Deposito su cauzione = economia circolare
Il deposito su cauzione applicato alla gestione degli imballaggi è una prerogativa per un’economia più circolare nella quale materiali e prodotti vengono riutilizzati in cicli chiusi su grande scala, e quindi il rifiuto si elimina
Il deposito su cauzione per bottiglie e lattine, in vigore solamente in una minoranza di stati, si è dimostrato come l’unico sistema in grado di garantire percentuali di riciclo che superano il 90% dell’immesso al consumo prevenendo allo stesso tempo l’abbandono degli imballaggi nell’ambiente.
Il cauzionamento è lo strumento che garantisce la circolarità del ciclo di vita di materiali pregiati come plastica, vetro e alluminio dei contenitori di bevande poiché evita che essi finiscano sprecati in discariche, inceneritori, o ancora peggio dispersi nell’ambiente. Le partite di imballaggi che provengono dai sistemi di cauzionamento garantiscono inoltre un approvvigionamento costante e di ottima qualità ai riciclatori, in antitesi alle partite, spesso contaminate e soggette a scarti, che arrivano da raccolte differenziate mal fatte.
Con una futura popolazione mondiale di 9 miliardi di persone vanno evitati tutti gli scarti di prodotti e sprechi di materia in modo che il valore possa rimanere nei cicli economici il più a lungo possibile. Ciò richiede la costruzione di sistemi molto diversi dagli attuali “di scarico” a fine vita dei beni. Prima ancora che arrivi il momento di pensare in quale cassonetto metterli, dovremmo, come consumatori, poter prevenire o spostare nel tempo questo momento. Per rendere possibile questa ipotesi dovremmo avere a disposizione un’offerta più sostenibile dell’attuale. Fatta cioè di beni e imballaggi che possano avere una vita più circolare (cradle to cradle) e quindi progettati per essere riutilizzati, riparati, aggiornati e infine riciclati.
Per mettere in pratica questo nuovo approccio, che ricalca spesso in chiave moderna gestioni virtuose del passato, dove nulla veniva sprecato, serve ora un approccio collaborativo tra i soggetti coinvolti in una specifica filiera di consumo: dai produttori, ai circuiti commerciali, ai soggetti istituzionali e consumatori. Questo significa che il comportamento collaborativo, quando è indispensabile per far funzionare un sistema, deve essere obbligato per legge, oppure indotto attraverso incentivi.
In quest’ottica il deposito su cauzione è assolutamente funzionale all’obiettivo perché premia il comportamento virtuoso e consente ai consumatori di contribuire a “chiudere il cerchio del valore “dei materiali che sono riciclabili e riutilizzabili. Il cauzionamento è anche un sistema in cui il coinvolgimento dei consumatori funziona al meglio, visto che ( ad esempio in Olanda) più del 96% delle bottiglie grandi in PET viene raccolto. La ricompensa, il coinvolgimento, ma anche l’orgoglio dei risultati raggiunti è il valore sociale del deposito. Per un modello di business circolare bisogna avere la completa collaborazione dei consumatori, pena la mancata chiusura del ciclo del consumo. (1)
Per le imprese i modelli di business circolare permettono di costruire un rapporto più forte e coinvolgente con il cliente garantendosi una maggiore fidelizzazione.
Sempre più aziende, riconoscono le opportunità dell’economia circolare. La vendita finalizzata al possesso dei beni si evolve in questo modello in forniture di servizi che i beni posso offrire senza essere posseduti ( la proprietà è passé) con un risparmio economico e ambientale quanto mai necessario in un prossimo futuro dove le materie prime diventeranno più costose o di difficile approvvigionamento.
L’Economia circolare degli imballaggi
L’economia circolare applicata alla necessità di contenere, trasportare e usufruire di un determinato prodotto non darà necessariamente origine ad un imballaggio a perdere. L’imballaggio può essere ridotto con una diversa formulazione del prodotto ( ad esempio un detergente può essere solido, in polvere, liquido in diverse concentrazioni) oppure evitato con una diversa modalità di erogazione (vendita sfusa oppure alla spina con contenitore riusabile infinite volte).
Se l’imballaggio è davvero indispensabile per essere definito circolare, e quindi non generare gli alti costi di gestione del fine vita (che attualmente ricadono sui soggetti finali della filiera) dovrebbe rispondere ad alcuni requisiti come :
- essere realizzato con materia prima seconda invece che vergine;
- essere totalmente riciclabile o compostabile senza che avvengano perdite del suo valore economico. Non basta infatti che un materiale sia “teoricamente riciclabile” se poi non può essere gestito dagli impianti esistenti sul territorio. A maggior ragione quando poi i costi per gestire il fine vita sono a carico delle comunità piuttosto che dei produttori responsabili delle scelte di packaging;
- avere una filiera di raccolta economicamente sostenibile già esistente all’interno dei sistemi di raccolta porta a porta. Oppure, qualora queste condizioni non esistessero, dovrebbe essere il produttore a prendersi carico di tutti i costi connessi alla raccolta e successivo trattamento di imballaggi non conformi al sistema;
- avere un riciclo di prossimità chiudendo il cerchio entro i confini regionali. L’economia circolare è essenzialmente locale per motivi di ordine ambientale, economico e di gestione e controllo ottimale della filiera.
