanda ed offerta”.  (1)

Sia Assocarta che Comieco hanno commentato sui media lo scorso dicembre che “la capacità europea di riciclo della carta aumenterà di 5,7 milioni di tonnellate nel 2019-2021 e coprirà, da sola, i due terzi dell’export europeo in Cina” . Anche in Italia secondo Assocarta entreranno in funzione con 3 nuove cartiere ( di cui una già attiva) che potranno assorbire buona parte del surplus di raccolta: oltre un milione di tonnellate su 1,5.
Il presidente di Comieco Amelio Cecchini ha rassicurato che nonostante il momento problematico il Consorzio è comunque preparato per garantire il riciclo del materiale e assicurare i ritiri ai Comuni senza conseguenze sui consumatori. Infatti sottolinea Cecchini : “Sono fasi che possono registrarsi e siamo abituati ad affrontarle. E si tratta di congiunture destinate a variare. La stessa Cina tornerà a comprare. Questi momenti (…) ci danno anche la conferma che il sistema consortile rappresenta per l’Italia un salvagente.”
Non essendo stati forniti ulteriori dettagli su quale sia il piano per gestire l’emergenza dei prossimi 6/8 mesi, prima che la capacità di riciclo di nuove cartiere e altre misure che il settore della carta propone a livello europeo sortiscano effetti, sarebbe importante capire come pensa Comieco di poter “agire come un salvagente” per i Comuni. e soprattutto per quanto tempo, qualora l’emergenza interessasse un pò in tutto il paese. Intanto diversi comuni della nostra associazione, e non solo, stanno pagando per poter “liberarsi”  del materiale raccolto con prezzi intorno ai 40 – 50 Euro a tonnellata.

 

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