Bergamo

LE ORIGINI

Collocata su un sistema collinare alle propaggini delle Prealpi Orobiche, solcate da valli ricche di boschi, di acque e di minerali, Bergamo compare sulla scena storica con le caratteristiche proprie di una città solo in età romana.

La tradizione, che risale a Plinio, vuole che il primo insediamento umano fu costituito dagli Orobi, ossia “gente della montagna”, del gruppo dei Galli Cenomani, che si sarebbero insediati in queste terre scacciando gli Etruschi; gli studi più aggiornati però dicono che i primi insediamenti nella zona di Bergamo risalgono a popolazioni liguri dell’Insubria.
Anche l’etimologia del nome Bergamo, che secondo una tradizione inaugurata da Antonio Tiraboschi deriverebbe dal germanico Berg-Heim, abitazione sul monte, in ossequio alla presunta origine cenomane dell’insediamento, viene oggi abbandonata, preferendo pensare a una derivazione del nome dall’area linguistica mediterranea orientale. Toponimi quali Praga, Parga, Barga, Pergamo, Bergamo deriverebbero tutti dall’accadico parakkum, posto alto nel tempio, cella, santuario.

Con l’avvento dei Romani, Bergamo si inserisce nella rete di relazioni degli insediamenti dell’Italia settentrionale e rafforza il proprio ruolo militare di oppidum, ricevendo nel 42 a.C. la cittadinanza romana con la creazione del municipium. I tratti del sistema viario rinvenuti, in base ai quali il decumanus maximus è stato identificato con via Gombito-Colleoni e il cardo maximus con via S. Lorenzo-Mario Lupo, permettono di affermare che lungo questi assi e nelle immediate vicinanze erano ubicati i principali edifici pubblici e religiosi. Della città romana non è rimasto quasi nulla ed è difficile ricostruirne nei dettagli l’estensione e la forma, ma di certo essa ha lasciato una forte eredità in termini urbanistici che ha influenzato in modo notevole anche le fasi successive di sviluppo.

Con il disgregarsi dell’Impero Romano, Bergamo passa nel 568, come altre città dell’Italia settentrionale, sotto il dominio dei Longobardi, divenendo sede di uno dei più importanti ducati del Regno. Dopo la conquista dei Longobardi, il vecchio ceto romano viene emarginato; benché la popolazione dei nuovi insediati sia minoritaria, la classe dirigente, sia civile che ecclesiastica, per due secoli è tutta di provenienza longobarda. Tra le due popolazioni avviene tuttavia una storica e vantaggiosa integrazione nei costumi, nelle credenze religiose, nel gusto, nella lingua, nelle istituzioni giuridiche, di cui si possono rintracciare testimonianze ancora nel pieno periodo medievale. Certi istituti giuridici longobardi connessi alla gestione del patrimonio familiare, alla condizione giuridica della donna, al matrimonio si riscontrano ancora negli Statuti di Bergamo promulgati in età veneta.

LA NASCITA DEL COMUNE

Con la sconfitta dei Longobardi nel 774, Bergamo da Ducato longobardo si trasforma in Contea franca. La Città conosce un’altra forte immigrazione, questa volta di Franchi e Alemanni, e un profondo nuovo ricambio della classe dirigente. Vescovi e Conti provengono ora in prevalenza da famiglie franche. Nel X secolo, ridotto il potere dei Conti al territorio rurale, la Città ha a capo il vescovo, che la difende durante gli assedi patiti dal re Arnolfo nell’894 e dalle incursioni degli Ungari. Nel 904 il vescovo Adalberto riceve dal re Berengario la piena giurisdizione, civile e militare, sulla Città. Nel 1098, durante il periodo della lotta per le investiture, il vescovo di Bergamo, filoimperiale, viene deposto. L’improvviso vuoto di potere venutosi a creare, è colmato dai rappresentanti delle famiglie aristocratiche più prestigiose della città, che subentrano al vescovo nella gestione del potere civile e militare con un organismo collegiale. Nasce il Comune di Bergamo. Pochi decenni dopo, il poeta Mosè del Brolo celebra la nuova istituzione esaltando la pax aurea che tiene uniti i cittadini. La pace si fonda sul patto (foedus) che i cittadini hanno tra loro stabilito. Il patto si regge sulle leggi, i diritti civici (civica jura), sull’onore, sulla pietas, sulla concordia pura.