Stati Uniti: spostare l’attenzione sulla percentuale degli imballaggi sprecati invece che riciclati
Gli Stati Uniti in generale non sono certamente un esempio in quanto ad alti tassi di riciclaggio dei rifiuti ed imballaggi, anche se non mancano eccezioni come lo stato della California, ad esempio.
Negli USA le corporazioni aziendali a difesa del settore della plastica come l’American Chemistry Council sono piuttosto attive nel finanziamento di campagne, quando non di azioni legali per bloccare legislazioni che bandiscano qualsiasi contenitore “usa e getta”. Non è chiaro se ci sia un nesso tra le due cose ma negli USA è da sempre in corso, a differenza che da noi, un dibattito trasversale molto vivace, tra gli operatori del mondo della plastica e altri portatori di interesse come rappresentanti di ONG e consulenti del settore RSI.
Per rendersene conto basta seguire gli articoli all’interno delle newsletter dedicate a gestione rifiuti, sostenibilità e riciclo di un media leader del settore plastica come Plastic News.
Recentemente il Direttore di Plastic News International, Steve Toloken, ha postato un editoriale a favore del deposito su cauzione. Una posizione che, paragonata a quanto si legge sui media nostrani del settore, appare addirittura “coraggiosa”. Questo perché il cauzionamento è fortemente osteggiato dal mondo del packaging, dall’industria del beverage, dalla grande distribuzione, (e non solo), che sono spesso tra i principali inserzionisti di questi media. Non per nulla nel settore dei media specializzati c’è una certa prevalenza di voci e punti di vista in linea con quelle dei principali inserzionisti.
Ecco a seguire le parti salienti dell’articolo “ Let’s put waste into the spotlight”
Nel 2014 negli USA sono state raccolte e riciclate 1,3 milioni di tonnellate di bottiglie di plastica con un tasso di riciclaggio del 31,8 % . Questo è il dato presentato da un’associazione del settore lo scorso 5 novembre che lo ha definito come il risultato (ottimale) di 25 anni di crescita del riciclo.
Dai rapporti di settore delle materie plastiche, risulta che le quantità di bottiglie raccolte separatamente da altri flussi di plastica nelle città sono in costante aumento, e così il loro riciclo. A maggior ragione se si considera che le bottiglie sono più leggere di qualche anno fa e quindi è necessario raccogliere più bottiglie per ottenere gli stessi chili di riciclato.
Gli stessi dati dicono però che la quantità di bottiglie di plastica conferite in discarica dal 2008 oscillavano intorno ai 2,9 milioni di tonnellate. Nel 2006 invece ne sono state raccolte 1 milione di tonnellate e altre 3,2 milioni conferite in discarica.
Se ci si concentra quindi solamente sul dato positivo – 1,3 milioni di tonnellate raccolte – tutto sembrerebbe a posto. Tuttavia possiamo considerare il livello attuale di riciclo un livello record oppure una situazione stagnante, visto che l’inquinamento e lo spreco di risorse causate dalle bottiglie di plastica è rimasto fondamentalmente lo stesso?
Quello che ho notato è che le relazioni prodotte dall’industria della plastica sui tassi di riciclaggio non affrontano il tema delle quantità di plastica che viene sprecata. Questo significa che non stiamo considerando come intervenire per migliorare l’attuale situazione in cui non tutte le bottiglie hanno la stessa probabilità di essere riciclate. A seconda degli stati però la situazione cambia. Ad esempio, la California, grazie alla sua legge sul deposito su cauzione (Bottle bill) ha riciclato l’81% dei contenitori in PET e il 78% dei contenitori in polietilene ad alta densità nella prima metà dell’anno, secondo i dati forniti dello stesso stato.
I dati complessivi sul riciclo in USA ci dicono che circa il 28% degli americani, 90 milioni di persone, vive in uno dei 10 stati coperti da bottles bill che da soli arrivano a riciclare circa la metà dei contenitori raccolti negli Stati Uniti.
Se l’intero paese fosse coperto da sistemi di cauzionamento potremmo quindi arrivare a 2,2 – 2,7 milioni di tonnellate di contenitori raccolti e riciclati invece che 1,3 milioni di tonnellate.
Perché in uno stato passi un bottle bill serve molto lavoro politico, ma il sistema funziona molto bene e Plastics News è favorevole ad una sua introduzione da tempo. La nostra posizione a proposito è ben nota.
Le relazioni sul riciclo del settore dovrebbero pertanto focalizzare le quantità di contenitori che non vengono riciclati per migliorare le performances, invece che “accontentarsi” dei risultati raggiunti.
Mentre tanti potenti gruppi di interesse si schierano contro il deposito su cauzione, arrivare ad ottenere un 50-60% di riciclo dei contenitori potrebbe essere un forte segnale di attenzione all’ambiente che l”industria potrebbe lanciare.
Raggiungere questi obiettivi significherebbe ottenere dei benefici per la società ma anche per la stessa industria delle materie plastiche.
(1) Estratto articolo: Governi e Aziende disconoscono il valore del deposito su cauzione per un’economia circolare di Bas Mentink- esperto EC di Royal HaskoningDHV
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