Scozia e Irlanda sempre più vicine a deposito cauzionale per bevande

Anche la Scozia fa passi avanti verso il sistema di deposito su cauzione
Nominato dai produttori di bevande l’ente no profit che gestirà il sistema. Frutto di una legislazione tra le più avanzate, sostenuto dai cittadini e da chi, come Coca Cola, in passato era tra gli oppositori, il deposito su cauzione per bevande sarà in vigore in Scozia dal primo luglio 2022.

La Scozia è il primo territorio del Regno Unito in cui verrà introdotto con il prossimo anno un sistema di deposito con cauzione o DRS (Deposit Return System) per tutti i contenitori di bevande in vetro, plastica (PET) e metallo. Così ha deciso il parlamento scozzese con il voto dello scorso maggio 2020.

Per le altre nazioni del Regno Unito – Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord – sono attese decisioni in merito ma pare si debba aspettare sino al 2023.

Il quadro pandemico e la conseguente necessità di concedere ulteriore tempo all’industria per attrezzarsi ha spinto il governo scozzese a posticiparne al primo luglio del 2022 l’entrata in vigore prevista inizialmente per l’aprile di quest’anno. Nel frattempo sono andati avanti i preparativi come da tabella di marcia, e con Circularity Scotland, il neonato ente no profit composto da produttori di bevande, rivenditori e associazioni di categoria ha ottenuto l’incarico dal governo scozzese di gestire il sistema cauzionale scozzese il 24 marzo scorso. Nei termini previsti dalla legge e con l’approvazione del regolamento sul suo funzionamento approvato dal Parlamento scozzese che, nel maggio 2020, aveva posto in essere le condizioni per permettere all’industria del settore di formare e nominare un proprio ente gestore del sistema.

I perché di un sistema di deposito su cauzione in Scozia
Con l’adozione del sistema di deposito il governo scozzese ha fatto sapere di volere incrementare i tassi di raccolta e riciclo degli imballaggi, ridurre drasticamente la dispersione dei rifiuti da imballaggio nell’ambiente, ridurre le emissioni di CO2 della filiera per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica al 2045.

Una volta deciso nel 2017 che la Scozia avrebbe avuto un sistema di deposito , il governo ha affidato al supporto tecnico di Zero Waste Scotland il compito di seguire tutto l’iter che precorre l’implementazione del sistema con il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse.

Zero Waste Scotland e il governo hanno impostato insieme il progetto di sviluppo di un modello di deposito su cauzione adatto alla Scozia ispirato a quattro obiettivi che un DRS avrebbe dovuto soddisfare. E cioè: 1) aumentare la quantità di materiali di interesse intercettati per il riciclaggio; 2) migliorare la qualità del materiale raccolto per aumentarne/mantenerne il valore una volta riciclati; 3) promuovere un cambiamento più ampio nei comportamenti legati all’uso dei materiali; 4) apportare alla nazione il massimo dei benefici ambientali e sociali ottenibili dal sistema.

Contro il littering
Per quanto concerne la dispersione dei rifiuti nell’ambiente, il cosiddetto littering, uno studio di Zero Waste Scotland aveva quantificato in quasi 11 milioni le bottiglie di plastica che un DRS avrebbe potuto sottrarre al littering ogni anno in Scozia, circa 31.000 al giorno.

Come si può leggere dai dati presenti sul sito dedicato al sistema di deposito scozzese , vengono vendute in Scozia due miliardi di bevande confezionate in imballaggi usa e getta di cui, a seconda del tipo di contenitore, viene riciclata mediamente la metà dell’immesso al consumo. Con l’adozione di un sistema di deposito si prevede di arrivare a riciclare ogni anno in Scozia 76.000 tonnellate aggiuntive che si traduce in 160.000 tonnellate annue di emissioni di CO2 evitate. Per gli enti locali invece, oltre ai risparmi conseguibili dall’avere meno rifiuti da gestire e dalla conseguente riorganizzazione e ottimizzazione dei servizi di raccolta, è stato stimato in 62 milioni di sterline il risparmio annuale sui costi diretti e indiretti correlati alla dispersione dei rifiuti nell’ambiente.

Il sostegno dell’opinione pubblica

L’appoggio ad un’introduzione del sistema di deposito su cauzione da parte del pubblico scozzese è stato testato in occasione di consultazioni e seminari informativi tenuti dal governo e Zero Waste Scotland. Questo ultimo ha commissionato nel 2019 un sondaggio per valutare l’indice di gradimento di un DRS nei cittadini allo scopo di recepirne i risultati nello sviluppo di un modello per la Scozia. L’indagine ha rilevato che 4 scozzesi su 5 sostengono il sistema per poter così contribuire come cittadini alla mitigazione dell’emergenza climatica. Il 77% dei rispondenti ha scelto il modello di DRS che è poi stato successivamente adottato esprimendosi in merito alle caratteristiche che un DRS avrebbe dovuto avere come contenitori da includere, importo del deposito, modalità di conferimento dei vuoti e così via. Mentre il 72% ha dichiarato di essere favorevole ad un DRS soprattutto per motivi di ordine ambientale, il 70% lo ha scelto per l’effetto di riduzione del littering.

Il ruolo della società civile
La marcia verso un sistema di deposito in Scozia, prima di arrivare al settembre del 2017 quando il governo conferma di volersi procedere con un sistema di deposito, è stata, come vedremo, piuttosto lunga. Determinante per arrivare a questo epilogo è stata la pressione esercitata della società civile e poi dai media nei due anni precedenti.

L’iniziativa che ha avuto il merito di fare conoscere i sistemi di deposito al grande pubblico – coinvolgendo tutte le maggiori associazioni ambientaliste e non solo – è stata la campagna “Have you got the bottle?” . Lanciata nel 2015 da APRS (Association for the Protection of Rural Scotland) contava tra le diverse organizzazioni aderenti anche la Marine Conservation Society (MCS) che dal 1994 organizza l’iniziativa Great British Beach Clean per sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sulle conseguenze negative che ha il littering sulla vita marina. I dati sulla composizione dei rifiuti raccolti durante le varie edizioni dell’iniziativa tenutesi nel Regno Unito vedono un aumento del 32% dei contenitori di bevande. MCS ha poi lanciato in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord una campagna simile, Bottles for Change, per avere un DRS in tutto il Regno Unito.

Oltre al ruolo che hanno avuto i media – quasi tutti favorevoli ad un DRS – nell’influenzare i decisori politici va ricordata la campagna di Sky “Ocean Rescue” (Un oceano da salvare in Italia), che si è notevolmente spesa a favore dei sistemi di deposito per la loro potenzialità di intercettare i rifiuti da imballaggio prima che finiscano nell’ambiente e nei mari con gli effetti nefasti che ben conosciamo.

 

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