Prende forma l’articolazione istituzionale del potere comunale: l’Assemblea dei cives, il Consiglio degli Anziani, il Consolato. Mentre dal punto di vista architettonico il nuovo Palazzo del Comune (poi Palazzo della Ragione) e la Basilica di Santa Maria Maggiore vengono a simboleggiare, nel cuore della città, il prestigio della recente istituzione, sul piano giuridico è la redazione dello Statuto, proclamato come legge del Comune, che sancisce, dopo la vittoriosa battaglia di Legnano combattuta nel 1176 dai Comuni lombardi contro l’imperatore Federico Barbarossa, l’autonomia politico-giuridica della Città di Bergamo. L’esemplare di quell’antico e venerando Statuto, scritto su pergamena e in bellissimi caratteri gotici, custodito gelosamente per secoli da generazioni di bergamaschi, è ancora oggi conservato nella Biblioteca Civica Angelo Mai. Con l’avvento del Comune si assiste a una forte espansione dell’economia mercantile della Città e a una notevole crescita demografica. Una serie di interventi sul tessuto urbano conferiscono a Bergamo quell’impronta di città medievale che ha conservato fino a oggi e che la rende celebre nel mondo. Alle porte della città si insediano i nuovo Ordini mendicanti, dei Domenicani e Francescani, sorgono nuove chiese, si aprono piazze, la comunità si organizza in arti e corporazioni di mestiere, si fondano confraternite e consorzi per l’assistenza ai poveri, tra i quali si distingue per importanza e ricchezza la Misericordia Maggiore.

Il periodo dell’autonomia comunale si protrae sino alla fine del Duecento. Lotte intestine sempre più aspre e cruente, ingaggiate per il controllo del potere dalle maggiori famiglie cittadine, capeggiate da una parte dai Suardi (Ghibellini) e dall’altra dai Colleoni (Guelfi), portano nel 1295 i Suardi a chiedere l’intervento dei Visconti di Milano. Il Comune comincia a perdere la sua forza e la sua autonomia. Nel 1331 viene chiamato come paciere tra le fazioni il re Giovanni di Boemia. Questi impone la pace, ma finiscono i diritti e le libertà comunali. Si appronta il nuovo Statuto della Città, che si apre con l’atto di dedizione dell’assemblea dei cittadini al dominio del nuovo signore, stratagemma giuridico escogitato da Alberico da Rosciate, redattore del nuovo Statuto, per lasciar credere che la nuova dominazione nasce dietro un atto della volontà popolare e che quindi formalmente l’istituzione del Comune è salva. Si costruisce la Rocca, simbolo del nuovo potere signorile.

LA DOMINAZIONE VENETA E VISCONTEA

L’anno dopo, nel 1332, Azzone Visconti s’impadronisce di Bergamo. Inizia la dominazione viscontea. Si costruisce la Cittadella e viene completata la fortificazione del Castello di San Vigilio. Con il nuovo ordinamento statutario del 1354, la guida della città viene affidata a un podestà di nomina signorile, che presiede gli antichi organismi comunali, il Consiglio degli Anziani e il Consiglio Generale. Ora Bergamo è una pedina nel gioco diplomatico e militare dei grandi Stati regionali italiani, che per un secolo si fronteggiano per stabilire in Italia un equilibrio delle forze. Alla conclusione di queste lotte, Bergamo si trova a far parte, dal 1427, della Dominazione veneta, e sotto il dominio della Serenissima rimarrà per un lunghissimo periodo, sino al 1797.

All’interno dello Stato veneto, Bergamo è città di confine. La costruzione delle imponenti mura, avviata nel 1561, chiarisce a tutti la funzione strategica che il potere centrale assegna alla Città orobica. Il nuovo assetto istituzionale vede la presenza in Città di due rettori, di nomina veneta. Lo Statuto comunale, rinnovato nel 1430, registra la nuova situazione politica: si apre ancora con l’atto di dedizione della Città, questa volta a Venezia. Nella gestione del potere locale, a seguito di trattative e mercanteggiamenti, Bergamo è abile a raggiungere un lungimirante compromesso: Venezia, a fronte della garanzia del mantenimento del controllo militare e degli obblighi fiscali della Città suddita, concede a Bergamo ampie autonomie, lascia sopravvivere le antiche magistrature comunali, impone ai suoi rettori una presenza discreta. Inoltre Venezia conduce un’amministrazione oculata e saggia dettata da una fiorente economia che le permette di contare sulla fedeltà dei propri cittadini. Oltre alle relazioni politiche, tra Bergamo e Venezia si intensificano e crescono relazioni economiche e culturali. Nei suoi territori la cultura e l’insegnamento sono più liberi che negli altri Stati. La cultura soprattutto artistica di Bergamo, che sa trarre profitto dai rapporti con Venezia, conosce nel Cinquecento e Seicento momenti di grande splendore.

NAPOLEONE E IL REGNO LOMBARDO VENETO

Con la caduta nel 1797 della Repubblica di Venezia, Bergamo passa sotto il dominio di Napoleone nella Repubblica Cisalpina. L’influenza francese si fa sentire anche nella nuova riorganizzazione del potere municipale. Al Comune vengono assegnati compiti nei campi dell’istruzione, dell’assistenza, del controllo anagrafico, che erano prima di quasi esclusiva competenza di organismi caritatevoli ed ecclesiastici. Viene aggiornata secondo nuovi e più moderni criteri la fiscalità e introdotta la registrazione catastale delle proprietà immobiliari. Vengono completamente riorganizzati gli uffici comunali; si introduce la nuova figura del Segretario generale e l’uso del protocollo nella scrittura degli atti comunali.

1800: L’ESPANSIONE URBANISTICA ED ECONOMICA

Dal 1814 al 1859 Bergamo finisce sotto l’Impero austriaco e fa parte del Regno Lombardo-Veneto. Sia durante il periodo napoleonico che quello austriaco, assume un nuovo ruolo rispetto al passato: da città di confine entra in relazione più stretta con il resto della Lombardia.

Intanto, a partire dalla metà dell’Ottocento, cresce lo sviluppo economico di Bergamo, in particolare a seguito dell’afflusso di capitali dalla vicina Svizzera che porta all’insediamento di notevoli manifatture. Nel 1857, con l’arrivo della ferrovia, il confine della città si sposta dalle Muraine alla stazione ferroviaria. Nasce il centro della Città Bassa: nel 1857 si costruisce il Palazzo del Comando Militare che diverrà poi sede degli uffici comunali; nel 1858 sorge il Palazzo della Pretura che diviene dal 1873 sede del Municipio, il quale lascia l’antica sede in Piazza Vecchia per trasferirsi nella zona più dinamica della Città; nel 1873 sorge il Palazzo della Prefettura e della Provincia. Città Alta perde l’antico ruolo predominante sul resto dell’aggregato urbano e il nuovo centro della Città Bassa va assumendo sempre maggiore importanza politica ed economica.

Queste trasformazioni in campo economico e urbanistico avvengono in un periodo di forti cambiamenti anche politici. L’8 giugno 1859 Garibaldi, alla testa dei Cacciatori delle Alpi, entra trionfalmente in Bergamo dalla Porta di San Lorenzo. E’ la fine della dominazione straniera, già tanto sperata un decennio prima nei giorni dei moti del 1848, organizzati da giovani esponenti della parte più illuminata della borghesia cittadina. Nel 1860 Bergamo contribuisce con il numero più alto di volontari alla spedizione di Garibaldi, ciò che le permette di fregiarsi onorevolmente del titolo di “Città dei Mille”.

1900: LE DUE GUERRE E LA LIBERAZIONE

Nel Novecento l’espansione urbanistica della Città Bassa cresce ulteriormente, assumendo la configurazione di una città che si estende a semicerchio nell’intera pianura antistante il colle. Le moderne espansioni urbane si diramano seguendo sia le antiche direttrici dei borghi che le aree attigue alle vie di collegamento con le più importanti città lombarde e con le valli.

Nel corso della Prima Guerra Mondiale moltissimi giovani bergamaschi, appartenenti soprattutto al corpo degli Alpini, lasciano testimonianze indimenticabili di umile eroismo. Nel periodo drammatico che chiude il ventennio fascista anche a Bergamo si organizza la Resistenza. Partigiani delle Brigate Garibaldi e Fiamme Verdi segnano, nelle vallate e sulle montagne, episodi di grande valore. Con la Liberazione e l’avvento della Repubblica riprende con slancio e entusiasmo la vita democratica dei partiti. Sui valori della libertà e della democrazia torna a fondarsi l’istituzione del Comune.

BERGAMO IN CIFRE

PER APPROFONDIRE

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Indirizzo
Piazza Matteotti, 27

Provincia
BG

CAP
24123

Referente
Leyla Ciagà, assessore

Telefono
035399111

Sito web
http://www.comune.bergamo.it

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